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Una riforma di civiltà: a definire in questo modo la legge sugli ecoreati, approvata nel 2015 dal governo di Matteo Renzi, non è un ministro o un politico Pd, ma Legambiente. L’associazione italiana che tutela e promuove la valorizzazione del patrimonio ambientale italiano.

Un giudizio così positivo non è esagerato: quella sugli ecoreati non solo è una legge fondamentale per l’Italia, ma sta anche funzionando bene e i risultati sono evidenti. Dal momento dell’entrata in vigore a oggi, si sono registrati meno reati ambientali e si è colpita l’ecomafia.

Dopo quasi vent’anni di battaglie, finalmente, col governo a guida PD, si è arrivati all’approvazione di una legge che è uno spartiacque storico per il nostro Paese, poiché per la prima volta prevede mezzi e strumenti per punire reati gravissimi

Cosa sono gli Ecoreati

Gli ecoreati sono reati gravi contro l’ambiente e, di conseguenza, contro l’uomo. Reati che colpiscono un bene comune che deve invece essere protetto e tutelato, perché chi danneggia, inquina, avvelena il nostro territorio ferisce anche la nostra salute.

La presa di coscienza delle istituzioni ha avuto un forte significato: l’Italia della bellezza e dei paesaggi mozzafiato, l’Italia dove arte storia e ambiente si integrano, è allo stesso tempo l’Italia della “terra dei fuochi”, dell’eternit, dell’Ilva, delle mancate bonifiche.

Ecco perché il presidente della Commissione Ecomafie, Alessandro Bratti, in occasione della relazione della commissione parlamentare, nel febbraio 2017, ha dichiarato che “la legge sugli ecoreati, insieme con la riforma delle agenzie ambientali, la legge sulla green economy e l’unione fra forestali e carabinieri, dà a questo paese una architettura istituzionale in tema ambientale fra le più avanzate d’Europa”.

Legge contro gli Ecoreati: una rivoluzione per l’Ambiente

La legge n. 68 del 22/05/2015 ha recepito la Direttiva europea 2008/99/CE sulla tutela ambientale ed ha permesso un forte contrasto dei crimini ambientali, insieme a un considerevole sviluppo degli interventi di prevenzione.

“L’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale è stata una grande conquista per l’Italia – ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani – oggi leader nella lotta agli ecoreati, ed è il primo anello di una catena più lunga, che va costruita con l’obiettivo di innalzare i controlli ambientali per tutelare l’ambiente, la salute e le imprese sane”.

In effetti, questa normativa che ci pone all’avanguardia in Europa rappresenta un vero e proprio unicum, con l’inserimento di nuovi delitti, l’inasprimento delle sanzioni e il raddoppio dei tempi di prescrizione.

Legge sugli ecoreati: i risultati

Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, in occasione della presentazione del Rapporto Ecomafia 2017 di Legambiente, ha dichiarato che “questa legge fondamentale per il Paese sta funzionando bene e comincia a dare i primi frutti”.

E i primi frutti sono davvero positivi.
In 2 anni: -7% reati ambientali, + 20% arresti, -32% fatturato ecomafie

Il rapporto di Legambiente (giugno 2017) a due anni dall’entrata in vigore, dimostra come i reati ambientali sono diminuiti del 7%, mentre gli arresti sono aumentati del 20% e il fatturato delle ecomafie è diminuito del 32%.

La Commissione di inchiesta parlamentare sul ciclo dei rifiuti, nel febbraio 2017, aveva messo in rilievo come il reato più diffuso e contestato sia il delitto di inquinamento ambientale, che registrava, alla data del dossier della Commissione, 47 indagini su 26 Procure, seguito dal delitto di disastro ambientale, con 5 segnalazioni in altrettante Procure.
Due le indagini per morte o lesioni come conseguenza dell’inquinamento ambientale, sei quelle per delitti colposi contro l’ambiente e quelle per impedimento di controllo, tre per traffico di materiale radioattivo come per omessa bonifica.

Cosa prevede la legge sugli ecoreati

La nuova legge sugli ecoreati introduce nel codice penale “nuovi delitti” contro l’ambiente. In particolare il codice classifica come reati l’inquinamento ambientale, il disastro ambientale, il traffico e l’abbandono di materiale ad alta radioattività, l’impedimento del controllo e omessa bonifica. Inoltre, sono previsti il ravvedimento operoso e la confisca.

La legge è servita in tutta Italia per fermare reati ambientali di ogni genere: dal sequestro dei depuratori non funzionanti all’inquinamento prodotto dal traffico illecito di rifiuti, dal risanamento di situazioni di inquinamento pregresso alle estrazioni abusive da cave e fiumi.

Disastro ambientale

Viene definito disastro ambientale l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema, o l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali, l’offesa all’incolumità pubblica determinata con riferimento sia alla rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione ambientale o dei suoi effetti lesivi, sia al numero delle persone offese o esposte al pericolo. Il disastro ambientale è aggravato se commesso in area protetta o sottoposta a vincolo, o in danno di specie protette. Viene punito con la reclusione da 5 a 15 anni.

Inquinamento ambientale

Chiunque cagioni una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili dello stato preesistente delle acque o dell’aria o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna, viene punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro. Previste inoltre aggravanti se dalla condotta criminosa si produca una lesione personale (reclusione da 2 anni e 6 mesi a 7 anni), una lesione grave (reclusione da 3 a 8 anni), una lesione gravissima (reclusione da 4 a 9 anni), e in caso di morte della persona (reclusione da 5 a 12 anni). In caso gli eventi lesivi siano molteplici e a danno di più persone, si applica la pena prevista per il reato più grave aumentata fino al triplo, entro il limite di 20 anni di reclusione.

Traffico e abbandono di materiali ad alta radioattività

Chiunque «cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona materiale di alta radioattività ovvero, detenendo tale materiale, lo abbandona o se ne disfa illegittimamente» viene punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro.