Enews 441 – lunedì 5 settembre 2016

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L’appuntamento del lunedì con le E-News mi trova oggi in Cina, a Hangzhou, per l’annuale riunione del G20.

1. Il summit G20
Hangzhou è una città, bellissima, ha una lunga tradizione di rapporto con l’Italia: ha accolto Marco Polo, i gesuiti guidati da Matteo Ricci e – in tempi più recenti – investimenti significativi a cominciare da quello della Ferrero. La missione è stata anche l’occasione per riflettere sul rapporto con il governo cinese. Abbiamo avuto un incontro bilaterale con il Presidente Xi Jinping, con la comunità di italiani di Shangai, con una delegazione significativa di imprenditori cinesi, con gli studenti dell’università di Tongij tenendo fede alla consuetudine di incontrare in questi viaggi i giovani universitari: l’Italia è una superpotenza della bellezza e dell’educazione e crede alla diplomazia culturale. Abbiamo anche visitato il quartier generale di AliBaba, il colosso cinese dell’e-commerce. Con Jack Ma, fondatore di questa incredibile azienda, abbiamo lavorato in passato e adesso abbiamo raccolto i primi frutti, segnatamente sul vino italiano. Se penso alle occasioni che abbiamo sprecato in passato nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari italiani mi viene da piangere. Ma è sufficiente pensare alle potenzialità che abbiamo ancora davanti a noi per far tornare il sorriso. Siamo a quasi 37 miliardi di export agroalimentare, possiamo fare ancora meglio.
Del resto tutta la storia di Jack Ma dimostra che nel tempo dell’innovazione ogni sfida può essere vinta e che l’Italia ha molto da guadagnare dalla digitalizzazione e dal cambiamento del modello economico tradizionale. Bisogna crederci, però. E bisogna lavorare insieme, facendo sistema, tutti.
Più partecipo a incontri internazionali, più mi rendo conto che l’Italia è molto forte, molto più forte di come viene raccontata.
Rispetto ai temi del G20 l’Italia ha insistito molto sulla necessità di coniugare crescita e giustizia sociale. Di investire contro la paura. Di non intestardirsi sulle architetture finanziarie senza coinvolgere i cittadini. E sul bisogno di lavorare come G20 in una modalità diversa dal passato, più capace di coinvolgere la classe media.
Abbiamo viste riconosciute come positive molte nostre esperienze, dalle riforme al JobsAct all’Autorità Nazionale Anticorruzione. Ma solo i prossimi mesi ci diranno se quello di Hangzhou è stato davvero un G20 di svolta. Lavoreremo con determinazione in questa direzione.

2. Dopo il terremoto

Il ricordo del terremoto, il ricordo delle vittime, il pensiero per i sopravvissuti e soprattutto per gli sfollati, la gratitudine verso i soccorritori, la necessità di Casa Italia, progetto ampio e pluriennale sulla prevenzione: questi temi sono stati il nostro chiodo fisso, anche a migliaia di chilometri di distanza.
Dopo aver ringraziato volontari e professionisti del soccorso (compreso il cane Leo, che ha salvato la vita della piccola Giulia), abbiamo nominato Vasco Errani commissario per la ricostruzione, alla luce dell’ottimo lavoro da lui svolto durante il terremoto in Emilia Romagna. Appena rientrato – nella mattinata di martedì – incontrerò Errani, che ha già iniziato a lavorare con la Protezione Civile, per fare il punto della situazione.
Abbiamo chiesto al Rettore di una delle migliori università al mondo per l’ingegneria e l’architettura, il Politecnico di Milano, di venire a darci una mano nella gestione del progetto Casa Italia. Il Rettore, professor Azzone, ha accettato e già da martedì incontreremo a Palazzo Chigi i vari soggetti interessati, dalle associazioni ambientaliste fino agli ordini professionali, dai sindacati fino alle associazioni di categoria. Casa Italia seguirà le linee guida del Senatore Renzo Piano per una cultura del “rammendo”, per cantieri leggeri, per un’opera di prevenzione puntuale e strategica.
Continuo a sperare, per il bene dell’Italia, che su questo progetto non ci siano polemiche di parte e rinnovo l’appello perché tutte le forze politiche portino le proprie proposte, le proprie idee, il proprio contributo. L’Italia deve cambiare anche nelle modalità di reazione alla tragedia. Siamo tra i più generosi e bravi nell’emergenza, dobbiamo diventarlo anche nella prevenzione e sul lungo periodo. Per me il progetto Casa Italia deve essere uno sforzo comune del Paese, che continuerà per molti anni. Lo affronto come padre, prima ancora che come Presidente del Consiglio. E sono certo che la stragrande maggioranza degli italiani desiderino che su questo tema non ci siano giochetti ma la collaborazione sincera di tutti coloro che vogliono bene all’Italia. Leggo volentieri le vostre considerazioni al [email protected]

3. Basta un sì

Sono molto soddisfatto perché finalmente si inizia a discutere del merito del referendum.
Nessuno si lamenta più della personalizzazione del referendum e possiamo finalmente parlare di contenuti. C’è molta disinformazione sul referendum: intervistato dalla principale televisione cinese ho iniziato a parlare di turismo, studenti, collaborazione culturale. La giornalista mi ha interrotto e mi ha chiesto perché volessi una riforma costituzionale che dà più poteri al premier. Le ho risposto dicendo la verità: i poteri del premier rimangono gli stessi, sia che vinca il no, sia che vinca il sì. Semplicemente: i poteri del premier non fanno parte di questo referendum. Nella Bicamerale D’Alema e nella riforma Berlusconi i poteri del premier cambiavano e addirittura si contemplava il potere del primo ministro di scioglimento delle Camere.
In questa nostra riforma – quella che andrà al voto – i poteri del premier non sono neanche sfiorati. Pesi e contrappesi non cambiano. Si cambiano invece, per esempio, le regole del gioco sul turismo, restituendo allo Stato la strategia di promozione internazionale, anziché continuare con 21 strategie diverse. E sappiamo quanto bisogno vi sia di non parcellizzare la promozione all’estero in tanti viaggi che qualche volta assomigliano più a vacanze a scrocco anziché missioni internazionali.
Per ciascuno di voi che legge questa email rimane valido l’invito: dateci una mano, in ogni modo vi sia possibile. Sul sito www.bastaunsi.it trovate le modalità: creare un comitato, diventare un volontario, dare una mano sui social (su Twitter @bastaunsi; su Facebook), organizzare un incontro. Abbiamo bisogno di tutti perché quando inizierà la vera e propria campagna possiamo essere chiari: questo referendum non riduce la democrazia, ma riduce le poltrone. Questo referendum semplifica i rapporti tra Stato e Regioni. Evita il ping-pong incomprensibile tra Camera e Senato. Aumenta la partecipazione dei cittadini abbassando il quorum al referendum. Abolisce enti inutili.
Cara Italia, vuoi cambiare? Basta un sì. Se invece le cose vi vanno bene così come sono, votate pure no. Ma a quel punto ci teniamo per decenni la classe politica più numerosa e costosa d’Occidente, la confusione tra Regioni e Stato centrale e un sistema di doppia fiducia a Camera e Senato che è una delle principali cause di instabilità italiana: 63 governi in 70 anni.
Il referendum è tutto qui.
Ogni giorno che passa vengono meno gli alibi di chi mi accusava di personalizzare il quesito. Adesso che non ci sono più veli e incomprensioni, entriamo nel merito. E chiediamo agli italiani se vogliono cambiare o se preferiscono che tutto resti immobile.
Chi di voi può darci una mano, lo faccia. Scriviamo insieme la storia di domani, anziché lasciarla ai rimpianti di chi dice no. Per maggiori informazioni: [email protected]

Informazioni di servizio. Agenda
Una volta rientrato a casa, inizierà un lungo viaggio in Italia per parlare soprattutto di Casa Italia, lavoro e referendum. Giusto per dare qualche data: sarò nelle prossime due settimane alle feste dell’Unità di Reggio Emilia, Firenze, Catania (nazionale), Modena, Bologna. In omaggio all’anno scolastico che sta per ripartire e per dare ancora più attenzione alla questione prevenzione sismica visiterò scuole da inaugurare o cantieri in Campania il 12, Lombardia il 13, Piemonte il 14, Lazio il 15. Farò iniziative sul referendum venerdì sera, il 9 settembre a Lecce e lunedì in Campania. Sarò alla Fiera del Levante di Bari sabato mattina. Continua anche il nostro lavoro a livello di Mediterraneo (con Alexīs Tsipras, in Grecia, venerdì 9) e a livello europeo con l’appuntamento di Bratislava il venerdì successivo, 16 settembre.

Pensierino della Sera

A margine dell’incontro di oggi Francois Hollande mi ha ringraziato per il gesto di Gigi Buffon di interrompere i fischi alla Marsigliese e chiamare un grande applauso di tutto lo stadio di Bari. Gli sportivi possono fare molto in termini di messaggi educativi: capitan Buffon lo ha dimostrato. E credo che tutta l’Italia sia stata orgogliosa di lui. Abbiamo valori che sono molto più grandi dell’inciviltà di chi sa solo fischiare.

Per gli interessati, qui due video e alcuni articoli:

Sono piccoli contributi di merito che spero siano utili per chi non si accontenta degli insulti dei trolls sui social e ha voglia di verificare se davvero le cose stanno cambiando o no. Grazie per i vostri commenti e per le vostre critiche, vi leggo volentieri. [email protected]

Un sorriso,
Matteo
www.bastaunsi.it