Enews 354 – sabato 10 novembre 2012

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Avevo promesso, o forse minacciato, che da qui al 25 novembre l’Enews avrebbe avuto cadenza più serrata. Tengo fede all’impegno. Ovviamente chi non gradisce può cancellarsi cliccando qui e naturalmente se volete indicarci amici interessati a ricevere le enews ad [email protected] a noi fa piacere.

Giusto qualche spunto di riflessione.

  • Ieri abbiamo inaugurato il Comitato Adesso per la Rivoluzione Digitale che è stato formato da alcuni tra i più validi esperti italiani della rete. In sintesi: in questi anni Internet ha creato 700.000 posti di lavoro, ha reso possibile la trasparenza amministrativa, ha aumentato la partecipazione politica, ha cambiato le regole del gioco in molti settori sociali. Vogliamo smettere di giocare in difesa? Vogliamo provare a fare di questo tema una delle chiavi di sviluppo del nostro Paese? Ci sono tanti problemi e tante crisi per la Penisola. Ma l’Italia può essere la più bella startup del mondo. Noi vogliamo provarci. E mettendo i migliori possiamo farcela. (Link)
  • Hanno reso obbligatorio nelle scuole lo studio dell’Inno di Mameli. Tutto bene, per carità. Ma se vogliamo creare senso di appartenenza, identità e comunità non c’è che una strada: il servizio civile obbligatorio. Magari solo per tre mesi. Ma obbligatorio, per donne e per uomini. Lì sì che si fa l’Italia…
  • Intervenendo in uno dei dibatti di Florens ho detto che il Ministero dei Beni Culturali come l’aveva immaginato Spadolini è una scommessa persa. Oggi siamo vittime della burocrazia e la conservazione della cultura ha lasciato spazio al conservatorismo di molti addetti ai lavori (talvolta addetti ai livori). Se a questo sommiamo la constatazione che in dieci anni hanno tagliato il 30% dei fondi pubblici senza introdurre la modifica nella disciplina fiscale per aiutare i contributi dei privati, il quadro è completo. Sul rapporto tra cultura e occupazione, tra cultura e economia si gioca un pezzo del nostro futuro. Ma è una partita troppo importante per lasciarla solo ai sovrintendenti.

Non troverete queste notizie sui giornali perché il dibattito politico e mediatico è tutto incentrato su altre cose. Parlare di contenuti sembra impossibile. Ma noi ci proviamo lo stesso. Perché è giusto. E perché ne vale la pena: abbiamo molte idee da condividere e apparteniamo al popolo di quelli che prova gusto quando discute, ascolta, riflette.

Qualcuno si è lamentato perché vado troppo in televisione (qui la puntata di Otto e Mezzo di giovedì, qui la puntata di Agorà di venerdì mattina, qui il podcast di Radio 24 martedì e il podcast di RTL102.5 mercoledì). Daniela mi ha scritto: “Matteo, troppa TV. Dal vivo sei diverso, sei più genuino.” Capisco. E ringrazio perché per me è importante conoscere le critiche, avere dei suggerimenti. Però senza TV non si arriva alla maggioranza delle persone. E del resto non possiamo contare sulla collaborazione dei telegiornali. Nessun vittimismo, sia chiaro: ma se guardo i numeri rimango senza parole. Abbiamo infatti misurato il tempo che i vari TG-Rai della prima serata dedicano ai candidati. Dal 17 ottobre al 6 novembre ci siamo messi con un cronometro a verificare lo spazio che hanno avuto i candidati. I TG Rai della prima serata – quelli che contano, insomma – hanno mandato in video per 844 secondi Bersani, per 421 secondi Nichi Vendola, per 136 secondi il sottoscritto, per 35 Tabacci e mai la povera Laura Puppato. Per i giornalisti del PrimeTime Rai dunque il 60% dello spazio dedicato ai candidati alle Primarie va a Bersani, circa il 30% a Vendola. Io sto sotto al 10%. Ma va bene lo stesso. Arriverà un momento – anche in Rai – in cui si faranno i servizi sulla base delle notizie e non sulla base dell’appartenenza. Oppure più semplicemente dello share. Per restare agli ultimi giorni le trasmissioni de La7 (Lerner e Gruber) cui ho partecipato, hanno avuto risultati di ascolto tra i più alti della stagione. E oggi il New York Times dedica un bell’articolo al viaggio in Italia che stiamo percorrendo (qui trovate tutto il link) Il New York Times sì, i Tg della Rai no. Per loro ci sono altre logiche, peccato! Noi non facciamo polemica e rispondiamo con un sorriso. Questo spiega però a Daniela e a tanti come lei perché io corra ovunque per parlare e per discutere delle nostre idee. A anche per allargare la partecipazione. Domani, ad esempio, sarò a Quelli che il Calcio. Anche perché se vogliamo vincere non abbiamo alternative: bisogna allargare la partecipazione.

Noi puntiamo a degli obiettivi chiari:

  • Ci farebbe piacere che almeno 150mila cittadini diventassero Volontari WEB (basta cliccare qui). Oggi siamo a quota 101.326
  • Abbiamo bisogno di almeno 2.500 comitati ufficialmente registrati: al momento siamo a 1.916 Sappiamo che molti non sono ufficialmente registrati alla nostra piattaforma (se ci sono problemi segnalateli a [email protected]). Attenzione: venerdì pomeriggio durante la Stazione Leopolda riuniremo tutti i comitati ufficialmente registrati. L’appuntamento è dalle 15 alle 17
  • Puntiamo a raggiungere quota 200.000 Euro. Siamo arrivati alla straordinaria cifra di 132.000 Euro di contributi dai cittadini, i primi in Italia a fare una scommessa di questo genere: ricevere donazioni anche di 5/10 euro è per noi molto importante. E dà il senso della sfida, ve lo assicuro. Diciamoci la verità, quasi sottovoce: che bello vedere anche gli altri competitors mettere finalmente online nome e cognome dei finanziatori. Un piccolo passo verso la trasparenza assoluta. E dopo la nostra battaglia niente sarà più come prima…

 

Infine. La Stazione Leopolda.
Mi viene chiesto: ma chi è che interviene? Chi c’è già stato, negli anni scorsi, sa che la particolarità della Leopolda non è l’intervento di un vip, ma il clima che si respira e la possibilità di parlare di idee, contenuti, proposte.
Iniziamo giovedì pomeriggio, intorno alle 17. E andiamo avanti tutta la sera. Poi riprendiamo il pomeriggio di venerdì, sempre alle 17 e sempre fino a tarda serata. Al mattino, invece, intorno alla zona della Leopolda ci saranno decine di iniziative, dibattiti, piccoli convegni. Il programma sarà ufficializzato la settimana prossima. E sempre venerdì dalle 15 alle 17 riuniremo tutti i comitati “Adesso!” per fare insieme il punto della situazione in vista del rush finale. Anche per questo suggerisco a tutti di registrarsi ufficialmente. Sabato è il giorno conclusivo. Il mio intervento sarà in chiusura lavori intorno alle 16 così da permettere a tutti i partecipanti di tornare a casa in serata e lavorare la domenica alla giornata dei banchini in tutte le piazze d’Italia. L’Italia viva alla Leopolda, perché il meglio deve ancora venire.

Pensierino della sera. Nonostante le polemiche anche oggi è stata una intensa giornata di lavoro in città. Tra le varie cose segnalo l’inaugurazione del percorso unitario nel complesso monumentale di Santa Maria Novella (era uno dei miei “pallini”, fin dal giorno dell’elezione. Anche perchè stiamo parlando di uno dei luoghi più strabilianti di Firenze: vi prego, visitatelo!) e il protocollo d’intesa con la Tongji University di Shangai. Perché dobbiamo combattere la fuga dei cervelli, certo. Ma dobbiamo costruire città attrattive per i nuovi talenti. Firenze, e l’Italia, hanno il dovere di provarci. E la possibilità di riuscirci. Ma bisogna crederci.

Un sorriso,
Matteo

PS: Mi scuso in anticipo. Perché anche con questa enews non risco a trasmettere tutta l’emozione e l’entusiasmo che stiamo vivendo. Che non dipende dal netto miglioramento dei sondaggi (link Foglio) o dalla gioia di vedere il traguardo. No, c’è molto di più. In questo preciso momento – in una larga parte del Paese – ci sono donne e uomini diversi per origine, appartenenza, tradizione che stanno lavorando insieme. Mettendo in campo tutto il futuro di cui sono capaci. E costruendo ciascuno un pezzo di domani: magari con un banchino, magari con un’email sul programma, magari con una donazione di 10 euro, magari con una chiacchiera a cena con gli amici, magari creando un comitato. C’è tanta gente che grazie a queste primarie sta tornando alla politica. Gente che non si rassegna alla mediocrità. Ecco perché – davvero – sono convinto che non si fermi il vento con le mani. Ecco perché vorrei abbracciarvi tutti, uno per uno. E dire che in questa sfida sto ricevendo molto di più di quello che sto dando. Grazie!