Enews 416, 5 marzo 2016

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Anticipo di qualche ora l’enews settimanale, sperando di non disturbarvi troppo il weekend: lunedì infatti sarò impegnato a Bruxelles per la riunione dei capi di governo sull’immigrazione.

1. Libia: prudenza, equilibrio e buon senso
I media si affannano a immaginare scenari di guerra italiana in Libia che non corrispondono alla realtà. La situazione in Libia infatti è sempre molto delicata. Il lavoro delle Nazioni Unite per raggiungere un accordo solido e stabile sul Governo è ancora in pieno svolgimento. Abbiamo bisogno di una soluzione equilibrata e duratura. Solo a quel punto potremo valutare – sulla base della richiesta di un governo legittimato – un impegno italiano, che comunque avrebbe necessità di tutti i passaggi parlamentari e istituzionali necessari. Dunque questo non è il tempo delle forzature, ma della prudenza, dell’equilibrio e del buon senso.
A maggior ragione dopo ciò che è accaduto a Sabrata dove due nostri connazionali, in ostaggio di milizie irregolari ormai da mesi, hanno perso la vita in circostanze tragiche, ancora da chiarire completamente. I loro due colleghi sopravvissuti stanno rientrando in Italia in queste ore. Ma anche questa tragica vicenda – per la quale ci stringiamo insieme a tutti gli italiani alle famiglie delle vittime – dimostra una volta di più che la guerra è una parola drammaticamente seria per essere evocata con la facilità con cui viene utilizzata in queste ore da alcune forze politiche e da alcuni commentatori. Prudenza, equilibrio, buon senso: queste le nostre parole d’ordine, ben diverse da chi immagina di intervenire in modo superficiale e poco assennato.
Quando ci sono vicende del genere mi piace pensare che l’Italia risponda tutta insieme, senza volgari strumentalizzazioni di parte, ma con la consapevolezza di essere prima di tutto una comunità. Le singole divisioni partitiche vengono dopo.

2. Il JobsAct in Italia
Continua il mio viaggio in Italia e confesso di essere sempre più stupito dalla straordinaria forza della nostra gente. Dopo le tappe di Chieti, di Lodi, di San Casciano Val di Pesa, ho scelto di toccare un’altra realtà della provincia: Pomezia. Ho visitato la Ads, azienda che ha assunto oltre 500 persone nel 2015 grazie anche al JobsAct. Ma grazie soprattutto alla passione di chi dirige questa società e di chi ci lavora. Un’azienda giovane, che ha investito nel settore dell’innovazione dimostrando che il futuro sta di casa anche in Italia.
Altrettanto intrigante la visita all’IRBM Science Park. In questo caso i neoassunti del 2015 sono poco meno di sessanta. Ma è comunque un numero molto grande e anche in questo caso la storia è fantastica: una grande multinazionale del farmaco decide di chiudere il centro di ricerca. Una famiglia rileva questa struttura che in sei anni passa da 22 persone a oltre 250. Come? Con una ricerca che è a livello mondiale, niente di meno. Non a caso, per dire, il virus Ebola è stato isolato in questo laboratorio.
Pomezia, provincia di Roma. Come le altre città che ho visitato. E quelle che visiterò. Il JobsAct ha restituito semplicità al mercato del lavoro. Ma niente sarebbe stato possibile senza l’intelligenza e la passione di imprenditori e lavoratori. è tutto qui, il segreto del successo italiano. Gente che si impegna, gente che non si lamenta, gente che lavora. Per vent’anni il racconto dominante è stato solo di quelli che non ce la facevano più. Eppure c’è tanta bella gente che continua a crederci. A provarci. A riuscirci. Dare una chance all’Italia che ci prova: questo il senso del JobsAct.
Qualche forza politica vorrebbe dare uno stipendio a tutti i cittadini, per il solo fatto di essere cittadini. Io penso che compito della politica sia creare le condizioni perché ciascun cittadino possa avere un lavoro, non un’elemosina dello Stato: questo è il valore profondo dell’articolo 1 della Costituzione. Impegno, lavoro, sudore, fatica, innovazione, ricerca. Non concessioni statali.
Aiutando chi non ce la fa (con misure come quelle che abbiamo inserito anche in questa stabilità, a partire dal contrasto alla povertà educativa e minorile). Ma stimolando gli italiani a provarci, non solo a lamentarsi. Se tutti ce la mettiamo tutta, diventiamo il Paese guida in Europa: lo penso dal primo giorno, ne sono sempre più convinto.

3. La verità vi prego sui numeri
Sono usciti dei dati molto interessanti sull’economia. E allora – sentito il Ministro dell’Economia – ho deciso di scrivere questo post su Facebook (per chi di voi segue facebook, questo è il link
https://www.facebook.com/matteorenziufficiale/posts/10153623128274915:0.
Aggiungo che l’ultimo dato interessante è quello sui brevetti, uscito venerdì: più 9% rispetto all’anno precedente. Abbiamo aggiornato le slide che vi ho proposto un mese fa (le slide #ventiquattro, che adesso sono diventate Ventisei). Contro i numeri non ci sono ideologie che tengano: questa è la realtà. Persino i gufi devono arrendersi davanti alle cifre. In tanti mi scrivono che dovrei andare di più in tv a dare questi numeri. Ma credo che siate più forti testimonial voi: girate – se vi va – queste slide ai professionisti della critica: forse non cambieranno idea, ma almeno dovranno fare i conti con la realtà. Più che le mie comparsate tv, aiuta il vostro tam-tam, non dimentichiamolo mai!

Agenda

Pensierino della sera.
Mercoledì è stata approvata in via definitiva la legge sull’omicidio stradale. Ci sono pene molto più severe specie per chi ubriaco o drogato si mette alla guida di un’auto e uccide qualcuno. Abbiamo seguito le polemiche – molto accese – su questa norma. Ma credo che sia stato giusto insistere, arrivando alla quinta lettura parlamentare (la quinta!) con tanto di voto di fiducia finale. Firmerò questa legge in settimana, insieme alle associazioni delle famiglie. Il pensiero andrà a loro, ai loro figli che dalla sera alla mattina sono stati portati via all’improvviso. A questo dolore che non ha un nome ma che spacca il cuore.
Lo farò per Lorenzo e per tutta la famiglia Guarnieri che da Firenze ha fatto partire sei anni fa una raccolta di firme su questo, trasformando o forse solo mitigando la rabbia in generosità, il dolore in speranza. E lo farò pensando agli amici di Lorenzo, sapendo che questa legge non lo riporterà in vita, ma forse potrà dare a questi giovani più fiducia e più speranza nelle istituzioni e nella Politica, con la P maiuscola. Era una promessa, adesso è una legge, partita dal basso, firmata da migliaia di persone nelle parrocchie, nelle scuole, nelle società sportive. Quando il popolo si impegna, i risultati arrivano. E questo Paese oggi è un Paese un po’ più serio, anche grazie al vostro impegno.

Un sorriso,
Matteo

 

Post-Scriptum.
Vi ricordate quando vi ho raccontato della mia emozione davanti alla Reggia di Caserta e alle sue possibilità? E quante volte vi ho scritto fino ad annoiarvi che la procedura di nomina – internazionale – dei nuovi dirigenti dei musei aiuterà tutti noi a essere più attenti al patrimonio culturale italiano, meraviglioso e poco valorizzato? Bene. Da Caserta arriva una storia incredibile. I sindacati della Reggia di Caserta si sono ufficialmente lamentati del Direttore Mauro Felicori – scelto dal Governo sulla base di quel bando – perché a loro dire questo Direttore “lavora troppo”. Al punto che questo troppo lavoro sarebbe addirittura un rischio per la sicurezza della Reggia! Ma vi rendete conto? Non hanno ancora capito che la pacchia è finita?
Nel frattempo da quando c’è Felicori, i numeri migliorano: rispetto a Febbraio del 2015, il mese di Febbraio 2016 ha fatto segnare più 70% di visite e più 105% di incassi. Ci rendiamo conto? Se si lavora, le cose cambiano. Punto. Il nuovo direttore lo sa perfettamente, gli italiani anche, il Governo c’è. Appena se ne accorgono anche certi sindacati saremo al completo! Nel frattempo, mentre si convincono, noi andiamo avanti, a viso aperto e con ancora più determinazione di prima. La cultura può essere la ripartenza dell’Italia. E se c’è chi rema contro, noi – senza paura – remeremo più forte. Sono certo di poter contare su tutti voi. E sono certo che aver scelto persone come Felicori ci aiuterà a essere ancora più determinati e appassionati.
Viva chi si impegna. Viva l’Italia.