Enews 475, martedì 23 maggio 2017

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1. Manchester
La giornata di oggi si è aperta purtroppo con le notizie drammatiche che sono giunte da Manchester, dove al concerto di Ariana Grande un kamikaze ha seminato la morte. C’è l’orrore per l’ennesimo atto di terrore. C’è la rabbia per aver visto colpire il futuro, la speranza: attaccare i ragazzi, i sogni di un diciottenne, significa voler creare spavento nel cuore delle nostre comunità. Colpire i giovani che vanno ad un concerto significa, ancora una volta, voler creare panico nella quotidianità. Un momento di svago e di cultura, come un appuntamento musicale, trasformato in un episodio di morte. Come il Bataclan. La foto simbolo di questa tragedia sono gli occhi atterriti di una ragazza con addosso la coperta termica e il cerchietto con le orecchie in testa. Terrorizzano i figli per angosciare anche tutte le famiglie. Non dobbiamo permetterglielo e non glielo permetteremo. Il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime e alle loro famiglie. Penso soprattutto a quei genitori che non vedranno mai più i loro figli e per i quali oggi inizia un dolore che non finirà mai.

2. Il Partito Democratico
Il PD ha ripreso l’iniziativa politica. Dopo le magliette gialle di Roma la settimana scorsa (qui un simpatico video che mostra come nascono le fake news rilanciate insieme da un quotidiano e da un partito politico), abbiamo lavorato molto sulla formazione politica sabato a Milano e di nuovo con le magliette gialle domenica nelle zone del terremoto. A Milano alla scuola Pasolini hanno introdotto i nostri lavori i professori Recalcati e Veca; ho fatto un piccolo intervento anche io giocando sul rapporto specchio-finestra (qui il video). Nelle zone del terremoto invece abbiamo fatto diverse iniziative di ascolto e condivisione guidati da Maurizio Martina (qui). Penso che soprattutto nelle Marche ci sia bisogno di continuare con la mobilitazione, visto che molti comuni sono pesantemente colpiti e il rischio di sentirsi abbandonati è altissimo. Non lasceremo nessuno da solo. Nessuno.
Nelle stesse ore abbiamo sottolineato l’ottimo lavoro dell’Emilia Romagna cinque anni dopo la prima scossa (qui il post di Stefano Bonaccini). Insomma, ci siamo rimessi in moto e siamo pronti a stare sul territorio molto più di prima. Nel frattempo martedì 30 maggio si riunirà per la prima volta la Direzione Nazionale con la nomina della segreteria e degli altri organismi.

3. Il Kafkianum, ovvero: la legge elettorale
La Direzione parlerà anche di legge elettorale. Ieri ho scritto questo post che sembra ironico ma è serissimo (purtroppo).
Le cose stanno più o meno così.
Se fai un accordo sulle riforme con Forza Italia, non va bene: no al Patto del Nazareno. 
Se l’accordo si rompe, non va bene: che arrogante, vuole fare tutto da solo. 
Se provi a coinvolgere i Cinque Stelle, vuoi l’inciucio; se non li coinvolgi, hai paura di Grillo.
Se metti la fiducia sulla legge elettorale, è deriva autoritaria. 
Se invece ci sono milioni di emendamenti, vuoi l’immobilismo.
Se c’è il ballottaggio, governa una minoranza, questa non è democrazia!
Se non c’è il ballottaggio, allora vuoi le larghe intese, questa non è democrazia!
Voti l’italicum e ti chiedono il mattarellum.
Accetti il mattarellum e ti chiedono il rosatellum.
Accetti il rosatellum e ti chiedono il tedesco.
Discuti del tedesco e ti dicono “Ah, come era bello l’italicum”
Chiamiamolo “kafkianum”, si fa prima.
Se non fosse una cosa seria, ci sarebbe quasi da ridere. 
Ma non possiamo permettercelo. E dunque mentre sosteniamo con forza il Governo Gentiloni impegnato negli incontri internazionali e nell’attuazione delle riforme dei MilleGiorni (pensioni, periferie, povertà, dpcm investimenti), riproviamo con la tela di Penelope della legge elettorale. 
Ma vogliamo farlo chiedendo a tutti i partiti di tirare giù le carte in modo chiaro.
Per tutta la settimana il PD sarà pronto a incontrare gli altri partiti, nelle forme e nelle delegazioni che siamo pronti a concordare con i singoli schieramenti. E martedì 30, al termine di questo percorso, discuteremo in modo trasparente in Direzione Nazionale della linea da prendere: perché noi siamo un partito democratico nel nome e anche nei fatti. 
Alla fine ciascuno si prenderà le proprie responsabilità davanti agli italiani senza giochi e giochetti. Una politica diversa è anche una politica che dice basta a chi vuole solo rinviare, a chi sa solo dire no. Noi ci siamo. E vogliamo andare avanti, insieme.

4. Il Governo
Continua l’azione del Governo per attuare i tanti provvedimenti che i Mille Giorni hanno lasciato sul tavolo. L’anticipo pensionistico che permetterà a migliaia di lavoratori di andare in pensione prima delle previsioni della Legge Fornero. Le periferie dove il Progetto Rammendo continua, dopo lo stanziamento di oltre due miliardi di Euro. La Fondazione Italia Sociale che è ufficialmente operativa. Il decreto del Presidente del consiglio sugli investimenti che dovrebbe arrivare a stretto giro. Lavorare sulle cose concrete lasciando agli altri le chiacchiere e le polemiche: questo l’obiettivo del PD.
E questo non significa non aprirsi alla critica. Mi sono preso un bel Tapiro d’oro da quelli di Striscia la Notizia perché hanno scoperto alcune cartolibrerie a fare la cresta sul bonus dei 500 euro per i diciottenni. Qui il servizio. Grazie alla straordinaria collaborazione della Guardia di Finanza ci siamo messi al lavoro per individuare i colpevoli e non rovinare un’idea che è talmente apprezzata da essere stata inserita anche nel programma del nuovo Presidente francese Macron.
Meglio fare e migliorare ciò che non funziona, che passare il tempo a rinviare, rinviare, rinviare.

A tutti quelli che pensano che ce ne dimentichiamo e che non sanno che noi siamo diversi:
I. Commissione di inchiesta sulle banche. Non vediamo l’ora di iniziare per fare chiarezza fino in fondo. Il capogruppo del PD sarà Matteo Orfini.
II. Consip. Non molliamo di un centimetro, vogliamo la verità. E nessun bavaglio alle intercettazioni, anzi. Vogliamo solo che tutti rispettino la legge. Noi siamo per la legalità.

Pensierino della sera. Oggi Beppe Grillo usa l’anniversario della strage di Capaci per fare polemica sul PD e la mafia. Vorrei chiedere a tutti i democratici di non cadere nel suo gioco e di non rispondergli. Perché la data di oggi deve UNIRE gli italiani, non dividerli.
Ci sono delle date che non si cancellano: puoi strappare il foglietto dal calendario, ma non lo strapperai mai dalla mente. Il 23 maggio 1992 è una di quelle. Ho in mente precisi e nitidi i momenti di quel pomeriggio: i TG che danno la notizia sbigottiti, gli occhi puntati sul televideo, le orecchie incollate alla radio. Poi le prime immagini atroci in Tv. E soprattutto mi ricordo una sorta di sensazione strana personale, un misto di impotenza e spossatezza che a 17 anni può sembrare una contraddizione in termini.
Quell’estate resterà per la mia generazione la ferità più profonda, per la morte di Giovanni Falcone prima e di Paolo Borsellino poi, insieme a Francesca Morvillo Falcone e alla donna e agli uomini della scorta.
Sono passati 25 anni. Ci siamo diplomati, laureati, sposati, fatti una vita. Eppure mi ricordo ancora addosso l’odore della paura e della rabbia di quelle ore. La commemorazione di oggi è innanzitutto commozione e dolore. Senza retorica possiamo dire che lo Stato che allora non riuscì a salvare alcuni dei suoi figli migliori, oggi è più forte e più solido. Ma proprio per questo abbiamo il dovere di custodire la memoria. Perché gli ideali per cui Falcone ha vissuto, per cui si è versato il sangue dei martiri di Capaci, sono il fondamento del nostro futuro. Non dividiamoci oggi. Tutti insieme, contro le mafie. Viva l’Italia.

Un sorriso,
Matteo
blog.matteorenzi.it
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