Enews 560, lunedì 7 gennaio 2019

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Ben ritrovati all’appuntamento del lunedì con le E-News. Cercheremo di riprendere il ritmo settimanale dopo il periodo natalizio.

  1. Sono in viaggio per qualche giorno negli Stati Uniti. Sono su un treno tra NYC e Washington, prima di recarmi domani in California, alla Stanford University. Tra gli altri ho incontrato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. È vero: le organizzazioni internazionali hanno tanti limiti. Ma se vogliamo affrontare le grandi questioni del nostro tempo, dal climate change alle migrazioni, dai diritti delle donne alle diseguaglianze nelle città, le Nazioni Unite sono fondamentali. Non si risolvono le grandi questioni mondiali chiudendosi dentro il proprio cortile. Chi scommette sul sovranismo gioca sulle paure delle persone ma non risolve le vere sfide che il nostro pianeta ha davanti.
  2. C’è una notizia che passa sotto silenzio e certo non potete aspettare di sentirla sui TG Rai: tra l’altro, il TG2 sta riuscendo nell’impresa di far rimpiangere Emilio Fede come modello di imparzialità (e ho detto tutto). La notizia è la seguente: abbiamo il conto finale di quanto ci è costato lo spread nei mesi del Governo Populista. Le dirette facebook di Salvini, il balcone di Di Maio, le geniali intuizioni di Toninelli non sono gratis, si pagano. E le paghiamo tutti. Volete sapere quanto ci sono costate? Un miliardo e settecento milioni di euro di maggiore spesa per interessi nel solo terzo trimestre 2018! Ora, cerchiamo di essere chiari. 1.700.000.000€ è una cifra enorme. Vi vogliono far credere che con i populisti si risparmia perché si tagliano gli sprechi: Di Maio va in Cina in economy, dunque il popolo risparmia. Quanto avrà risparmiato il prode Di Maio con quel biglietto? Diciamo 1.700€. Ci vogliono un milione di viaggi in Cina per far pari con quello che in soli tre mesi questo governo ci ha fatto spendere in più. Il populismo non è gratis, costa; e il conto lo portano a voi. Non a caso il prossimo anno le tasse in Italia saliranno. Lo dice l’Ufficio Studi del PD? No, lo dicono i documenti del Governo. Ecco qui. Devo dire che il Governo nei documenti ufficiali dice la verità: hanno confessato che con il Decreto Di Maio ci saranno più disoccupati, che con la Legge di Bilancio crescono le tasse, che nessuno intende cancellare il sistema dell’accoglienza diffusa dei migranti. Il problema è che nessuno legge i documenti del Governo, nemmeno i ministri che, in teoria, quei documenti dovrebbero scriverli. O non li leggono o non li capiscono.
  3. La discussione sul Governo apre sempre un bel dibattito anche tra i lettori delle E-News. Molti mi scrivono: non parliamo più di loro. Altri: fate poca opposizione. Non è facile trovare il giusto equilibrio, mi rendo conto. Però è impossibile tacere davanti a quello che sta accadendo. Non solo la questione migratoria, utilizzata da Salvini per i propri sondaggi in spregio a qualsiasi principio di umanità (qui Gozi spiega il rapporto con Malta). Ma tutto quello che sta accadendo in queste ore. Il ministro della sanità e dei pandori, Giulia Grillo, scheda gli scienziati sulla base delle loro idee politiche, una roba sinceramente enorme. La città di Roma discute fino all’ultimo minuto se riaprire o no le scuole perché ci sono troppi rifiuti e troppi topi per le strade. Il ministro Di Maio assicura il proprio sostegno ai “Gilet Gialli” francesi proprio nel momento in cui questi usano violenza sui palazzi delle istituzioni e contro i poliziotti. Il vicesindaco di Trieste si vanta sui social dopo aver buttato via la coperta di un senza tetto. Capisco che non dobbiamo esagerare con le critiche e cercare sempre di rilanciare con un’alternativa, come abbiamo fatto sulla legge di Bilancio con Padoan alla Leopolda. Ma quando leggo certe notizie – e penso soprattutto a quella che ci viene da Trieste – credo che si stia perdendo il senso profondo dell’umanità. E proprio per questo ritengo che sia obbligatoria una grande battaglia culturale e di resistenza civile.

Firenze Secondo Me è stata parte di questa battaglia culturale. Ma è stato soprattutto un progetto che avevo nel cuore e che è diventato realtà grazie al sostegno di tanti amici, ma sopratutto grazie al vostro. Non riuscendo a contestare il contenuto del progetto gli odiatori si sono concentrati sull’audience. E hanno ironizzato sul fatto che – ad esempio – il film su Rai Uno, Heidi, abbia avuto più audience. Prendiamola sul ridere, amici, perché è davvero incredibile che qualcuno si sorprenda perché Rai Uno fa più audience del Canale Nove. Chi lo avrebbe mai detto, vero?

La realtà è che vi devo un grande grazie. La trasmissione ha ricevuto migliaia di commenti da parte di chi l’ha seguita e tante email cui sto iniziando finalmente a rispondere (scrivetemi che cosa vi ha convinto di più e di meno: [email protected]). Ma ha avuto anche un ottimo ascolto: lo share è stato decisamente superiore alla media del canale. E se è vero che il Nove non è Rai1, è anche vero che tenere quasi mezzo milione di persone incollate all’apparecchio dal primo all’ultimo minuto, parlando di Rinascimento e Calcio Storico, è stato un miracolo frutto della vostra amicizia e della professionalità della troupe. Un ultimo numero: sapete quante persone hanno visto almeno un episodio, uno spezzone, di Firenze Secondo Me nelle quattro puntate? Sei milioni e quattrocentomila persone. Un numero impressionante. Ora per qualche giorno ci sarà ancora la possibilità di rivedere la trasmissione su Dplay (prima puntataseconda puntataterza puntataquarta puntata). E stiamo valutando di far uscire anche un DVD. A tutte e tutti voi: grazie. E, naturalmente, grazie a Firenze. Chi mi scrive “ho voglia di rivedere angoli della città che non conoscevo” mi fa il regalo più grande.

A chi in questo mese ci ha rovesciato addosso tutto il proprio odio persino per Firenze Secondo Me l’augurio più affettuoso di capire – prima o poi – che la cultura unisce, non divide. E che la cultura serve. Anche e soprattutto in momenti di crisi di valori.

Un sorriso
Matteo
App Matteo Renzi

P.S. E comunque noi siamo un’altra cosa. Loro sono quelli che strappano le coperte ai senza tetto, che lasciano 49 disperati in mezzo al mare e che raddoppiano le tasse ai volontari. Noi siamo e saremo quelli del terzo settore, del dopo di noi, dei diritti, della legge sullo spreco alimentare. Orgogliosamente un’altra cosa.