Innovazione Digitale Scuola

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Parlare di tecnologie digitali nella scuola, non significa semplicemente parlare di un upgrade di hardware. La didattica digitale si basa sul principio del “learning by doing”, l’apprendere attraverso il fare, e questo significa rimettere in gioco la didattica tradizionale, rompere l’unità della classe, la consequenzialità delle lezioni, ridefinire gli spazi, ripensare il modo di valutare, superare gli orari scolastici fatti su misura per una società archeo-industriale e oltrepassare la stagionalità settembre-giugno basata sulle stagionalità rurali.
Insomma, una rivoluzione vera che, peraltro, non piace a tutti.

Il tema del digitale nella scuola, infatti, divide esperti, docenti, genitori e studenti. Qual è la reale efficacia delle tecnologie nell’apprendimento, si chiedono in molti. Gli stessi dati delle ricerche sono, spesso, adoperati e citati in modo strumentale dai fautori o dagli avversari del digitale. D’altra parte l’esperienza a casa e a scuola ci dice che i giovani adoperano le tecnologie digitali senza avere ben chiara la potenzialità che esse possiedono.

Al centro studenti e insegnanti

Il merito del Piano Scuola Digitale, messo in atto dai governi guidati da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, è quello di non considerare la tecnologia un miracoloso toccasana che tutto risolve. Il digitale è una grande opportunità e gli studenti debbono essere educati e formati ad usarlo non solo in modo corretto, ma anche completo.

Cosa si intende per educazione nell’era digitale lo spiega il documento della Buona Scuola, di cui il Piano Scuola Digitale è uno dei pilastri: “Si tratta prima di tutto di un’azione culturale, che parte da un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio aperto per l’apprendimento e non unicamente luogo fisico, e come piattaforma che metta gli studenti nelle condizioni di sviluppare le competenze per la vita. In questo paradigma, le tecnologie diventano abilitanti, quotidiane, ordinarie, al servizio dell’attività scolastica, in primis le attività orientate alla formazione e all’apprendimento, ma anche l’amministrazione, contaminando – e di fatto ricongiungendoli – tutti gli ambienti della scuola: classi, ambienti comuni, spazi laboratoriali, spazi individuali e spazi informali”.

È una sfida che richiede la partecipazione convinta di tutto il personale scolastico, a cominciare dai docenti, perché senza buoni insegnanti non esiste la buona scuola.

Obbiettivi del Piano Scuola Digitale

Se cambiano gli strumenti, se cambiano l’approccio e il metodo, non cambiano, però, gli obiettivi del sistema educativo: arricchire di saperi gli studenti e far sì che facciano il loro ingresso nella società come individui, cittadini e lavoratori, ciascuno coi propri talenti e con competenze adeguate a un mondo che cambia rapidamente.
Insomma, gli studenti oggi devono possedere competenze trasversali e agilità mentale che li aiutino ad affrontare le sfide di una società ben diversa da quella dei loro genitori. E per vincere tali sfide non è più sufficiente il vecchio modello di scuola: la tecnologia non è in contraddizione con gli insegnanti, ma va ripensato un certo modo di concepire la trasmissione delle conoscenze.

La scuola italiana tra gap e risorse

In Italia le scuole mostrano un gap evidente con gli altri paesi europei nell’affrontare le nuove tecnologie. In molti paesi europei, infatti, la didattica è da tempo caratterizzata da una profonda innovazione dei contenuti, dei linguaggi e degli strumenti formativi e operativi.

Ecco perché una delle prime azioni messe in campo dai governi Renzi e Gentiloni è stata rivolta a colmare questo divario. Le risorse che si sono messe in campo sono state indirizzate a progetti che consentissero alle scuole di avviare o completare un indispensabile percorso di innovazione e digitalizzazione.

Anche se ancora molto c’è da fare, oggi, grazie ai governi Pd, gli strumenti per vincere la sfida ci sono e possiamo affermare che la scuola digitale per i nativi digitali non è più fantascienza.

Gli interventi

Il Piano Scuola Digitale è stato finanziato attraverso i Fondi strutturali Europei e la Buona Scuola, e si realizza con 35 azioni che vanno dalla dotazione degli strumenti necessari alla formazione dei docenti, dalla digitalizzazione della burocrazia alla definizione di nuovi spazi per l’apprendimento.
Ecco le principali:

Connessione veloce

Offrire agli studenti la possibilità di collegarsi alla rete, in qualunque punto della scuola si trovi per studiare, apprendere e lavorare su contenuti di multimediali

Curriculum e Identità digitale

Il Curriculum formativo degli studenti è utile per l’orientamento e l’accesso al mondo del lavoro: contiene tutti i dati sul percorso di studio dello studente e anche sulle esperienze formative svolte in ambito extrascolastico.
Insieme al Curriculum digitale, è arrivata una vera e propria carta di identità digitale degli studenti. Si tratta della Carta dello Studente “IoStudio”, una tessera nominativa attraverso la quale si può anche usufruire di vantaggi e agevolazioni.

Insegnanti: formazione in servizio per l’innovazione didattica

Anche per i docenti è stata prevista una carta di identità digitale, dove sono contenute le informazioni relative all’attività e alla crescita professionale. Proprio gli insegnanti hanno potuto beneficiare di risorse per la formazione in servizio che, per la prima volta con la Buona Scuola, è diventata obbligatoria ed è a totale carico dello Stato, grazie a un finanziamento annuale di 40 milioni di euro.

Animatore digitale e Team innovazione digitale

Da marzo 2016 ogni scuola ha a disposizione un animatore digitale che ha il compito strategico nella diffusione dell’innovazione a scuola e contribuisce alla formazione del personale. Inoltre, è previsto in ogni scuola un team per l’innovazione digitale, formato da tre docenti, che supporta le attività didattiche innovative e il lavoro dell’animatore.

Portale unico della Scuola

Tutti i genitori lo conoscono, perché è un elemento fondamentale nell’eliminare carta e burocrazia. Attraverso il portale, ad esempio, si gestiscono le comunicazioni tra scuola e famiglia, si consulta il registro elettronico, il bilancio della scuola, i piani dell’offerta formativa, i materiali didattici autoprodotti dalle scuole e rilasciati in open source ecc.
Si tratta di un’innovazione profonda in materia di semplificazione, accesso e utilizzabilità dei dati pubblici del sistema nazionale di istruzione e formazione.

Progetto Digitale Scuola Primaria

Molto è stato fatto anche nella scuola primaria, arricchendo i percorsi didattici disponibili, poiché l’avvicinamento alle nuove tecnologie deve avvenire nei primi anni di formazione, soprattutto, attraverso la comprensione della logica.