Renzi: “Così l’Italia va a sbattere, fermatevi! E alla Leopolda la controproposta per dimezzare lo spread”

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«Stavolta sono davvero preoccupato».

Preoccupato per il Pd, senatore Renzi?
«Macché. Con tutto l’amore per il Pd, magari il problema fossimo noi».

E qual è allora ?
«L’economia. Stiamo andando a sbattere a tutta velocità. Sembra che il governo abbia scelto di schiantarci contro un muro».

Fa terrorismo?
«Mi accusavano del contrario. Ma stavolta arriva la tempesta perfetta. Il mondo si prepara a quella che l’Economist chiama «La prossima recessione». E l’Italia grilloleghista sbaglia tutto ciò che può sbagliare».

Non sarà di Conte o Tria questa responsabilità.
«Quei due non toccano palla. E imbarazzante un Paese in cui nessuno si fila il premier o il ministro dell’Economia. Fanno e disfano tutto i due vicepremier:
siamo al vicepresidenzialismo ormai. Ma Salvini e Di Maio non conoscono i mercati e sottovalutano i rischi».

Tutta colpa del 2,4% ?
«No, su questo sono laico. Fare il 2,4% non è una sciagura. Ovvio è un azzardo, ma ci sono due problemi. Il primo di metodo. Se il premíer va alla Borsa di New York e Tria parla agli investitori dicendo che il governo rispetterà le regole e non ci saranno forzature, poi non puoi fare il contrario dicendo che dei mercati te ne freghi. Perché se i mercati smettono di finanziarti il debito, dal mese dopo tu, governo, non paghi gli stipendi. Dire ai mercati una cosa e fare l’opposto ha conseguenze enormi. Solo a settembre abbiamo bruciato 700 milioni di interessi: altro che vitalizi e aereo di Stato».

E il secondo problema?
«Di merito. Puoi anche fare il 2,4% ma allora devi giocarti tutto sull’aumento della crescita. In primis investimenti e produttività».

È ciò che il governo dichiara di voler fare.
«Il governo fa l’opposto, bloccando gli investimenti. No alla Tav perché i No Global non vogliono, no al Tap perché Di Battista non vuole, no alla Gronda perché Toninelli non vuole, no all’aeroporto di Firenze perché Centinaio non vuole. Dicono di no a tutto! E sulla produttività: usano il deficit per non far lavorare la gente. Se metti i soldi su reddito di cittadinanza e Fornero, non crei le condizioni per lavorare di più. Al contrario: crei le condizioni per smettere di lavorare».

E voi che state facendo?
«Facciamo opposizione, come è nostro dovere. Ma la situazione è talmente grave che faremo un gesto istituzionale forte. Da servitori delle istituzioni prima che da oppositori».

Quale?
«Ci siamo sentiti ieri con Padoan. In diverse circostanze lui e io, insieme, abbiamo dovuto rassicurare i mercati sul rischio Italia, specie nel 2014. Entrambi siamo preoccupati perché questo governo penalizza famiglie e lavoratori italiani, offrendo ghiotte occasioni agli speculatori internazionali. Vogliamo proporre un aiuto concreto. Venerdì offriremo una legge di Bilancio radicalmente alternativa».

E perché dovrebbero ascoltarvi?
«Perché useremo la loro cornice macroeconomica. Ma con la nostra idea si dimezza lo spread da 300 a 150 e si abbassano le tasse. Con la loro l’Italia paga più interessi, alza le tasse e favorisce gli speculatori. Nelle ultime settimane ho parlato con tanti investitori, fuori dall’Italia e a Milano: l’unica cosa che chiedono è come disinvestire dall’Italia, come portar via i soldi. In attesa di capire se l’Italia esce dall’euro, sono gli euro a uscire dall’Italia. E quando si entra in questo loop è l’inizio della fine. Bisogna fermare, a tutti i costi, l’ondata di sfiducia. Dobbiamo dare una mano tutti, anche noi dell’opposizione. Lo consideri un gesto di servizio civile. E siccome siamo italiani prima che qualsiasi altra cosa, offriremo una proposta che potrebbe davvero dimezzare lo spread e abbassare le tasse».

Si illude che vi ascoltino?
«Non mi illudo di nulla. Però bisogna proporre, non solo criticare: noi offriamo una soluzione. Se la accoglieranno sarà un bene per l’Italia. Se non l’accoglieranno sarà chiaro chi sfascia i conti pubblici. Loro dicono: me ne frego? Noi rispondiamo con il contrario: I care. Abbiamo cambiato la scaletta della Leopolda per cominciare con questo. Prima presenteremo la contro legge di Bilancio, poi gli under 30 animeranno la prima giornata».

E quando annuncerete il vostro candidato alla guida del Pd?
«Certo non alla Leopolda. Mai come stavolta abbiamo richieste per partecipare. Presenteremo i primi comitati civici: una forma di resistenza culturale contro la sciatteria di questo governo. Parleremo di scienza, ricerca, futuro. Il Pd è importante, ma non basta: c’è tanta gente che chiede di lavorare contro questo governo ma non vuole la tessera di un partito. Nella lunga marcia nel deserto che ci aspetta, la Leopolda è un accampamento originale».

Intanto nel Pd si profila uno scontro Zingaretti-Minniti.
«Vedremo quando Martina lascerà. Minniti è autorevole e ha ricevuto apprezzamenti da sindaci di qualità: se si candiderà sarà contro Salvini, non contro altri dem. Zingaretti ha finalmente smentito ogni accordo con i 5 Stelle che ancora un mese fa qualcuno rilanciava come fondamentale. Le cose per il Pd si mettono meglio. E andranno sempre meglio nei prossimi mesi. Ma basta con le guerre interne: il fuoco amico ha già fatto troppi danni».