Renzi: «Gli Stati Uniti d'Europa sono il progetto e il Sud può diventare la nostra Florida»
Intervista a Matteo Renzi per «Il Quotidiano del Sud» del 6-06-2024
di Claudia Fusani
Su e giù per l'Italia almeno un paio di volte, anche tre. Non solo l'ultimo mese, da quando è stata ufficiale la candidatura. Matteo Renzi è in campagna elettorale da marzo, prima il libro, poi la costruzione della lista unica con Emma Bonino. Sabato a Genova, lunedì a Cosenza, ieri a Milano, oggi chiuderà la campagna a Roma. A lui le campagne piacciono così, un corpo a corpo con elettori ed elettrici, confronti diretti. Quelli che avrebbe voluto fare con gli altri leader candidati.
«Mi rimetto sempre in cammino perché nella vita non si arriva se non per ripartire. E questa volta mi rimetto in cammino partendo dall'ultimo posto della lista, con l'umiltà che non sempre ho avuto nella mia esperienza» ha scritto nella enews. Ci parliamo mentre è a Milano in attesa della "text Renzi", una diretta social su un numero whatsapp dedicato.
Presidente Renzi, parliamo, per favore, un po' di Europa. Visto che sembra una campagna elettorale per le politiche invece che per le Europee e che pochi dei vostri competitor ne parlano. Cosa intende, prima di tutto, per Stati Uniti d'Europa? E qual è, a suo avviso, il primo passo da fare una volta insediato il Parlamento ed eletti Commissione e Consiglio?
«L'Italia è l'unico Paese su 27 dove i leader si candidano alle elezioni europee già sapendo che, se eletti, non andranno a Strasburgo: una vergogna, una truffa agli elettori, che ci espone a una figuraccia a livello internazionale ma che soprattutto dà la misura di quanto la politica italiana pecchi di provincialismo. Noi degli Stati Uniti d'Europa siamo gli unici che andranno davvero al Parlamento europeo: io personalmente sono pronto, se eletto, a lasciare Roma per Strasburgo. Gli Stati Uniti d'Europa sono il passaggio necessario per passare dall'Europa della burocrazia all'Europa della politica. Un'Europa che sia presente ai tavoli che contano, un'Europa capace di incidere davvero».
Quale ruolo immagina, anche in base ai sondaggi a sua disposizione, per i Liberali di Renew europe nella formazione della Commissione?
«Sono molto ottimista sul risultato: la nostra truppa sarà decisiva per impedire la rielezione di Ursula von der Leyen. Il suo fallimento è evidente. Dalla politica estera, dove l'Europa è stata totalmente ininfluente, al fallimentare green deal. Una misura ideologica che non ha protetto l'ambiente e ha danneggiato famiglie, imprese, posti di lavoro».
La presidente Meloni dice che "farà sempre il contrario di quello che fa lei". Lei ha capito qual è il programma di Meloni e dei Conservatori? Nel caso, le chiedo quale è il vostro programma su alcuni dossier come diritto di veto di un solo Paese membro; difesa comune e politica estera comune; bilancio comune; gestione dei fenomeni migratori; sanità e salario europeo. È un vasto programma ma proviamoci. Uno per uno.
«Per una volta devo dare ragione a Giorgia Meloni: lei fa l'esatto contrario di ciò che abbiamo fatto con il nostro governo, è vero. E ne vado fiero! Noi siamo quelli dell'abolizione dell'Imu sulla casa, di industria 4.0, del Jobs Act, delle unioni civili, delle leggi sociali. Lei è quella del decreto Ferragni. In un anno e mezzo non è riuscita a fare neppure una riforma, solo grandi annunci. Quanto all'Europa, Meloni non ha interesse a parlare del programma: lei si candida per finta, in Europa non andrà. Per lei le elezioni sono un sondaggio. Per noi degli Stati Uniti d'Europa, invece, sono uno snodo cruciale. Quanto al nostro programma, il primo obiettivo, gli Stati Uniti d'Europa, potete leggerlo nel simbolo, dove noi non abbiamo messo un cognome, ma un sogno. Chiediamo l'elezione diretta del presidente della Commissione, perché siano i cittadini a decidere e non i tecnocrati, l'abolizione del diritto di veto, perché l'evoluzione del pn. esso di integrazione europea non può essere bloccato da chi minaccia, come Orban, di marciare su Bruxelles, un esercito e una politica estera comuni perché servono acceleratore e freno per incidere davvero. Chiediamo la nomina di un inviato speciale per i singoli conflitti, una figura di leader che possa mediare fra le parti rappresentando la Ue. Ovviamente, tutto questo presuppone un bilancio comune, come faceva notare lei giustamente. Quanto alla sanità trovo vergognoso che Giorgia Meloni sprechi 850 milioni dei contribuenti per il centro migranti in Albania, quei soldi devono andare per la sanità, per i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, per le liste d'attesa. In Europa chiederemo la riapertura della linea di credito del Mes sanitario, 37 miliardi a cui i populisti Conte, Salvini e Meloni hanno detto di no per ragioni ideologiche».
A proposito di Albania, Riccardo Magi ha cercato di partecipare al punto stampa di Meloni e Rama nel centro immigrati di Schengjin. È stato fermato dalla polizia. Ha visto la scena?
«Sì, ed è gravissimo. I capigruppo di Italia Viva hanno presentato un'interrogazione al ministro Tajani. Gravissimo che la premier, anziché solidarizzare, ironizzi con la sua solita arroganza sul 4%. Sei la presidente del Consiglio, le istituzioni hanno un peso. La verità, è che Meloni sta usando 850 milioni dei contribuenti italiani per uno spot elettorale, anziché metterli sulla sanità italiana».
Scenario A, superate il 4% e lei entra al Parlamento europeo. Primo obiettivo?
«In Europa mi impegnerò per rappresentare l'Italia che lavora, le imprese, il mondo del terzo settore, i giovani, il Mezzogiorno. In Italia, lavorerò perché questa forza riformista prenda sempre più corpo».
Scenario B, la lista non supera il 4%. Che succede?
«Non accadrà e supereremo di molto il 4%».
Mancano quattro giorni al voto. Cosa dire e fare per portare le persone a votare? Per i sondaggi l'astensione sarà altissima.
«Non lasciate mai che scelgano per voi. Andate a votare. E se volete, fatelo per noi. Gli Stati Uniti d'Europa sono un sogno, una speranza, un progetto per il futuro. Votate per i vostri figli, perché se c'è meno Europa, ci sono più Russia e Cina. Se c'è più Europa, c'è anche più Italia».
Il sud dell'Italia è anche il sud dell'Europa. Sono territori ricchi di bellezze e risorse. Con il fascino dei luoghi di frontiera. Cosa dovrà fare la nuova Europa per valorizzare le sue frontiere?
«Il Mezzogiorno deve diventare terra di opportunità grazie ai fondi europei: può diventare la Florida d'Europa, terra di lavoro, turismo, ma anche imprese e investimenti. Servono infrastrutture e serve spendere bene i soldi che arrivano da Bruxelles».
Torniamo in Italia. Il presidente Mattarella, senza dirlo, fa però capire che le tre riforme insieme - premierato, separazione carriere e autonomia regionale - possono avere una portata destabilizzante per l'assetto istituzionale del Paese. Lei, che è sempre stato un riformista, cosa ne pensa?
«Penso che non si farà nessuna delle tre. Io finora ho letto solo annunci e chiacchiere. Questo governo non ha nessuna vocazione riformista».
Politica estera: l'Europa conta molto poco nel nuovo disordine mondiale. L'Italia ancora meno. Cosa fare rispetto all'invasione russa dell'Ucraina? E cosa fare rispetto alla crisi mediorientale che passa da Israele?
«In seguito alla criminale invasione russa dell'Ucraina abbiamo detto da subito sì alle armi a Kiev, sì alle sanzioni a Mosca. Ma contemporaneamente, abbiamo proposto un inviato speciale per la diplomazia europea, una figura come Blair o Merkel. Quanto al Medioriente, non si può mettere sullo stesso piano un Paese democratico come Israele e un'organizzazione terroristica come Hamas. Dopo di che, bisogna lavorare, anche con i Paesi arabi riformisti, alla soluzione del "due popoli, due Stati" che preveda la sicurezza di Israele e la ricostruzione della Palestina, liberata da Hamas».
Non le chiedo che differenze ci sono tra voi e Azione. Le chiedo però che differenza ci sono tra voi e Forza Italia, visto che, nella prospettiva europea, governate l'Europa già insieme e potreste farlo di nuovo.
«Forza Italia vota Ursula von der Leyen, nemica dello sviluppo e delle imprese. Noi, siamo per portare Mario Draghi. Penso che questo dica tutto».
Senta ma Renzi farà Renzi anche a Strasburgo? Oppure scomparirà come tanti altri suoi colleghi?
«Credo di non essere capace di restare senza lavorare neppure un giorno».
Salvini ha telefonato a Trump. Si porta avanti?
«Scelgo di rispondere seriamente. Una vittoria di Trump aprirebbe scenari profondamente diversi per l'Europa. Sicuramente un minor impegno Usa in ambito militare. Anche per questo è urgente costruire un esercito e una diplomazia europee e accelerare verso il sogno degli Stati Uniti d'Europa».