Renzi: «Dal Colle un richiamo alla verità, le riforme sono solo su Instagram»
Intervista di Matteo Renzi per «L'Altravoce Il Quotidiano del Sud» dell'1-05-2025
di Claudia Fusani
La qualità del lavoro è il problema più serio di questo Paese. Problema legato alla scarsa competitività, alla produzione industriale ferma, a quelle riforme che dovevamo fare e non abbiano fatto. «Perché le promesse di questo governo sono rimaste tutte su Instagram». Matteo Renzi, senatore e leader di Italia Viva oltre che ex premier, ringrazia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che «cerca di riportare il Paese nella realtà» e lontano dai video promozionali. Se la strada per la pace in Ucraina gli pare ancora «in salita», la questione urgente per l'Italia è la sua collocazione in Europa. Meloni, dice «a livello internazionale fa la majorette del trumpismo, altro che ponte tra Usa e Europa».
Senatore Renzi, partiamo dal lavoro, articolo 1 della nostra Costituzione. Il Presidente Mattarella ha denunciato i salari tra i più bassi tra grandi paesi europei, la scarsa sicurezza ,(+ 16% di morti in questi primi mesi del ' 25), le disuguaglianze sociali che questo provoca. La premier Meloni ha corretto il Capo dello Stato sul potere d'acquisto, dicendo che «la dinamica dei salari in Italia dal 2023 è migliore e non peggiore di quella europea». Chi ha ragione?
«I posti di lavoro sono realmente aumentati, anche grazie al Jobs Act contro il quale - giova ricordarlo - Giorgia Meloni si è schierata insieme a Salvini. Anche loro erano contro, non solo Schlein e Cinque Stelle. I salari invece sono ancora bassi: non crescono gli stipendi e non crescono le pensioni. Perché la promessa riduzione delle tasse è rimasta su Instagram come molte delle cose promesse dalla Influencer Meloni. Dopodiché la premier continua a dipingere l'Italia come il paradiso terrestre e non si rende conto che solo nel 2024 191.000 concittadini se ne sono andati dal Belpaese. La produzione industriale è negativa da venticinque mesi. Mattarella ha ragione quando cerca di riportare il Paese con i piedi per terra, nella realtà. Il Jobs Act ha aumentato il lavoro in Italia, il Governo Meloni ha aumentato solo le tasse».
Dati Istat di questa mattina: qualche luce sul Pil, +0,3 nel primo trimestre 2025; ombre sull'inflazione che sale al 2% (2,6 i1 carrello della spesa). Dati su produzione industriale fermi o con i1 segno meno da 25 mesi. Eppure abbiamo i 200 miliardi del Pnrr. Cosa non sta funzionando?
«Il problema del PIL è clamoroso. Abbiamo fatto +0.3 nel primo trimestre. Ma con tutti i cantieri del PNRR che sono aperti la crescita di questo trimestre doveva essere superiore almeno il doppio. Il Governo ha bloccato Industria 5.0, ha scontentato le imprese con il decreto energia, ha promesso riduzioni di tasse che non ha fatto. E l'adesione alla dottrina sovranista rappresentata da Trump è potenzialmente il bacio della morte».
Il Pnrr chiedeva nella fase preliminare una serie di riforme per guarire il sistema Italia: concorrenza, semplificazione, competitività, giustizia. Sono state realizzate?
«No. Però abbiamo fatto un decreto sul rave party, il premio Iginio Massari e un decreto sicurezza in cui se commetti un reato vicino alla stazione vieni punito di più che se commetti lo stesso reato in un altro quartiere della città. È il populismo al potere che fa ciò che piace ai followers ma non ciò che serve al Paese».
La segretaria del Pd Elly Schlein insiste con il salario minimo. È la strada giusta?
«Ho proposto il salario minimo nel 2018 e allora fu la Cgil a dirmi di no. Oggi vedo che in tanti hanno cambiato idea, bene. Però la questione è: chi paga? Se per fare il salario minimo devi alzare le tasse al ceto medio no, non va bene. Serve ridurre le tasse sul lavoro e dare una mano a chi è intorno alla soglia di povertà».
Come va l'Influencer, il suo ultimo libro?
«Il libro bene: in tanti stanno scoprendo una storia di Giorgia Meloni totalmente diversa da quello che ci avevano raccontato. Una raccomandata altro che underdog. Un'attrice consumata altro che una persona spontanea. Ma soprattutto una persona che vede ovunque fantasmi, non la coraggiosa leader. A livello internazionale fa la majorette del trumpismo, altro che ponte tra Usa e Europa».
Lei però in una prima fase di questa legislatura aveva fatto un'apertura di credito alla premier Meloni. Cosa è successo poi? Errori politici sommati a divergenze personali?
«Nessuna divergenza personale. Ho detto allora e ripeto ora: abbassa le tasse e voto a favore. Fai le riforme che servono al Paese e voto a favore. Dai una mano al ceto medio e voto a favore. Siamo finiti rilanciando il CNEL e inseguendo le follie di Urso, Giuli e Lollobrigida».
A proposito di Influencer, secondo Trump i suoi primi cento giorni sono stati i migliori di sempre nella storia degli Stati Uniti. Come definisce lei i primi cento giorni di Trump? La cosa migliore e quella peggiore.
«La peggiore i dazi. Portano l'America in recessione, fanno perdere credibilità al dollaro, colpiscono l'Europa e il made in Italy. La migliore, fatico a individuarla per ora».
Washington mostra i video con gli immigrati rasati, ammanettati, in ginocchio. Che America stiamo vedendo?
«L'America che odia il diverso. Mentre il sogno americano è il sogno dell'accoglienza. Non è un'America di destra: Reagan era di destra ma odiava i dazi e rilanciava il sogno americano. Trump è al di là della destra, nel confine del sovranismo populista. Il primo effetto è stato far vincere la sinistra in Canada. Più Trump esagera, più riuscirà nell'impresa di restituire vita alla sinistra nel mondo. Se continua così ci riesce anche in Italia, il che sarebbe davvero miracoloso».
Bilaterale Usa-Italia a Washington il 17 aprile. Ne siamo usciti con un joint statement di 6 pagine in cui ci impegniamo ad acquistare gas liquido e armi Usa, a non mettere la web tax, apriamo nei fatti la nostra rete di comunicazioni a Elan Musk e altro. Questo accordo è compatibile con le trattative e le competenze della Ue?
«Tutte chiacchiere. Le scelte le fa il Parlamento. Vedremo se Meloni avrà davvero voglia di venire in Aula con questo programma antisovranista, degno dei Fratelli del Connecticut più che dei Fratelli d'Italia. Non ci credo nemmeno se la vedo. Ha fatto il comunicato congiunto per far contento Trump, convinta come era che non lo leggesse nessuno. Gli influencer politici fanno così».
Lei non ama Ursula von der Leyen. Che però sta prendendo, finalmente, decisioni importanti. Può questa Ue diventare il fulcro di un nuovo ordine mondiale?
«L'Europa deve svoltare. Altrimenti scompare. Ma non credo alla leadership di Ursula, debbo ammetterlo. È stata protagonista di una follia, il Green Deal. Non ha una visione strategica. La salvezza, per me, può venire solo da un rinnovato protagonismo tedesco, con Merz che lavora di sponda con Macron e spero con Meloni. Anche perché altrimenti sostituiranno l'Italia con la Polonia, vedrà, nel gruppo di testa.Per questo non capisco chi dice che la Meloni è brava in politica estera: ha isolato l'Italia. Altro che brava!».
Le dico un nome: Viktoria Roshchyna, la giornalista ucraina di 27 anni, scomparsa dal 2023 e restituita a pezzi in un sacco bianco.
«E io le dico solo una parola: orrore. Per una giovane vita finita in questo modo assurdo e atroce».
La guerra a Gaza. Nethanyahu sembra un intoccabile a cui tutto è concesso.
«Israele è l'unica democrazia della regione. Ha tutto il diritto di difendersi e ha il diritto di esistere. Che poi Nethanyahu sia quello che ha meno voglia di fare la pace perché sa che il giorno dopo che finisce la guerra finisce anche il suo governo è un dato di fatto».
Veniamo da giornate di grande emozione per la morte di Francesco. Che Papa sarà il 267 ° della storia della Chiesa?
«Sono cattolico. Voglio credere che lo Spirito Santo soffi nella direzione migliore per la Chiesa. E soprattutto non sopporto i tanti politici che vogliono mettere bocca sul Conclave. Lasciamo fare ai Cardinali, dai».