Renzi: "Finalmente si parla di contenuti"

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Intervista di Maria Teresa Meli, "Corriere della sera", 31 gennaio 2021.  

Senatore Matteo Renzi, come è andato il colloquio con Fico?
«Molto bene. La scelta del presidente Mattarella è stata come sempre saggia. E finalmente si parla di contenuti. Questa crisi non è sul carattere o sulla simpatia: è una crisi sulle scelte da fare per il futuro. Ci sono duecento miliardi da spendere per i prossimi anni. Non si può decidere di farlo con un emendamento notturno studiato all`ultimo secondo: serve la Politica con la p maiuscola. Ora è finalmente chiaro che la crisi nasce per scegliere come impostare il futuro, non perché qualcuno fa i capricci. La verità prima o poi arriva, la verità non è una velina di Palazzo».

Perché non ha aperto subito al Conte ter?
«Perché questa insistita personalizzazione su Conte tradisce il vero problema. Che non è il nome del premier, ma la direzione del Paese. Chi ha meno esperienza pensa che la politica sia solo uno scambio di incarichi, ma in realtà la vera sfida sono i progetti. La parola potere non è un sostantivo, ma un verbo: poter fare, poter cambiare, poter incidere. Non il potere fine a se stesso per conservare una poltrona. Poi, certo, le idee camminano sulle gambe degli uomini e dunque presto, prestissimo, dovremmo confrontarci sul nome dell`uomo o della donna che siederà a Palazzo Chigi per i prossimi due anni. Ma prima di decidere chi guiderà la macchina, domandiamoci dove vogliamo andare e quali sono i compagni di viaggio». 

I Cinque Stelle rischiano di spaccarsi.
«I problemi dell`Italia di oggi si chiamano vaccini, scuole, debito pubblico, infrastrutture, lavoro, ricerca, sostenibilità ambientale, geopolitica. Su questi temi stento a comprendere quale significativo contributo possa portare Di Battista. Ma fortunatamente fatico anche a considerarlo un problema. Noi ci occupiamo di cose serie e di problemi reali, non degli insulti di Di Battista».

Il centrodestra ha aperto a un governo istituzionale...
«Non mi pare che questa posizione sia la posizione dell`intero centrodestra. E del resto c`è una bella differenza tra chi esprime posizioni che stanno nella grande famiglia del Partito popolare europeo e chi appoggia i sovranisti. Noi i sovranisti li combattiamo da sempre, anche quando andava di moda dirsi sovranista in tutte le sedi. Quanto al governo istituzionale: io penso che sia preferibile una soluzione politica. Ma nel caso in cui questa dovesse fallire accompagneremmo con rispetto le decisioni del capo dello Stato. Ora una cosa alla volta, prima proviamo a fare il governo politico».

Una parte del Pd, per esempio Goffredo Bettini, ipotizza il ritorno al voto.
«È il solito spauracchio per terrorizzare qualche parlamentare preoccupato. Prima di votare c`è da fare il Recovery plan, gestire i vaccini, fare il semestre bianco ed eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Lo sanno anche i muri. Qualche dirigente politico si finge di essere un raffinato stratega giocando la carta della paura sui senatori. Ma tutti sanno che al voto non si andrà prima del 2023. La questione è capire se ci sarà un governo politico o tecnico e chi lo guiderà».

L'ipotesi di un governo Draghi continua a circolare?
«Eviterei di tirare per la giacchetta Draghi, una personalità di valore assoluto che stimo moltissimo. Stiamo parlando di una delle riserve più importanti della Repubblica che nessuna forza politica può intestarsi. Se il presidente della Repubblica riterrà di voler sondare o incaricare Draghi lo deciderà lui. Ogni tentativo di alimentare oggi una discussione su Draghi è offensivo verso Draghi stesso e soprattutto verso il presidente della Repubblica e verso le sue competenze costituzionali».

È vero che vorrebbe sostituire Gualtieri e Bonafede?
«Il problema non è un singolo ministro. Prima decidiamo cosa fare, poi una volta che ci saremo accordati sul cosa fare sceglieremo le persone migliori. Anche perché il tema non riguarda solo i ministeri ma tutte le nomine, anche quelle di secondo livello. Serve un salto di qualità ovunque».

E Domenico Arcuri?
«Ho lavorato con Arcuri ai tempi in cui guidavo il governo. Allora aveva la responsabilità di Invitalia. Nel corso degli anni ha sommato a questo ruolo di amministratore delegato una serie molteplice di incarichi. E non sempre fisiologicamente - la sua azione ha convinto. Penso ai banchi a rotelle, alle mascherine, alla primula per le vaccinazioni. Personalmente credo che un solo uomo non possa fare tutto, specie in un regime commissariale. Mi stupisce molto il fatto che questa è la prima emergenza dopo tanti anni in cui il ruolo della Protezione civile è sottotono, non all`altezza delle prove del passato. E credo che si debba impostare il lavoro di vaccinazione ovunque, perché a oggi mancano le dosi, ma quando arriveranno le fiale dovremo vaccinare ovunque, in ogni angolo delle città. Servono mezzo milione di vaccinazioni al giorno, organizziamoci per tempo. Arcuri non può passare dai contratti di sviluppo nel Mezzogiorno all`acciaio, dai banchi a rotelle alle mascherine ai vaccini. Non ci riuscirebbe nemmeno Superman. E Arcuri comunque non è Superman».

La accusano di aver fatto da testimoniai del regime saudita.
«Sono stato a fare una conferenza. Ne faccio tante, ogni anno, in tutto il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, dal Medio Oriente alla Corea del Sud. È un`attività che viene svolta da molti ex primi ministri, almeno da chi è giudicato degno di ascolto e attenzioni in significativi consessi internazionali. E grazie a questo pago centinaia di migliaia di euro di tasse in Italia. Sono certo che anche il presidente Conte, quando lascerà Palazzo Chigi, avrà le stesse opportunità di portare il suo contributo di idee. Quanto all`Arabia Saudita, soltanto chi non conosce la politica estera ignora il fatto che stiamo parlando di uno dei nostri alleati più importanti. Il regime saudita è un baluardo contro l`estremismo islamico, la forza politica ed economica più importante dell`area. Il programma Vision2030 è la più importante iniziativa di riforma mai tentata nella storia della regione. Se vogliamo parlare di politica estera diciamolo: è grazie a Riyadh che il mondo islamico non è dominato dagli estremismi. Temo tuttavia che sia più un argomento per attaccarmi personalmente non riuscendo a rispondere sui contenuti. Ora occupiamoci di vaccini e posti di lavoro, poi risponderemo puntigliosamente in tutte le sedi».

Qual è il prossimo passaggio?
«Un documento scritto. Puntuale. Con dentro tutte le cose che vogliamo fare. Noi di Italia viva abbiamo rinunciato alle poltrone per le idee e gli ideali, proprio nelle stesse ore in cui alcuni colleghi parlamentari cambiavano idee e ideali solo per chiedere delle poltrone. Oggi non accetteremo di uscire da questa crisi senza un impegno solenne, scritto, sui contenuti. Se ci sarà questo documento scritto sui contenuti potremo parlare di nomi. Altrimenti prenderemo atto del tramonto dell`esperienza giallorossa. Contano le idee, non le aspettative personali»