Renzi: «Sanità e trasporti, la battaglia è in Europa»
Intervista a Matteo Renzi per «Unione Sarda» del 2-06-2024
di Cristina Cossu
Matteo Renzi oggi sarà a Cagliari per la sua candidatura al Parlamento di Strasburgo e per sostenere Massimo Zedda sindaco. Manca una settimana alla prossima tornata elettorale: l'8 e il 9 giugno si vota per le Amministrative e per le Europee. Il leader di Italia Viva: andare a votare è fondamentale. A Strasburgo e Bruxelles si decide delle nostre vite.
La sanità: perché tutti devano avere le stesse possibilità di curarsi. La continuità territoriale: perché le disparità territoriali sono inaccettabili. L'energia: perché è il momento di dire basta alle servitù. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, parla dei grandi temi, boccia senza appello il Governo e sospende il giudizio sulla Giunta regionale - «aspettiamo i fatti».
Il suo sogno, gli Stati Uniti d'Europa. Cosa significa?
«L'Europa è a un bivio: o cambia, o muore. Di fronte al caos mondiale è totalmente assente: l'unica prospettiva per cambiare le cose sono gli Stati Uniti d'Europa. E quindi, elezione diretta del presidente della Commissione, liste transnazionali, esercito e diplomazia comuni, abolizione del potere di veto».
Obiettivo difficile.
«Sì, ma è l'unica possibilità per portare l'Europa ad essere decisiva nello scacchiere geopolitico. Chi chiede meno Europa, come la Lega di Salvini, non comprende che meno Europa vuol dire più Russia e più Cina».
Lei è candidato in tutte Le circoscrizioni, Isole comprese. Qual è l'obiettivo?
«Noi siamo gli unici che se eletti andranno davvero a Strasburgo. Candidarsi sapendo già di non andarci, come fanno Tajani, Schlein, Meloni e altri, è una vera e propria truffa ai danni degli elettori. Noi ci candidiamo per contare, non per contarci».
Se verrà eletto?
«Porterò in Europa gli interessi degli italiani, del mondo del lavoro e delle imprese, del sociale e della cultura. E faremo di tutto per portare Mario Draghi alla guida di Bruxelles. Ursula von der Leyen ha fallito: dal green deal che non ha protetto l'ambiente ma solo minacciato industria e posti di lavoro alla politica estera».
Perché importante votare per le Europee?
«L'Europa decide sulle nostre vite più di quanto non sembri. Decide sulla salute, sulla spesa pubblica, sulla concorrenza, sulle nostre case. Eppure, in Italia le Europee sono vissute come un "sondaggio". Queste elezioni sono decisive per il futuro dell'Europa e dell'Italia. Servono serietà e consapevolezza. E quanto conti l'Europa voi sardi lo sapete bene».
La Sardegna ha questioni aperte e mai risolte in Europa, come la continuità territoriale.
«Esattamente. A Strasburgo mi impegnerò perché alla Sardegna sia riconosciuto lo stesso modello di continuità territoriale della Corsica. La disparità di trattamento attuale è inaccettabile».
Quali sono a suo avviso i danni che sta facendo il Governo Meloni al Paese?
«L'immobilismo. Non c'è una sola riforma, solo annunci. Con il nostro governo inaugurammo una stagione di riforme, dal Jobs Act a Industria 4.0, abolizione dell'Imu, riforma del terzo settore. Un anno e mezzo di governo Meloni hanno portato al decreto rave e al decreto Ferragni. Questo esecutivo galleggia anziché governare».
Un suo giudizio sui primi mesi della Giunta Todde e dell'alleanza Pd-M5S, fallita altrove.
«L'alleanza Pd-M5S anche in Sardegna poggia su basi molto fragili e a dirlo sono i numeri: la presidente Todde ha preso più voti della coalizione che l'ha sostenuta, che a sua volta è stata superata dalla coalizione avversaria. È presto per esprimere giudizi, valuteremo la Giunta sulla base dei fatti. Per ora i problemi della Sardegna sono ancora tutti da affrontare, a cominciare dalla sanità, visto che tantissimi sardi rinunciano a curarsi o per farlo sono costretti a raggiungere la Penisola. Anche per questo, se eletti in Europa, chiederemo la riapertura della linea di credito del Mes sanitario: 37 miliardi per liste d'attesa, ospedali, medici, infermieri».
Aree idonee: Il decreto attuativo del Governo aumenta i megawatt per l'Isola.
«La solidarietà energetica, soprattutto dopo la crisi che abbiamo vissuto, è fondamentale tra regioni di uno stesso Stato e d'Europa. Questo non significa che la Sardegna, che in termini di servitù energetica ha già dato tanto con le centrali a carbone, non debba essere decisiva nella scelta dei progetti, tutti. Non devono essere sospese le autorizzazioni da autoproduzione relative all'industria, ma devono essere evitati tutti gli interventi che ricadono in aree tutelate come ad esempio il sito Unesco di Barumini».
La moratoria della Regione non conta?
«Purtroppo la moratoria della Regione è solo una proposta populista, perché produce effetti solo temporaneamente, essendo la materia energetica una di quelle in cui la Regione non può legiferare autonomamente. Un proclamo insomma, per far credere aí sardi di andare contro qualcosa che lo stesso Movimento 5 Stelle ha imposto negli anni del suo governo».
L'8 e il 9 giugno si vota anche per le Amministrative: a Cagliari sostenete Massimo Zedda, a Sassari Mariano Brianda e ad Alghero Raimondo Cacciotto.
«Da presidente del Consiglio ho sostenuto l'azione del sindaco Zedda con il bando periferie e il patto per la città metropolitana, Zedda ha dimostrato visione e capacità di pianificazione e di spesa. Negli ultimi anni, con l'amministrazione guidata da Fratelli d'Italia, le cose sono evidentemente peggiorate. Oggi Cagliari ha esigenze nuove e grandi opportunità di sviluppo legate anche all'utilizzo di fondi europei e del Pnrr, i cagliaritani meritano un sindaco capace e una squadra all'altezza delle sfide che verranno. Italia Viva è presente in Sardegna, e contribuirà a rafforzare la visione riformista di governo delle città. Noi siamo quelli del lavoro, della riduzione delle tasse, quelli che credono nell'innovazione tecnologica e nella cultura, che non hanno paura dei grandi eventi».