"Una nuova Tangentopoli? La politica vigili": La mossa del cavallo sul 'Corriere della Sera'

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L'anticipazione del nuovo libro di Matteo Renzi, pubblicata dal "Corriere della Sera", 31 maggio 2020. 

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Il nostro Paese ha davanti una formidabile sfida economica e occupazionale. Ma ho paura che, in assenza di una forte capacità reattiva della politica, l'Italia dovrà affrontare anche la risposta popolare scatenata da una serie di inchieste che i media potrebbero presentare come «la nuova Tangentopoli». La mia è un'impressione nata leggendo i resoconti di quanto accaduto e ricordando l'insegnamento di qualche saggio collega del passato: quando la politica è debole, si guarda alla magistratura quasi per conferirle un acritico potere di supplenza. E più i leader politici sono deboli, più le notizie di scandali — veri o presunti — deflagrano e si impongono nella mente dei cittadini e nel dibattito pubblico. Gli strumenti di protezione individuale, vale a dire le mascherine, sono arrivati attraverso percorsi a dir poco rocamboleschi. Le zone d'ombra della «querelle mascherine » sono moltissime e, quando le indagini della magistratura partiranno, la portata degli scandali dipenderà da come il sistema della comunicazione deciderà di raccontarli.

Non facciamoci illusioni, peraltro: non saranno solo le mascherine a rendere più lento e difficoltoso il lavoro nei tribunali. In questo paese, che ha condannato penalmente amministratori comunali per non aver aggiornato i piani di emergenza di alcune strutture pubbliche o per disastro colposo in occasione di recenti alluvioni, siamo sicuri che, davanti a ciò che è accaduto e agli oltre trentamila morti, qualche pm non vorrà indagare sulle responsabilità della classe politica, nella conduzione dell'emergenza? La definizione delle zone rosse, la tempistica delle chiusure, il periodo di preparazione tra la prima notizia di contagi a Wuhan e il paziente uno di Codogno, la gestione della Protezione civile, il rapporto tra regioni e Stato centrale, ma anche tra regioni e comuni: sono, a mio avviso, tutte scelte politiche, soggette a discrezionalità politica e dunque valutabili in sede politica. E tuttavia, un certo orientamento giurisprudenziale, sufficientemente consolidatosi nel corso degli ultimi anni, estende al campo penale le responsabilità dei politici. A fronte di trentamila vittime, questo modus operandi potrebbe avere un impatto devastante e, in un momento in cui andremo incontro ad agitazioni sociali per le difficoltà economiche, l'idea di sventolare qualche clamorosa indagine per sviare l'attenzione dai problemi più urgenti sarà molto consolante per una parte del sistema mediatico.

E, del resto, abbiamo iniziato a scorgerne i primi segni quando in Lombardia — ma non solo — si è cominciato a porre il tema delle Residenze sanitarie assistenziali, divenute focolai di Covid-19 appena alcune decisioni amministrative hanno obbligato i responsabili ad accogliere tutti i pazienti provenienti dagli ospedali, causando numerosi decessi tra gli anziani. Chi risponde di queste scelte? L'amministrazione centrale? Quella regionale? Il politico che decide? Il tecnico che firma? II dirigente che esegue? Le dinamiche dei terribili eventi luttuosi legati al coronavirus sono dunque foriere di accese polemiche, specie se dovessero essere le indagini giudiziarie a dettare l'agenda. Anche per questo, ho chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare che faccia chiarezza. Non certo per il desiderio di sostituirsi alla magistratura — che dovrà effettuare i propri rilievi —, ma per recuperare quanto accaduto, gli elementi positivi e negativi, in una cornice politica, come lezione per il futuro.

Una commissione parlamentare d'inchiesta sarebbe infatti la sede naturale — e istituzionalmente ineccepibile — per affrontare il dibattito sulle vicende di quei tragici giorni, con una visione a trecentosessanta gradi e senza consentire al circo mediatico di imbastire, sulla base di singoli episodi, una sorta di processo alla politica le cui ricadute sarebbero esiziali per la credibilità delle nostre istituzioni, come peraltro già avvenuto con Tangentopoli. Si facciano pure i processi per capire chi ha speculato sulle mascherine, chi ha sbagliato sulle zone rosse, chi ha fallito nella gestione delle Rsa, ma, se si vuole mettere sotto processo il sistema, si vada in Parlamento, non in tribunale.

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