APE Social
Quando l’equità sociale sposa la flessibilità e l’attenzione della politica si rivolge ai bisogni reali delle persone, allora nascono provvedimenti, come questo, che hanno l’obbiettivo non solo di correggere i molti errori e le troppe rigidità della riforma Fornero, ma anche di assicurare maggiore giustizia sociale ai cittadini.
Grazie all’anticipo pensionistico APE Sociale, chi ha avuto un lavoro molto faticoso o vive una situazione di difficoltà, ha la possibilità di usufruire di una forma anticipata di pensionamento, rispetto a quelli che sono i requisiti previsti.
Se il lavoratore o la lavoratrice è rimasto senza lavoro, se ha problemi di salute, se deve prendersi cura di familiari disabili oppure se svolge lavori particolarmente gravosi, con l’Ape Sociale potrà andare in pensione a 63 anni, e cioè 3 anni e 7 mesi prima di quanto stabilito dalla riforma Fornero. Per questa scelta non avrà nessuna decurtazione dell’assegno pensionistico, infatti un “reddito ponte” lo accompagnerà fino all’età prevista della pensione.
Anticipo pensionistico Ape Sociale, novità nelle scadenze
Buone notizie sul fronte delle pensioni anticipate. Per il 2018 è già possibile presentare domanda per usufruire dell’Ape sociale.
La prima finestra per richiedere l’anticipo pensionistico scade il 31 marzo. Possono presentare la richiesta le lavoratrici e i lavoratori che maturano i requisiti entro il 2018, anche se in una data successiva alla domanda.
La Legge di Bilancio 2018, inoltre, ha stabilito una seconda finestra, prevedendo una seconda scadenza fissata al 15 luglio.
Saranno anche accolte le domande presentate tra il 15 luglio e il 30 novembre, anche se la priorità maggiore l’avranno le richieste presentate prima. Inoltre, il provvedimento puntualizza “che le domande presentate oltre il 15 luglio 2018 e, comunque, non oltre il 30 novembre 2018 sono prese in considerazione esclusivamente se all’esito del monitoraggio” ci saranno ancora risorse finanziarie disponibili.
Ape Sociale, risorse disponibili
- limite di spesa di 300 milioni di euro per l’anno 2017;
- limite di spesa di 609 milioni di euro per il 2018;
- limite di spesa di 647 milioni di euro per il 2019;
- limite di spesa di 462 milioni di euro per il 2020;
- limite di spesa di 280 milioni di euro per il 2021;
- limite di spesa di 83 milioni di euro per il 2022;
- limite di spesa di 8 milioni di euro per il 2023.
Ape Sociale: più ampia la platea dei lavoratori interessati
La Legge di Bilancio 2018 amplia anche la platea dei lavoratori che possono richiedere l’Ape social. Le nuove categorie inserite sono i disoccupati per scadenza di contratto a termine, i caregiver di parenti fino al secondo grado, quattro nuove tipologie di lavori gravosi (marittimi, pescatori, siderurgici e agricoltori). È previsto anche uno sconto contributivo per le donne con figli, pari a dodici mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
Cos’è l’anticipo pensionistico Ape Sociale?
Sappiamo bene che non tutti i lavori sono uguali e non tutti i lavoratori e le lavoratrici si trovano nella stessa situazione. L’APE sociale, introdotta in via sperimentale dal primo maggio 2017 al 31 dicembre 2018, rende accessibile il pensionamento alle persone che vivono una situazione di bisogno.
Si tratta di un’indennità totalmente a carico dello Stato che accompagna alcune categorie di lavoratori e disoccupati all’età di accesso alla pensione.
L’indennità è pari all’importo della rata mensile di pensione, fino a un tetto di 1.500 euro mensili. L’importo dell’indennità non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo.
Al termine della prestazione, si accede all’intera pensione alla quale si ha diritto, senza alcuna riduzione o penalizzazione.
Ape sociale come funziona
Per l’Ape sociale, bisogna avere almeno 63 anni di età (che dovranno essere compiuti entro la fine del 2018) e rientrare in una delle seguenti categorie:
- disoccupati involontari che abbiano terminato di ricevere il sussidio da almeno tre mesi e abbiano 30 anni di contributi (da maturare entro la fine del 2018);
- caregiver che assistano da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità oppure un parente o affine di secondo grado convivente, purché i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano almeno 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti. In questo caso ci vogliono 30 anni di contributi.
- invalidi almeno al 74% e con 30 anni di contributi;
- lavoratori con mansioni gravose: in questo caso gli anni di contributi versati debbono essere 36 anni e i lavori gravosi (come le categorie citate prima oppure l’infermiera o il ferroviere, l’operaio edile e la maestra d’infanzia) devono essere stati svolti per almeno sei anni negli ultimi sette, oppure da almeno sette anni negli ultimi dieci. I requisiti devono essere raggiunti entro fine 2018, quindi non è necessario possederli nel momento in cui si presenta la prima domanda.
Chi può richiedere l’anticipo pensionistico Ape Sociale
L’anticipo pensionistico può essere richiesto dai lavoratori dipendenti sia di enti pubblici sia di aziende private, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla Gestione Separata.
Lavoratori precoci
Chi ha iniziato a lavorare giovanissimo, può ricevere la pensione anticipata anche se non ha raggiunto i 63 anni. In questo caso, ci vogliono almeno 41 anni di contributi (che potranno maturare entro la fine del 2018), con un anno di contributi versati entro il compimento del 19esimo anno di età. Inoltre, occorre far parte di una delle categorie indicate per l’Ape sociale.
Come presentare domanda per Ape Sociale e Lavoratori precoci
Per accedere agli anticipi pensionistici è necessario inviare prima la domanda per ottenere dall’Inps la certificazione che se ne ha effettivamente diritto.
Solo dopo aver ricevuto dall’Inps una risposta positiva, si potrà inviare la domanda di accesso alla prestazione.
Dove si presenta la domanda
La domanda per l’accesso ai benefici offerti dall’Anticipo Pensionistico Ape Sociale va presentata esclusivamente in via digitale dal sito dell’INPS. La domanda può essere compilata direttamente dal richiedente o servendosi dell’assistenza gratuita offerta da un patronato.