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La bellezza salverà il mondo: è una frase bella, appunto, e affascinante. E che ha avuto tanta fortuna: l’abbiamo ascoltata e magari anche proferita chissà quante volte e in chissà quante situazioni. Il contesto da cui è tratta è quello di un grande romanzo: la pronuncia Fëdor Michajlovic rivolto al principe Miškin, nell’Idiota di Dostoevskij: “È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?”.
L’espressione è poi volata via dal romanzo per diventare così popolare da avere una sua vita automa e oggi, quando diciamo che la bellezza salverà il mondo, intendiamo dire che non esiste nessun luogo che non possa essere toccato dalla bellezza. Dentro quelle parole c’è la speranza, c’è il progetto, c’è l’ottimismo.

E la politica? La politica può essere toccata dalla bellezza? Matteo Renzi ci crede. Credere nella bellezza è credere nel futuro. E lui su parole come ‘futuro’ e ‘bellezza’ è uno che ci ha costruito la politica dei governi guidati dal Partito Democratico.

È vero: suona strano accostare politica e bellezza. La bellezza è positiva, intima, pura, gentile. La politica, come vorrebbero convincerci il cinismo dei populisti come 5 Stelle e Lega e la valanga di fake news che seminano odio, è fredda, calcolatrice, arrogante. Eppure non è così e i fatti lo dimostrano. La bellezza è riuscita a entrare nella politica, nell’economia, nella cultura e ci aiuterà a salvare l’Italia e – perché no? – il mondo.

Art Bonus e Progetto Bellezza

La ripresa economica del nostro Paese si è messa in moto anche grazie alla cultura. Del resto nessun paese al mondo possiede una aggregazione di bellezza, arte, storia, ambiente, quale l’Italia che, non a caso, vanta oltre 50 siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Una tesoro di chiese e teatri, di monumenti e palazzi storici, che dal Sud al Nord della penisola non soltanto testimoniano la grandezza del passato ma chiamano alla responsabilità amministratori pubblici, imprenditori, cittadini. E l’Art Bonus, messo a punto dal governo Renzi con Dario Franceschini ministro della Cultura, si è rivelato lo strumento giusto: credito d’imposta fino al 65% per chi sostiene la cultura italiana.

L’altra azione straordinaria per novità e per il tipo di messaggio positivo che ha voluto trasmettere , è il Progetto Bellezza, voluto da Matteo Renzi durante il suo governo: 273 interventi in tutto il Paese per ben 150 milioni di euro stanziati dal governo per valorizzare i piccoli-grandi gioielli italiani.

Cos’è l’Art Bonus

Il provvedimento dell’Art Bonus è uno strumento innovativo, frutto dei governi Pd, per agevolare sotto forma di credito d’imposta chi effettua donazioni in denaro per interventi di manutenzione, di restauro o di realizzazione di nuove strutture legate alla cultura. Sono stati previsti, inoltre, benefici fiscali anche per la produzione cinematografica e audiovisiva, così da attrarre investimenti esteri.

È, dunque, un incentivo al mecenatismo privato a beneficio del patrimonio culturale pubblico (Art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”, convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014)

La legge di stabilità 2016 del 28 dicembre 2015, n. 208 ha stabilizzato e reso permanente l’Art bonus, con l’agevolazione fiscale al 65% per le erogazioni liberali a sostegno della cultura.

Cosa possono sostenere le erogazioni?

Le erogazioni liberali per beneficiare dell’Art Bonus possono sostenere gli istituti e i luoghi della cultura pubblici, come musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, ma possono anche destinare l’erogazione alle fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione. Inoltre, possono finanziare la manutenzione, la protezione e il restauro di beni culturali pubblici, la realizzazione di nuove strutture, il restauro e potenziamento di quelle esistenti, di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo.

I risultati dell’Art bonus

Dall’approvazione a oggi sono circa 7.000 i mecenati che hanno donato 230 milioni di euro per oltre 1.400 interventi (dati Mibact).
Un risultato giudicato “strepitoso” da più parti che premia la certezza del beneficio fiscale che la legge assegna a chi vorrà contribuire alla tutela e al sostegno del nostro straordinario sistema culturale.
L’Art bonus “non ha un tetto massimo – ha spiegato Franceschini – sta funzionando bene, soprattutto nei comuni, grazie allo sforzo di imprese piccole e medio piccole. Oltre all’aspetto fiscale, grande importanza ha l’aspetto pedagogico di integrazione tra pubblico e privato, qualcosa che non ha mai fatto parte nella tradizione italiana. Il crowdfunding non è ancora entrato nel nostro modo di vivere e incentivare la cultura.
Bellezza@ – Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati
Per la prima volta, con i governi Pd, la politica si è confrontata davvero col tema della bellezza. La bellezza come risorsa nazionale dell’Italia: l’energia più pulita possibile che ha rimesso in moto l’economia. Anche attraverso piccoli progetti diffusi capillarmente da Nord a Sud e anche attraverso la partecipazione di tanti cittadini.

È stata questa la ‘cifra’ del progetto Bellezza@ – Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati, voluto da Matteo Renzi quando era presidente del Consiglio.
Lanciò l’idea nel maggio 2016 e il progetto ha trovato la sua conclusione a dicembre 2017, con la Commissione del ministero dei Beni culturali che ha valutato e assegnato le risorse (150 milioni di euro in totale) a 273 luoghi culturali del nostro Paese che avevano necessità di un intervento.

Il meccanismo di partecipazione è stato straordinario: sono arrivate decine di migliaia di messaggi alla e-mail.