Cooperazione Internazionale

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Nei prossimi 30 anni i cambiamenti climatici, l’evoluzione tecnologica, i trend demografici, le spinte migratorie ridisegneranno il volto del nostro pianeta. Grandi sfide che si tramuteranno in grandi opportunità anche economiche se sapremo governarle con lungimiranza o in alternativa rischi catastrofici se rinunceremo a confrontarci con esse richiudendoci solo su noi stessi. La cooperazione internazionale allo sviluppo assume dunque un valore strategico e mira a porre il nostro Paese in una relazione di partnership virtuosa con i Paesi del Sud del Mondo.

La stabilità, la sicurezza,la crescita saranno possibili se sapremo svolgere e far evolvere il sistema della cooperazione includendo tutti i soggetti che ne sono a vario titolo protagonisti: dalle istituzioni nazionali, europee e multilaterali alle ONG, dagli enti profit alle organizzazione della società civile (OSC), dalle comunità della diaspora alle istituzioni finanziarie. Occorre fare rete nel rispetto delle prerogative e competenze di ciascuno ma con una visione che renda il nostro Paese più aperto ed inclusivo e per questo motivo anche più solido e solidale. “Aiutarli a casa loro” in definitiva significa anche chiamare tutti ad aiutare a rendere migliore la nostra casa.

A distanza di quasi 30 anni dalla legge del 1987 sulla cooperazione allo sviluppo, grazie all’azione del governo Renzi il sistema italiano è stato adeguato ai modelli prevalenti nei paesi partner della Ue. Come? Vengono intanto individuati con precisione i destinatari dell’azione di cooperazione; è riformata profondamente la ‘governance’ con l’istituzione, tra l’altro, dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo. Sono indicati gli obbiettivi principali della stessa. Infine, oltre a essere “parte integrante e qualificante della politica estera”, la politica di cooperazione italiana assume un ruolo decisivo per la ‘gestione’ stessa dei flussi migratori.

LA NUOVA LEGGE SULLA COOPERAZIONE

Entrata in vigore il 29 agosto del 2014, come richiesto proprio dalla rete di organizzazioni non governative coinvolte nei lavori preparatori, la nuova legge 125 sulla cooperazione allo sviluppo e le Ong, fissa fin dai primi articoli i suoi obiettivi fondamentali:

  • sradicare la povertà e ridurre le disuguaglianze, migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e promuovere uno sviluppo sostenibile;
  • tutelare e affermare i diritti umani, la dignità dell’individuo, l’uguaglianza di genere, le pari opportunità e i principi di democrazia e dello Stato di diritto;
  • prevenire i conflitti, sostenere i processi di pacificazione, di riconciliazione, di stabilizzazione post-conflitto, di consolidamento e rafforzamento delle istituzioni democratiche.

FONDI

In totale, tra i vari ministeri che ricevono fondi per la cooperazione, per il 2017 le risorse per l’APS (aiuto pubblico allo sviluppo) arrivavano a 4 miliardi e 819 milioni di euro, quasi 866 milioni in più rispetto al 2015. La Legge di Bilancio 2018 assegna, inoltre, all’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo 21,2 milioni nel 2018, 22 milioni nel 2019 ed 21,9 milioni nel 2020.< Contestualmente s’introduce un rifinanziamento del Fondo per interventi straordinari nei paesi africani di importanza prioritaria per le rotte migratorie nella misura di 30 milioni nel 2018 e di 50 milioni nel 2019.

I SOGGETTI DELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

Sono soggetti del sistema della cooperazione allo sviluppo: le amministrazioni dello Stato, le università e gli enti pubblici, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali, le organizzazioni della società civile e gli altri soggetti senza finalità di lucro, i soggetti con finalità di lucro qualora agiscano con modalità conformi ai principi della legge, aderiscano agli standard comunemente adottati sulla responsabilità sociale e alle clausole ambientali, nonché rispettino le norme sui diritti umani per gli investimenti internazionali.
Per organizzazioni della società civile e altri soggetti senza finalità di lucro soggetti della cooperazione allo sviluppo devono intendersi imprese e cooperative sociali, organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori, le fondazioni, le organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, le organizzazioni con sede legale in Italia che godono da almeno quattro anni dello status consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC).

ONG E ONLUS

Alla rete della cooperazione internazionale appartengono, con un ruolo di primo piano, organizzazioni non governative (ONG) specializzate nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario; organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) statutariamente finalizzate alla cooperazione allo sviluppo e alla solidarietà internazionale.

ONG E ONLUS: DI COSA SI OCCUPANO PER LEGGE

Tra le attività riconosciute dalla legge 125 ci sono: il commercio equo e solidale, la finanza etica e il microcredito, lo sviluppo di relazioni tra comunità di immigrati e paesi di origine finalizzate alla cooperazione e al sostegno allo sviluppo.

CODICE DI CONDOTTA ONG

Il 31 luglio del 2017 è entrato in vigore il codice di condotta per le ong impegnate in azioni di salvataggio di migranti in mare. Il testo messo a punto dal Viminale con la supervisione del ministro Marco Minniti ha ricevuto il benestare dell’Unione europea. Pur tra le polemiche sollevate da alcune organizzazioni in merito ad alcuni punti come la presenza della polizia a bordo delle navi e il divieto di trasbordo dei migranti su altre unità, il codice ha comunque un merito fondamentale: quello di aver stabilito che l’attività di salvataggio, oltre a dover mettere al centro la tutela della vita umana e dei diritti delle persone nel rispetto delle convenzioni internazionali, non può essere disgiunta da un percorso di accoglienza sostenibile e condiviso con altri Stati membri, conformemente al principio di solidarietà di cui all’art. 80 del TFUE.

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E MIGRAZIONI: GLI OBBIETTIVI DEL PD

Per il Partito Democratico la cooperazione internazionale allo sviluppo deve rappresentare lo strumento principale di una strategia di lungo periodo per affrontare le cause profonde della migrazione. Assicurare la coesione delle politiche e il supporto ai paesi terzi che mostrino standard accettabili di rispetto dei diritti umani, della democrazia e delle regole di diritto sono tra gli obiettivi fondamentali. Vanno inoltre incrementati percorsi sicuri e regolari per le persone che hanno bisogno di protezione internazionale (specialmente per i minori non accompagnati, il reinsediamento, le unioni familiari), nonché favorire percorsi di migrazione circolare o di ritorno per i migranti economici.