Enews 430, 3 giugno 2016

1. Elezioni amministrative

Domenica 5 giugno si vota in diversi comuni. Tra gli altri: Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Cagliari, Trieste.
Come abbiamo detto in tutte le salse non è un voto sul Governo, ma sicuramente è molto importante per scegliere il futuro della propria città. Parliamoci chiaro: il mondo sempre di più vedrà protagoniste le aree urbane.

Vinceranno quelle che sapranno attrarre innovazione e capitale umano, se del caso ripensandosi come ha saputo fare in questi anni – per fare un solo esempio – la Torino di Piero Fassino. Ci vogliono sindaci onesti, capaci di tappare le buche, ma anche di dare un orizzonte alle proprie comunità. Il PD ha messo in campo molti candidati autorevoli. Gente che ha saputo gestire grandi eventi come Beppe Sala a Milano, senza il quale non ci sarebbe stato Expo. O Roberto Giachetti, anima organizzativa in Comune di Roma del Grande Giubileo del 2000 e della Giornata Mondiale della Gioventù.
L’invito a tutti i cittadini interessati è quello di non sprecare l’occasione del voto per il proprio sindaco. Buon voto a tutti!

2. L’Italia non si rassegna

Girando molto per il Paese mi imbatto quotidianamente in storie di gente che non si rassegna. Che innova e che ci prova. E che costituisce un esempio meraviglioso di quello che è l’Italia. A Torino ho visitato la Argotec, quaranta ingegneri di cui la metà donne che lavorano nel settore dell’innovazione spaziale: dalla macchinetta da caffè di Samantha Cristoforetti fino ai cibi spaziali realizzati con Slow Food. A Milano la splendida struttura di Coldiretti ci ha accolto per parlare di latte e di etichettatura, con tanti giovani che scelgono la dura vita della stalla per passione e che necessitano di un sostegno più forte dalle istituzioni europee. La BCG, un’azienda di consulenza globale, ha riunito cento tra i migliori studenti universitari italiani – la metà donne anche in questo caso – con i quali abbiamo discusso un’ora sulle prospettive del futuro del nostro Paese (qui il video). Milano è la capitale della finanza certo, ma anche del volontariato; e incontrare don Gino Rigoldi e la sua tenace passione è stato un regalo per molti di noi che credono nell’impegno di questo sacerdote per i ragazzi del carcere minorile Beccaria e per le tante periferie del nostro tempo. Proprio nelle stesse ore a Roma si è sbloccata la complicata vertenza Almaviva grazie al lavoro straordinario di Teresa Bellanova e delle parti interessate: tremila licenziamenti bloccati.
Tutto questo nel giro di un paio di giorni. Piccoli esempi, per carità, niente di trascendentale: ma giusto per dire che l’Italia che non si rassegna è viva e più forte che mai. E noi stiamo con lei con la pancia a terra e la testa in alto. Quelli che si lamentano soltanto non ci fermeranno, mai.
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3. I numeri sono testardi

Questa Italia che non si rassegna tutti i giorni combatte con chi spera che tutto fallisca (in arte: gufi), la cui principale attività è far passare il messaggio che tutto va male e tutto andrà sempre peggio. I numeri però sono testardi. E hanno ragione loro.
È vero, come scrive Nando Pagnoncelli nel suo libro “Dare i numeri. Le percezioni sbagliate sulla realtà sociale”, che la percezione degli italiani è spesso diversa dalla realtà: siamo convinti che i disoccupati siano 4 volte più di quelli che effettivamente sono. Che gli stranieri siano 3 volte di più di quelli che effettivamente sono. Che i musulmani in Italia siano 10 volte di più di quelli che effettivamente sono. E 7 italiani su 10 non sanno che siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa o il primo per agricoltura. Dunque: la nostra percezione è diversa dalla realtà. Ok, ma questo non è un buon argomento per non ridire la verità. Come diceva un saggio: “Se si dice la verità, si è sicuri presto o tardi di essere scoperti”.

Diciamo la verità allora su tre questioni chiave di queste ore.

  • Gli 80 Euro: Beppe Grillo dice che noi li stiamo richiedendo indietro perché era solo una manovra elettorale. Su Twitter il fondatore di Cinque Stelle è immediatamente diventato #beppebugiardo. Perché? Perché non è vero. Non c’è nessuna manovra oscura del Governo, men che mai a livello elettorale. è vero che 1,4 milioni di persone che avevano dichiarato di stare nei limiti previsti dalla legge (8mila­-26mila euro lordi) non ci sono stati e dunque hanno perduto il diritto al bonus. Ma è vero anche che 1,6 milioni di persone che non avevano dichiarato di stare nei limiti, ci sono rientrati e dunque hanno diritto al Bonus. Il
    saldo è che ci sono 200 mila italiani in più delle previsioni con gli 80 euro in tasca. E il succo è che Grillo dice le bugie. Anche su questo. Ma ormai non è più una notizia. La verità è una: 11.291.064 italiani nel 2014 hanno ricevuto il bonus fiscale.
  • Gli immigrati. Si dice che da quando si è fatto l’accordo in Turchia i numeri degli sbarchi in Italia sono aumentati all’improvviso e in modo esponenziale. è falso. Guardiamo i dati al primo giugno del 2015 e del 2016. Stesso giorno, primi cinque mesi dell’anno. In Italia lo scorso anno erano arrivate poco più di 47 mila persone. E – nemmeno a farlo apposta – sono arrivate poco più di 47 mila persone nel 2016. La stessa cifra. Non solo: ma gli arrivi da Turchia e Grecia si sono ridotti di almeno tre volte e non superano le 300 unità in cinque mesi da entrambi i Paesi. L’immigrazione è un grande tema per oggi e per domani, non c’è dubbio. Ma se vogliamo affrontarlo sul serio, dobbiamo affrontarlo bene. La prima regola è rispettare la realtà per quella che è, non per quella che descrive qualche esagitato in camicia verde.
  • Il JobsAct. Prendiamo i dati ISTAT, che sono per definizione quelli più attendibili. Dal mese di febbraio 2014, primo mese del nostro Governo, a oggi ci sono 455.000 posti di lavoro in più. Abbiamo recuperato quasi mezzo milione di posti in due anni: per me è un risultato storico, grazie JobsAct! Se poi pensiamo che 390.000 mila di questi posti sono a tempo indeterminato ci rendiamo conto di che storia incredibile è questa del JobsAct: tante ragazze e ragazzi che possono finalmente accendere un mutuo e magari addirittura fare un figlio grazie alla stabilità ottenuta. Oggi in Italia lavorano 22 milioni e 600 mila persone. Per trovare un dato così alto bisogna risalire a 4-­5 anni fa. E se poi siete curiosi leggetevi questo interessante articolo del prof. Marco Fortis su qual è il vero problema del nostro Paese.

Gli 80 euro, l’immigrazione, il JobsAct sono solo tre dei vari argomenti nella discussione di queste ore. Ma su tutti e tre si gioca sui numeri, si raccontano storie false, si prova a far diventare virali sulla rete cose che non sono vere. I numeri sono testardi, la realtà non è quella descritta dai gufi: c’è ancora molto da fare ma la strada è quella giusta.

Angolo del referendum
Prosegue la grande mobilitazione di migliaia di persone per il referendum costituzionale di ottobre. All’appello dei professori di diritto, ha fatto seguito un ulteriore appello di uomini e donne della cultura, mentre crescono le adesioni dal mondo dello sport, del cinema, dell’economia. E tuttavia ciò che cresce di più è il numero dei cittadini che si mettono in gioco. Oltre mille comitati, abbiamo superato quota 13mila euro di raccolta fondi dal basso, quasi duecentomila firme. E preparatevi al grande appuntamento del prossimo 16 giugno quando in tutta Italia tavolini e volantinaggio ci aiuteranno a festeggiare la scomparsa dell’Imu e della Tasi e a lavorare sul coinvolgimento popolare per il referendum. Qui il video della puntata di Virus di mercoledì in cui torno ad illustrare le ragioni più evidenti del sì al referendum.

Per chi proprio è appassionato: qui trovate il video della inaugurazione del Gottardo, in Svizzera. Qui il video di maggio, con una rapida carrellata di alcune cose fatte.

Pensierino della sera.
Ho incontrato Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, minacciato in modo vigliacco da chi non gradisce le sue battaglie antimafia. Con noi c’era anche il sindaco di Troina, Fabio Venezia.
Come sapete sono letteralmente ossessionato dalla necessità di proporre un racconto positivo per il Mezzogiorno, costellato dalle tante storie di successo che il nostro Sud può offrire. Ma questo non può farci mai abbassare la guardia rispetto ai rischi della criminalità organizzata. Ci sono degli amministratori coraggiosi che non possono essere abbandonati neanche un minuto dall’affetto della comunità nazionale. Ecco perché ho voluto accoglierli a Palazzo Chigi, per dare un abbraccio fisico e non solo telefonico a Giuseppe e Fabio. Sono certo che quell’abbraccio fosse l’abbraccio di tutti voi.

Un sorriso,
Matteo