Abbiamo già organizzato il primo round: 270.000 italiani che sono iscritti al PD hanno discusso in quindici giorni le tre mozioni. E hanno votato regalandoci un risultato impressionante.
Adesso si voterà di nuovo. In piazza, nei circoli, nei gazebo. Dodici ore per un festival della democrazia che nessuno degli altri ha la forza e il coraggio di organizzare, ma che tutti gli altri sono sempre pronti a criticare.
Discutere, partecipare, votare: questa la forza di chi non ha paura della democrazia.
Se guardate i commenti dei politici, dei commentatori, degli opinionisti in queste ore è impressionante il pensiero unico di chi dice: “Le primarie non servono più”. Quelli più contrari di tutti sono di solito quelli che faticano a prendere il voto anche dei parenti. Sta accadendo una cosa semplice, amici: vogliono togliervi anche le primarie. Vogliono togliervi la possibilità di selezionare la classe dirigente, perché per molti di loro è meglio fare una bella operazione costruita a tavolino in un salotto, con un blog, con tre editoriali e due rilanci di agenzia. Vogliono evitare che possiate decidere voi. E dunque dicono che se solo un milione di persone domani andrà a votare, sarà un flop.
Ignorano che un milione di persone che vanno a votare rappresentano una forza straordinaria, strepitosa. Che nel mondo è difficile trovare esperienze così belle. Ma noi raccogliamo la sfida, amici: facciamo di tutto perché si possa superare questa cifra. Perché possiamo essere in tanti a decidere. Non lasciate la politica a chi non si misura con i voti, ma prova a riportare tutto nelle segrete stanze. Le primarie restituiscono potere ai cittadini. Non agli accordi di potere tra gruppi dirigenti. Scegliete voi chi deve guidare il partito, la città, il Paese. Scegliete voi, nessun altro. Il mio appello – anche nel confronto su SKY – è stato innanzitutto per andare a votare. Lo trovate qui.
Già che ci siete, se poi votate per noi io non mi offendo!
Abbiamo fatto una campagna elettorale totalmente diversa. Ricca di stimoli e di spunti, soprattutto sul piano umano. Se non avessi avuto le vostre migliaia di email, io non mi sarei ricandidato. Se non avessi sentito la forza del vostro affetto – così prorompente anche nel risultato dei circoli – io non mi sarei rimesso in gioco. Non lo faccio per voi, sia chiaro: lo faccio con voi. Che è una cosa ben diversa.
Dal Lingotto ad oggi – insieme a Maurizio Martina e a tanti di voi – abbiamo parlato solo di contenuti. Non abbiamo mai attaccato gli altri candidati, cui abbiamo solo mandato messaggi di rispetto e amicizia. Ma abbiamo ragionato sull’Italia. Raccontandoci che cosa abbiamo in testa per il futuro.
Siamo andati a lanciare cinque punti per l’Europa a Bruxelles con cento giovani. È la prima volta che si chiude una campagna in questo modo: proposte concrete italiane per cambiare l’Europa.
Abbiamo toccato le periferie, da Pioltello a Corviale, da Scampia a Taranto. Umanamente e politicamente un’esperienza incredibile.
Abbiamo discusso di questioni di merito anche aprendoci a speciali dirette facebook: giovani, donne, ambiente, cultura (alle 11 stamattina, anche questa in diretta)
Sappiamo che dal giorno dopo l’elezione ci sarà molto da fare, ma vogliamo farlo insieme. Andare avanti, insieme.
Chiediamo il voto perché abbiamo un progetto per l’Italia. Un progetto chiaro, serio, pluriennale.
Chiediamo il voto perché abbiamo un’idea di come costruire il futuro per i nostri figli.
Tutto qui. No polemiche, no retroscena, no intrighi.
Se avete voglia di dare una mano, noi vi diciamo che ne abbiamo bisogno. E vi proponiamo di fare un tratto di strada insieme. Per il PD e per l’Italia.
Un sorriso,
Matteo