Il nuovo Renzi globale e intimo: "sono pacificato: all'estero non pensano che sono un bischero".

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A casa dell'ex Premier.

di Claudio Bozza, Sette.Corriere.it

Viaggi dalla Thailandia all'Arabia, una rete di relazioni internazionali sempre più stretta, conferenze pagate fino a 50mila euro: così l'ex premier si è reinventato l'esistenza. Ma l'approdo è sempre Firenze, qui nella «dimora dei sogni» dove tutto è ricominciato: «Ho perso il potere da tempo, ora io e Agnese possiamo fare tante cose»

DI CLAUDIO BOZZA

«Ora dov'è finito quell'aggeggio?». L'aggeggio a cui si riferisce Matteo Renzi è il telecomando con cui si aziona il dispositivo che scopre la piscina. Alla fine lo trova. Preme il pulsante e osserva soddisfatto.

Il tavolo in giardino è un tappeto di evidenziatori di ogni colore, da sempre la sua ossessione per scrivere libri o preparare discorsi: al centro c'è il suo Mac, coperto di appunti. Ora che Silvio Berlusconi non c'è più, in tanti guardano a lui come suo possibile erede politico. Tanto è vero che lo stesso Cavaliere, con Denis Verdini ambasciatore, già nel 2009 tentò di strapparlo alla Margherita: «Fu la prima di una serie di avance, le rifiutai tutte», racconta Renzi. E poi: «Discutere della successione di Berlusconi è inutile, perché è una successione impossibile. Era un unicum».

Sua moglie Agnese, insegnante, si affaccia prima di partire verso uno degli ultimi giorni di scuola. Siamo ai piedi del Piazzale Michelangelo: «Questa era la nostra casa dei sogni»

«Ha mai raggiunto la sua «quota 1oo?», intesa come il numero delle conferenze che tiene in ogni parte del mondo.

Ormai è un politico globale, che però torna sempre e comunque a Firenze. Non riesce a staccarsene, perché qui c'è la sua essenza: croce e delizia. Dalla Fiorenza di Niccolò Machiavelli ha assorbito l'arte di politico, spesso spietato, che d'un soffio lo fiondò da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi, con tanto di cena d'onore alla Casa Bianca al fianco di Obama. Successi a raffica, poi il tonfo al referendum costituzionale.

Oggi sono passati quasi sette anni da quella sconfitta, che stroncò un'ascesa che sembrava inarrestabile.

Voltandosi indietro, non si sente un po' come Roberto Baggio per quel rigore sbagliato alla finale di Usa '94? 

Renzi scuote la testa: «No. Ormai è passato più tempo da quando ho perso il potere rispetto a quello che ho trascorso ai posti di comando», racconta a 7. Il senatore di Firenze, da qualche tempo, sembra essere entrato in una nuova fase della sua vita, del tutto inedita per come è fatto. «Sono pacificato. Non ho più l'assillo: tornerò, non tornerò?». Con un'unica eccezione: la battaglia contro i pm fiorentini che hanno indagato su di lui e la sua famiglia su più fronti. Usa toni durissimi, talvolta oltre quelli che Berlusconi sfoderò nella sua, di battaglia, contro le toghe.

«Io non ho violata la legge, mentre non sono certo di poter dire la stessa cosa per i pm, che mi hanno indagato. Hanno fatto pubblicare, contra legem, anche tutti i miei estratti conto bancari. E da tre anni sono al centro di un processo, Open, ancora inchiodato all'udienza preliminare: nel 2025 sarà tutto prescritto, e a me scoccia anche molto».

Poi, dopo aver evidenziato che tutta questa bufera è «casualmente» iniziata dopo la scissione dal Pd, preferisce parlare di altro.

«Come le dicevo sono pacificato».

E chi non lo sarebbe? Obiettiamo riferendoci all'ultima dichiarazione dei redditi renziana: 2,5 milioni di euro.

«La conquista più grande è stata il tempo: io ed Agnese ancora non abbiamo 5o anni - Francesco, Emanuele ed Ester sono ormai grandi -, così possiamo andare al teatro quando ci va, oppure andare via per un week end. Durante tutti gli anni in cui ho avuto responsabilità di governo era impossibile».

Meglio prima o adesso?

Su questo, indicando con un sorriso la seconda opzione, risponde la moglie prima di salutare. In questa «nuova vita», Renzi mantiene però saldamente un primato (negativo) che non sembra dargli più grande fastidio come prima: nei sondaggi resta il leader meno amato. Ma c'è l'onda atavica del nemo propheta in patria. «All'estero sono molto apprezzato. Si vede che lì non mi considerano proprio un bischero».

Così, al royal wedding in Giordania, in mezzo a 140 teste coronate, Renzi e sua moglie sono stati gli unici ospiti italiani. Per il sì del principe Hussein bin Abdullah II e l'architetta saudita Rajwa Mseif, è arrivato un invito atteso. Anche perché, durante i suoi tre anni a Palazzo Chigi, Renzi aveva stretto buoni rapporti con il re Abdullah, mentre Agnese aveva incontrato più volte la regina Rania. Al sontuoso matrimonio, i coniugi Renzi si sono presentati con abiti rigorosamente made in Florence. White tie di Stefano Ricci per l'ex premier e abito rosa per la moglie Agnese, come sempre vestita da Ermanno Scervino. Tra gli ospiti più blasonati: i principi del Galles William e Kate. Ma anche la first lady americana Jill Biden, Ivanka Trump con il marito Jared Kushner, l'ex segretario di Stato Usa John Kerry e l'ex speaker della Camera Nancy Pelosi, oltre all'ex premier britannico David Cameron, che con Renzi condivide una patologia: la «referendite» (cioè la caduta politica a causa di un referendum, in questo caso quello sulla Brexit). Presente anche William Burns, attuale capo della Cia, che ad Amman aveva prestato servizio come ambasciatore Usa tra il 1998 e il 2001.

«Qualcuno storcerà il naso anche su questo» riflette l'ex premier, «ma è un bene anche per l`Italia che io partecipi a questo tipo di eventi. Si stringono e si mantengono relazioni che poi restano molto utili, specie in momenti di difficoltà».

 

CHI È

LA VITA 

Matteo Renzi, nato a Firenze l'11 gennaio 1975, è il secondo dei quattro figli di Laura Bovoli e Tiziano Renzi. Dopo il liceo classico si è laureato in Giurisprudenza con una tesi in Storia del diritto. Dal 1999 è sposato con Agnese Landini, insegnante di liceo, e ha tre figli: Francesco, Emanuele ed Ester.

LA POLITICA 

Renzi ha iniziato a occuparsi di politica già al liceo: nel 1996 si è iscritto al Partito popolare per poi entrare nella Margherita di Rutelli nel 2002. Due anni dopo si candida alla presidenza della provincia di Firenze e viene eletto. Quattro anni dopo diventa sindaco di Firenze. Nel 2012 partecipa alle primarie del centrosinistra ma viene sconfitto da Pierluigi Bersani. L`8 dicembre viene eletto segretario del Pd e il 16 febbraio dell'anno successivo ottiene l'incarico di presidente del Consiglio: il più giovane della storia repubblicana, avendo 39 anni e 1 mese. Il 7 dicembre 2017 le dimissioni h seguito alla sconfitta sul referendum costituzionale. Rieletto leader del Pd, si dimette dopo la sconfitta alle Politiche 2018. nel 2019 lascia il Pd e fonda Italia Viva.

IL MARATONETA

Ma il vero vanto dell'x premier, in questo nuovo suo nuovo corso «love and peace» (chissà quanto durerà?), resta il traguardo dell'ultima maratona à Milano. «Mi sono messo alla prova e ho fatto ciò che non mi riuscì dieci anni fa: scendere sotto le 4 ore».

Il segreto? L'ex premier si indica la pancia: «Ho perso 6 chili grazie al digiuno intermittente, corro quasi tutti i giorni e dormo meglio».

Tutti i parametri fisici, cardiaci e del sonno vengono monitorati da una «fede nera» (un anello 3.o collegato ad un'app) che gli ha regalato la moglie per programmare gli allenamenti.

Su Google maps, Renzi indica poi tutti i luoghi in cui ha tenuto i suoi speech negli ultimi tempi: Thailandia, Korea, Arabia e Medioriente in generale, Sudamerica, Londra, Gran Bretagna, Cina... L'onorario? Tra i 25 e i 50 mila euro ad intervento. Ottime cifre, ma ci sono ad esempio personaggi come Tony Blair che arrivano a incassare 250 mila dollari per una conferenza. 

Renzi, oltre chiaramente a essere padre e marito, è però anche senatore di Firenze, appunto conferenziere, e addirittura direttore de Il Riformista, quotidiano che certo non va di fioretto. «Dirigere un giornale era sempre stato il mio sogno, fin da bambino. E sono felice di esserci riuscito: lo faccio con passione».

MILLE VITE

Quasi più eteronimi di Fernando Pessoa, che nelle sue opere si calava in numerosi alter ego, a seconda delle situazioni. Ma il tempo di andare a Palazzo Madama quando ce l'ha? «Io continuo a fare con impegno ciò per cui sono stato eletto: lavoro per il nostro Paese».

Last but non least, si torna sulla politica. La domanda chiave, visto che Italia viva ha strizzato più volte l'occhio a questo governo, è secca.

Se la sente di dire: mai con la destra?

«Non saremo mai la stampella di Giorgia Meloni. Il motivo? Io attacco sempre il populismo, sia di destra, sia di sinistra. Guardate che figura ha fatto la premier su Bibbiano. Il tempo è galantuomo. Io resto garantista: sempre e comunque. Rischi per il governo dopo la morte di Berlusconi? Adesso non ne vedo, mi sembra prematuro parlarne». Renzi svela però di avere «un buon rapporto personale con Meloni: se c'è bisogno di un mio parere su una questione internazionale, magari ci confrontiamo». Ma «su questo governo il mio giudizio è negativo: stanno facendo poco o nulla».

L'altra certezza è che l'ex premier ha zero rapporti con la nuova segretaria del suo precedente partito, il Pd. «Con Elly Schlein ho parlato una volta, alla Camera, prima che fosse eletta» dice Renzi. Fu gentile. Ora lei racconta che io prima ho distrutto il condominio e poi me ne sono andato. Ecco: io le auguro di arrivare a prendere il 40,8% come ho fatto io. E le ricordo che, senza la rottamazione, una giovane come lei non _avrebbe mai avuto la possibilità di essere eletta alle Europee del 2014».

Il tempo è scaduto: «Devo andare a prepararmi: stasera ci ritroviamo a cena con i miei compagni del liceo Dante. Sono passati 30 anni dalla maturità e non le nascondo che sono emozionato. Anche questa è una nuova vita».