Renzi: «Il terzo mandato? Non si farà perché FdI vuole il Veneto»
Intervista a Matteo Renzi per Il Gazzettino del 18-02-2024
di Alda Vanzan
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi arriva in Veneto per presentare il suo nuovo libro Palla al Centro - La politica al tempo delle influencer (alle 11 all'M9 a Mestre, alle 15 al Crowne Plaza a Padova) e intanto prepara la corsa a Bruxelles. Convinto che ci sia «uno spazio per chi non vuole votare la destra sovranista ma non può votare nemmeno questa sinistra populista, perché alla fine Meloni e Salvini da una parte, Schlein e Conte dall'altra, lasciano uno spazio e noi lo colmeremo».
Elezioni Europee, ha deciso di candidarsi, capolista in tutte le circoscrizioni?
«Mi candiderò in tutte le circoscrizioni: vedremo in che posizione. Le nostre saranno liste forti, correranno personalità serie e competenti».
Ha detto che bisogna rimettere le questioni geopolitica al centro dell'agenda di Bruxelles? Cosa serve?
«Dalla guerra in Ucraina alla crisi in Medioriente, non c'è partita in cui l'Europa abbia toccato palla. Mentre discutono di caricabatterie universali e nominano Luigi Di Maio inviato per il Golfo, Usa e Cina decidono anche per noi. L'Europa è totalmente assente, sterilizzata. È il momento di lavorare per un esercito europeo, per una difesa e una politica estera comuni».
Una corsa solitaria, solo Italia Viva? Avrete i voti?
«I partiti italiani che fanno parte della famiglia europea di Renew Europe sono tutti d'accordo a fare una lista unitaria tranne Calenda, che lo ripete in continuazione. Io dico soltanto se non la volete fare, ognuno per sé. Faremo il 5%: stiamo girando l'Italia come al tempi del 2012, l'entusiasmo e l'affetto che incontriamo sono palpabili».
In Italia da settimane abbiamo il Movimento dei trattori: il problema dell'agricoltura è l'Europa o la politica del governo Meloni?
«L'Europa ha avuto un approccio eccessivamente ideologico alla transizione verde: noi siamo per un ambientalismo pragmatico che protegga i posti di lavoro. In Italia invece, il problema degli agricoltori si chiama Francesco Lollobrigida, il cognato della premier, nonché ministro dell'agricoltura: ha reintrodotto nel silenzio generale l'Irpef agricola che il nostro Governo aveva cancellato. Poi, montata la protesta, ha provato a fare marcia indietro. Abbassandola, non cancellandola come avevamo fatto noi. Per noi Lollobrigida deve andare a casa».
In Veneto, ma non solo, c'è l'emergenza granchio blu, la pesca è in ginocchio. Pagare chi lo caccia può essere la ricetta?
«Giusto pescarli e metterli nel mercato, giusto prevedere i ristori - che sono comunque bassi rispetto al danno economico subito - ma il punto è che va messo in atto un piano di contenimento che punti a tentare di risolvere il problema alla radice».
Riforme: Italia Viva è d'accordo sul premierato e sul Dl Nordio. Siete dalla parte del Governo?
«La riforma della giustizia e il premierato erano nel programma del Terzo Polo, noi non cambiamo idea su qualcosa che riteniamo giusto solo perché a sostenerlo è Giorgia Meloni. Detto questo, purtroppo finora della riforma della giustizia, quella vera, non c'è traccia. E il premierato è un pasticcio: noi vogliamo l'elezione diretta del premier, non un surrogato».
Terzo mandato: perché ai sindaci no e ai governatori sì?
«Sui presidenti di Regione è giusto discuterne, mentre per i sindaci dieci anni sono più che sufficienti. Il sindaco sviluppa un legame fortissimo con i cittadini, con la città. Andare oltre i due mandati potrebbe esporre a dei rischi».
Passerà in commissione Affari costituzionali del Senato l'emendamento cosiddetto "salva-Zaia"?
«Non dovrebbe chiederlo a me, ma a Lega e Fratelli d'Italia che si fanno la guerra e non riescono a mettersi d'accordo. Sul terzo mandato è in atto una grande tarantella tra Lega e Fratelli d'Italia che porterà zero risultati: la Lega deve fare la battaglia per il terzo mandato per far vedere a Zaia che stanno lottando, ma tutti sanno che non si farà perché Meloni non vuole e vuole vincere la presidenza in Veneto. È triste un Paese in cui non si fanno valutazioni oggettive ma solo per interesse di parte».
Autonomia: il governatore della Campania, Vincenzo De Luca ha guidato la protesta dei sindaci del Sud, ma la manifestazione è passata in secondo piano dopo l'offesa alla premier Meloni. Ha sbagliato il Pd a non dire subito una parola?
«Le parole di De Luca sono da condannare: si può essere all'opposizione ma non si insulta il presidente del consiglio. Anche Giorgia Meloni però ha sbagliato: se dei sindaci protestano, devi ascoltare le loro ragioni. Si dovrebbe tornare a dei toni più civili di confronto».
Sull'autonomia differenziata Italia Viva si è espressa per il no. Come lo spiega ai veneti che al referendum del 22 ottobre 2017 hanno votato in massa sì, 57,2% di affluenza e 98,1% di sì?
«Ma quale autonomia? L'autonomia differenziata del governo è una scatola vuota: una bandierina da regalare alla Lega in campagna elettorale. Non si farà, neppure la Meloni ci crede».
Energia: trivellazioni del gas nell'Alto Adriatico o nucleare?
«Entrambi. Quando volli il TAP, il gasdotto pugliese, dai grillini fino a Fratelli d'Italia mi accusarono di essere schiavo delle lobby del gas. Oggi anche grazie al TAP l'Italia ha l'energia che serve. Se non trivelliamo noi, lo fanno i nostri vicini: bell'affare! E sul nucleare, di ultima generazione, dico che è il futuro: è la vera energia pulita».
Sul fronte elezioni Regionali, Italia Viva sceglierà alleanze variabili anche con il centrodestra?
«Italia Viva ha sempre scelto di sostenere i bravi amministratori: sceglieremo nell'interesse dei veneti. Dopo di che, è ancora troppo presto per parlare di Regionali. Pensiamo alle Europee».
"Palla al Centro" è il suo nuovo libro, tra l'altro primo in classifica tra i saggi: com'è la politica al tempo delle influencer?
«Al tempo delle influencer la politica è sostituita dalla comunicazione: il post giusto diventa più importante della legge in Gazzetta ufficiale. Noi siamo fatti di un'altra pasta: siamo per fare le riforme, più che i tweet. Andremo in Europa per cambiarla».