Renzi: «Al centro ci sono praterie, sarò in lista in tutti i collegi»

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Intervista a Matteo Renzi per Il Secolo XIX. Di Mario De Fazio

«Alle europee mi candido in «tutti i collegi, faremo un grande risultato: al centro c'è una prateria».

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, oggi sarà a Genova (ore 18.30, sala auditorium dell'Acquario) per presentare il suo nuovo libro. Alla vigilia, con Il Secolo XIX, parla di ex Ilva e della protesta dei trattori ma soprattutto di politica ligure: conferma il sostegno al sindaco di Genova, Bucci, e invita il governatore Toti a scegliere «tra gli europeisti e i sovranisti di Fratelli d'Italia» ma apre al terzo mandato dei governatori.

E, sul Pd, demolisce le due ipotesi di candidatura emerse per le regionali: «Pastorino ha regalato la Liguria al centrodestra. Orlando? Ha la tendenza ad annunciare candidature che poi non si realizzano».

Senatore, il suo libro si chiama "Palla al centro": esiste oggi in Italia lo spazio politico per un soggetto di centro?

«C'è un governo di destra-centro, con una classe dirigente inadeguata: da chi spara a Capodanno e a chi si traveste da nazista a Carnevale, al ministro Lollobrigida che vuole mandare la cacio e pepe su Marte in diretta dal Tg1, fra una fermata a Ciampino e l'altra. E poi c'è una sinistra sempre più schiacciata a sinistra, che rinnega la stagione del riformismo e assume posizioni giustizialiste inseguendo i grillini. Al centro non solo c'è spazio, c'è una prateria».

In primavera ci saranno le Europee: Italia Viva si presenterà da sola nonostante la soglia del 4%?

«Mi candido in tutti i collegi e con la nostra lista racconteremo la nostra idea di Italia e di Europa: Stati Uniti d'Europa, elezione diretta del presidente della Commissione, meno burocrazia. Dobbiamo aiutare le nostre imprese e non affossarle con lacci e lacciuoli. E vogliamo un'Europa protagonista nello scacchiere internazionale: non assente ingiustificata come è stata nel conflitto in Ucraina o nella guerra in Israele. Questa è la nostra idea di Europa: chi ci sta, è il benvenuto nel percorso. Altrimenti, correremo da soli e faremo un grande risultato».

Chi candiderete in Liguria all'interno del collegio Nord Ovest?

«Io correrò in prima persona. Ci saranno candidati forti e rappresentativi del territorio».

La protesta dei trattori è arrivata anche a Sanremo: l'Europa sta sbagliando scelte sull'agricoltura?

«Non si può negare che l'Unione Europea abbia sposato una linea eccessivamente ideologica sull'ambiente. Ma il problema degli agricoltori italiani non è l'Europa, è il ministro Lollobrigida. Abbiamo lanciato una petizione e chiederemo in aula, in Senato, le sue dimissioni: mentre con una mano accarezza la protesta dei trattori, con l'altra ha alzato le tasse agli agricoltori. Ora tentano la marcia indietro. Meloni ha cambiato idea anche su quello. Bene per gli agricoltori. Noi però abbiamo un altro stile: non andiamo in piazza a fare i quaquaraquà ma il nostro governo l'Irpef agricola l'aveva cancellata».

Per l'ex Ilva sembra prevalga la strada di un'amministrazione straordinaria: è la soluzione giusta? Come giudica l'azione del governo su questo versante?

«Se siamo in questa situazione è perché il ministro Urso, Urss per gli amici, ha messo la testa sotto la sabbia per un anno raccontando che tutto andava bene. Nel merito l'entrata dello Stato è inevitabile ma può esserlo solo transitoriamente. Ciò che mi preoccupa è l'assenza totale divisione industriale del governo. Sono troppe le questioni aperte e non risolte da Giorgia Meloni. Brava influencer, pessima premier».

Si discute di terzo mandato dei governatori: è favorevole ad estendere la possibilità di candidarsi dei presidenti di Regione uscenti oppure dieci anni di mandato sono sufficienti?

«Il terzo mandato per i governatori ha maggiore senso che per i sindaci. Ma in ogni caso ne discuteremo a tempo debito in aula».

In passato lei ha dialogato spesso con il governatore Toti. Cosa farà Italia Viva alle regionali del prossimo anno? Ci sono le condizioni per un'intesa con Toti e il centrodestra, sul modello di quanto fatto a Genova con il sindaco Bucci?

«Abbiamo sostenuto Bucci perché la nostra scelta non è stata ideologica, ma basata sulla capacità e la concretezza. Apprezzo molto il lavoro che il sindaco sta facendo a Genova, penso soprattutto alle infrastrutture, che sono la prima esigenza della città e per cui noi ci siamo da sempre battuti. Per quanto riguarda il tema delle regionali, posso dire che personalmente stimo Giovanni Toti ma è lui che deve decidere: sta con gli europeisti o con i sovranisti di Fratelli d'Italia? Quello che è certo è che alla Liguria non servono né i sovranisti né la sinistra contraria a opere strategiche come Gronda e termovalorizzatore. Noi ci comporteremo con coerenza sostenendo solo l'interesse dei liguri e il futuro della regione».

Nel centrosinistra iniziano a prendere forma le prime ipotesi di candidatura alla presidenza, a cominciare dall'ex ministro Pd Andrea Orlando e dal deputato Luca Pastorino: per Italia Viva il dialogo con i dem è impossibile in Liguria?

«Luca Pastorino è colui che ha regalato al centrodestra la Liguria. La nostra candidata di allora, Raffaella Paita, fu messa sotto inchiesta, poi finita nel nulla: senza il fuoco amico di Cofferati sarebbe diventata presidente a tutto vantaggio della Liguria. Quanto a Orlando, ha una certa tendenza ad annunciare candidature che poi non si realizzano. Il problema del Pd a Genova e in Liguria è l'alleanza con i Cinquestelle, contrari alle infrastrutture. Non a caso l'unica città in cui ha vinto il centrosinistra è stata Savona, dove i grillini non erano in coalizione».