Renzi: "Alla Casa Bianca con Joe Biden l'Italia avrà un amico"

Intervista di Niccolò Carratelli, "la Stampa", 7 novembre 2020.

Una buona notizia per l'Europa, le sponde dell'Atlantico che si avvicinano, la dimostrazione che i populisti si possono battere. Per Matteo Renzi l'elezione di Joe Biden a Presidente degli Stati Uniti significa molto, anche dal punto di vista personale. «Per me Joe è come un fratello maggiore saggio», dice l'ex premier e leader di Italia Viva, mentre controlla i siti americani aspettando l'ufficialità del risultato.

Addirittura un fratello maggiore?
«Per me Biden è stato un punto di riferimento vero negli anni della presidenza Obama. Ho sempre considerato Joe come la persona da chiamare quando c'era da chiedere un consiglio, quello che nei momenti di tensione ti faceva la telefonata giusta per riprendere il filo del dialogo. È un uomo capace di sdrammatizzare e trasmettere empatia».

Quando vi siete visti l'ultima volta?
«L'ultima volta io ero già ampiamente un ex. Nel 2019, poco prima che annunciasse la sua candidatura, ci siamo trovati a pranzo a Washington. Lo vidi in gran forma e, mentre in tanti ironizzavano sulla sua età, io ho capito in quel momento che se la sarebbe giocata fino alla fine».

Certo, visti con gli occhi del rottamatore, 78 anni non sono pochi per fare il presidente degli Stati Uniti...
«Diciamo che il confronto non era tra due giovanotti. Ma Biden ha vinto anche per questo: è apparso come un nonno saggio che prova a ricucire il Paese. E in questo senso bisogna ammettere che la gestione della campagna è stata fantastica. Dai momenti chiave delle primarie allo stile della comunicazione di Biden anche in queste ore. Più Trump è costretto ad alzare i toni, più un pezzo di America repubblicana si sente fuori posto e si avvicina a Biden. Ovviamente lui è consapevole della sua età, visto che ha annunciato che farà un solo mandato».

C'è un aneddoto che aiuta a descrivere il personaggio?
«Mi colpì la decisione di passare in Italia il primo Thanksgiving senza il figlio Beau, morto di tumore al cervello. Biden decise di portare tutta la famiglia a Roma. Essendo in visita non ufficiale, andai io a incontrarlo a Villa Taverna. E li ho visto un uomo che la vita aveva piegato più volte - l'incidente d'auto della prima moglie nel 1973 - ma che non si spezzava mai. Biden sa che cos'è il dolore. Ed è un uomo di grandissimo coraggio e dignità».

Ora lo chiamerà per congratularsi? Farà lei le presentazioni con Conte?
«Non scherziamo. In Italia c'è solo un premier per volta e tocca a lui chiamare il nuovo presidente degli Stati Uniti. Sono certo che Conte lo farà appena ufficializzata la notizia. E naturalmente non ha bisogno delle mie presentazioni».

A proposito, questa è una lezione anche per i sovranisti di casa nostra, che tifavano apertamente per Trump?
«Non generalizzerei. Ha perso Trump, non ha perso Salvini. Detto questo, il populismo è ancora vivo e forte, anche in America. Guai a sottovalutarlo. Ma gli 80 milioni di voti che sono andati a Biden ci dicono che il populismo si può sconfiggere».

Quali saranno gli effetti della vittoria di Biden dal punto divista geopolitico? E per l'Italia?
«Il multilateralismo non sarà più una parola del passato ma tornerà ad essere scelta per il futuro. La sua sarà una presidenza preziosa per l'Europa, che recupererà spazio e credibilità. Le sponde dell'Atlantico sono più vicine. E credo sia un gran giorno per chi, come noi, ha combattuto per gli accordi di Parigi sul cambiamento climatico. Noi italiani avremo un amico alla Casa Bianca, uno che ci conosce e ci vuole bene».

A lei di più. Gira voce che, con Biden presidente, Renzi potrebbe essere il prossimo segretario generale della Nato, in virtù di una promessa fattale da Obama. Ci si vede?
«Ma figuriamoci. Capisco che qualcuno vorrebbe togliermi di mezzo in Italia, ma questa ipotesi semplicemente non esiste. E meno che mai Obama ha fatto promesse all'Italia. Il prossimo segretario generale dovrà venire dall'Europa del sud, dopo un danese e un norvegese, ma questo non significa che ci siano impegni».