Renzi: "Bisogna fare molto di più per valorizzare l'Abruzzo"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Intervista di Domenico Ranieri, "il Centro", 26 luglio 2021.  

Matteo Renzi, prendere o lasciare. Amarlo oppure odiarlo. Alla sua Italia Viva attribuiscono uno striminzito e fluttuante 2%, eppure da anni l'ex Presidente del Consiglio riesce a dettare l'agenda politica dell`Italia, governi compresi. Il toscanaccio di Rignano sull'Arno arriva oggi in Abruzzo (ore 18 all'Aurum) e concede un'intervista al Centro, commentando con pennellate al vetriolo il quadro politico italiano. Preferisce essere «antipatico e competente e non il contrario». Ne ha per tutti e parla tanto anche dell'Abruzzo.

Senatore Renzi, questa sera lei presenta a Pescara il suo ultimo libro "Controcorrente". Il titolo la dice lunga sulla sua storia personale e politica. Che cosa significa oggi essere "controcorrente"?
Significa dire sempre quello che si pensa e si ritiene essere giusto. Odio le ipocrisie che molto fanno parte della politica. Se c'è una cosa che anche l'esperienza del Covid ci ha insegnato è che la trasparenza, la chiarezza delle idee, la volontà di fare le cose in cui si crede anche controcorrente sono la migliore azione per cambiare il corso delle cose che non vanno. Abbiamo salvato l'Italia con Figliuolo al posto di Arcuri, Cartabía al posto di Bonafede, Draghi al posto di Conte. Ma controcorrente vogliamo andare sempre: dalla giustizia ai diritti civili, dagli investimenti per la famiglia al piano per ridurre le tasse.

Con questo libro non si sarà fatto molti amici, primo tra tutti l'ex premier Conte.
Scherzando dico sempre nelle presentazioni che sto facendo in giro per l`Italia che il sottotitolo di "Controcorrente" potrebbe essere "per un amico in più". Ma io non ho niente di personale contro Conte o contro le altre persone di cui parlo nel libro, da Salvini al vostro corregionale Legnini, da Letta alla Meloni. Parlo di fatti e su questi voglio essere giudicato, contestato, supportato. I fatti! Sono in una fase della mia vita in cui mi sento totalmente libero: a 46 anni ho fatto tutto ciò che un politico ambisce a fare. Quindi ho la possibilità di agire senza badare a convenienze di nessun tipo. Mi sarebbe convenuto il "Conte 3"? A me sì, perché avrei avuto più ministri e sottosegretari, ma al Paese no. E il Paese viene prima di te. La vera domanda è: come si potevano lasciare molti incompetenti al Governo in un momento tra i più difficili della sua storia? Come si poteva passare oltre i 127 mila morti, o i ventilatori cinesi, le mascherine che non c'erano, le terapie intensive strapiene o il Pnrr dove non sapevano mettere mano? Noi siamo andati in Parlamento a chiedere a Conte di cambiare, lui per tutta risposta ha provato a fare un maquillage con i responsabili. Ma ve lo immaginate il film di Ciampolillo invece di quello di Draghi?

Però con Draghi la politica è nel congelatore.
È il contrario. L'arrivo di Draghi è stato un capolavoro della politica, non il suo fallimento. In tre anni l'Italia è passata dal populismo alla guida di Draghi, grazie a chi ha avuto la forza di andare controcorrente sia nella vicenda Draghi che quando abbiamo mandato a casa Salvini nel 2019. Adesso la politica ha molte sfide davanti: dobbiamo eleggere un capo dello Stato europeista e atlantista che sia il degno successore di quel gentiluomo di Sergio Mattarella, cui vanno i miei sinceri auguri per gli 80 anni compiuti in questi giorni. Lì la politica tornerà a confrontarsi, a mediare, a cercare insieme le migliori soluzioni e competenze, come è giusto che sia. Poi se mi chiede se preferisco la safetycar di Draghi al sidecar di Conte e Casalino che alla prima curva finiva fuori strada le rispondo: sì, tutta la vita.

Le parole di Conte sulla riforma della giustizia penale mettono in pericolo la stabilità del Governo?
Conte deve decidere se fare dei Cinque Stelle il partito di Di Maio e di Grillo o il partito di Di Battista e Travaglio. Il primo sta con Draghi, il secondo contro Draghi. Tutto qui. Bonafede è stato il peggior ministro della giustizia e il miglior ministro del giustizialismo di questo Paese: ora ha più tempo libero per tornare a fare quello che sa fare meglio, il deejay. Con Draghi e Cartabia, fortunatamente, è tutta un'altra musica.

Molte critiche sono piovute sul Green pass, multi politici sono sembrati reticenti sulla necessità di vaccinarsi, la destra sta cavalcando l'elettorato no-vax?
Non capisco le parole di Salvini e Meloni sul Green pass. Se vogliamo tornare liberi, serve vaccinarsi. Chi non si vaccina si condanna all'isolamento. Il Covid è meno forte di prima ma senza il vaccino rischiamo di tornare alla zona rossa. Meglio il Green pass che richiudere tutto. In zona rossa ci resti solo chi non si vuole vaccinare.

Renzi, lei torna in Abruzzo a Pescara, all'Aurum, un luogo simbolo anche per il suo governo.
Sì, da Presidente del Consiglio con la Regione e con i sindaci d'Abruzzo sottoscrivemmo proprio all'Aururn la più grande dotazione finanziaria della storia recente per la vostra Regione, il Masterplan Abruzzo, 1,6 miliardi per investimenti straordinari su infrastrutture, trasporti, scuole, dissesto e piste ciclabili. Abbiamo istituito le zone economiche speciali. Il nuovo Presidente di Regione si è trovato tutto fatto, doveva solo accelerare, ma le opere stentano a partire. Con gli altri interventi finanziati con il Cipe il mio Governo ha garantito all'Abruzzo circa 2 miliardi di euro. Tutte le volte in cui metto piede nella vostra regione sono orgoglioso di aver dato un contributo importante. Noi i soldi all'Abruzzo li abbiamo dati: adesso tocca all'Abruzzo spenderli bene.

Sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) la nostra Regione ha dotazione importanti soprattutto sulla infrastruttura ferroviaria della Pescara-Roma.
Opera fondamentale dentro una scelta strategica. Sosteniamo con forza, anche con il nostro parlamentare abruzzese Camillo D'Alessandro e con la nostra viceministra alle Infrastrutture Teresa Bellanova, la vocazione trasversale della vostra Regione, il patto dei "due mari".

Senatore, che idea si è fatto dell'Abruzzo?
Regione unica, incredibilmente ancora poco conosciuta come destinazione turistica. La storia dell`Abruzzo è straordinaria. In questo mese so che avete celebrato la figura del Ministro Remo Gaspari, e la storia, non le opinioni politiche, consegnano la sua figura tra le più autorevoli della storia del Paese. Il suo lavoro coincide con la modernizzazione dell'Abruzzo, capace di crescere in quel periodo ai ritmi delle più blasonate regioni del nord. A pensarci bene l'Abruzzo ha una sua unicità, capace di far convivere eccellenze industriali, come nella Val di Sangro, con le eccellenze agroalimentari ed ambientali. Ricordo la passione con cui ne parlava un gigante del nostro tempo, cui ero molto legato, come Sergio Marchionne. Manca oggi un progetto di insieme, una nuova progettualità, mancano fatti nuovi. Con Draghi alla guida del Paese anche la Regione può e deve fare di più.