Renzi: Bravo Decaro, ma no al tris

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colloquio con Matteo Renzi di Enrico Filotico per "Il Corriere del Mezzogiorno"

Senatore Matteo Renzi, che ruolo giocherà Italia Viva in Puglia, in modo particolare alle amministrative 2024 di Bari?

«È prematuro parlare di comunali e regionali. Per adesso ci concentriamo sulle Europee: va data una sveglia allEuropa e per questo ci metto la faccia anche io. Oggi lEuropa conta poco nel mondo ma conta molto, persino troppo, in Italia. Bisogna rilanciare il sogno europeo».

Sarete nella coalizione di centrosinistra?

«Presto per dirlo. Faremo ciò che è meglio per la città. Intanto posso dire che la lista Il Centro Italia Viva ci sarà almeno per le Europee»

Lei è stato vicinissimo umanamente e politicamente ad Antonio Decaro. Come giudica i suoi dieci anni di governo?

«Beh, io sono vicinissimo umanamente ad Antonio ancora adesso. Gli voglio proprio bene. Ci siamo sentiti qualche giorno fa dopo il suo discorso all'Anci, lultimo da presidente. Diciamo che ho avuto una giusta intuizione nel proporlo sindaco di Bari e poi presidente dell`Anci. Penso che abbia fatto molto bene, non sarà facile trovare un sostituto alla sua altezza».

Da ex sindaco è giusto ripresentarsi una terza volta?

«Secondo me no, almeno non nei Comuni grandi. Su questa cosa abbiamo opinioni diverse con i sindaci delle città metropolitane: nei grandi centri è giusto il ricambio».

È candidato alle Europee, è da lì che dovranno arrivare le risposte per lItalia e per il Mezzogiorno nei prossimi anni?

«L'Europa è potenzialmente una grande occasione di sviluppo per il Mezzogiorno dItalia: penso ai fondi che tanti sindaci hanno sfruttato per rendere le città più belle, penso alle agevolazioni per le imprese. Penso al Pnrr, sperando che questo Governo sia in grado di metterlo a terra. Lobiettivo, però, è far diventare l`Europa qualcosa di più: per farlo bisogna dire basta alla troppa burocrazia e mandare avanti la politica»

Il governo Meloni con il ministro Raffaele Fitto ha deciso di rimodulare i fondi per il Mezzogiorno. 

«Una delle condizioni del Pnrr voluto da Draghi erano gli investimenti al Sud. Il governo Meloni sta annaspando perché non è capace di spendere le risorse. Al Sud servono infrastrutture e trasporti moderni, investimenti sull`energia, digitalizzazione. Questo governo sta tradendo le aspettative del Sud e mortificando i giovani che vogliono rimanere e lavorare in questa parte del Paese».

Sono paure legittime quelle dei governatori del Sud in merito al disegno di legge sull`autonomia differenziata? 

«Il diritto alla salute di un cittadino di Bari deve essere lo stesso di chi abita a Genova o Milano: sulla sanità, quindi, ritengo che serva meno autonomia e più coordinamento nazionale. Il disegno di legge Calderoli mi sembra confuso e problematico per molti aspetti».

A Foggia ha vinto il campo largo. È un modello che si può ripresentare oppure è solo la storia di quell'elezione amministrativa?

«A Foggia cera una situazione particolare, con un Comune sciolto per mafia. I foggiani avevano diritto a un sindaco politico che li rappresentasse, nella legalità. Nessun campo largo: noi siamo il Centro».

Dopo l8% di Azione e Italia Viva a Foggia, la sensazione è che si sia persa unoccasione? 

«Si. È la responsabilità è di Carlo Calenda, che ha questa capacità di sfasciare ogni cosa che tocca. Ha rotto con Letta, ha rotto con Bonino, ha rotto con il Terzo Polo. Lui rompe, non costruisce. Peccato, poteva essere una bella sfida».

Si è parlato di un riavvicinamento tra lei e Michele Emiliano. Cosa c'è di vero?

«Gli ho scritto per la mamma e ci siamo sentiti. Con Emiliano ci conosciamo da anni. La nostra è stata una bellamicizia distrutta da dinamiche politiche delle quali io lo ritengo responsabile e lui ritiene responsabile me. Inutile parlare del passato, comunque. Quanto al futuro, non ho capito che cosa intenda fare Michele. Conoscendolo si terrà più fronti aperti. Noi, intanto, abbiamo il dovere di rilanciare Italia Viva. E lo faremo col sorriso sulle labbra, senza polemiche».

Lei fu molto attaccato sull ex Ilva, oggi però siamo tornati ai blocchi di partenza.

«Sono stato molto attaccato ma alla fine sarà chiaro che le risorse che abbiamo messo noi sullex Ilva per migliorare la situazione non le aveva mai messe nessuno. Bersani prendeva i soldi dai Riva come contributo elettorale, io i soldi li ho portati. Oggi il quadro è in evoluzione. La situazione dellex Ilva è sempre più grave. E noi non ce ne staremo con le mani in mano mentre un settore strategico va a picco. La crisi sembra irreversibile, e a rischio ci sono migliaia di posti di lavoro. Le proteste degli imprenditori dellindotto dimostrano che non c`è più tempo da perdere. Il governo deve prendere con decisione in mano la situazione, basta rinvii e rimpalli di responsabilità. Gli operai in cassa integrazione sono circa 2500, la produzione è più che dimezzata. Il socio privato di maggioranza, Arcelor Mittal, non sta dando risposte. Un esecutivo e un ministero forti dovrebbero metterlo di fronte alle proprie responsabilità o cercare altre strade. E giunto il momento della verità. Senza chiarezza sulle reali intenzioni di Arcelor Mittal e senza un credibile piano industriale e di decarbonizzazione Taranto collasserà in pochi mesi. E di fronte a tutto ciò il ministro Urso balbetta. Molto più serio mi sembra il sindaco Melucci».