Renzi: «Con questo Pd il governo Meloni dorme sereno»

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Intervista a Matteo Renzi per Libero Quotidiano. Di Fausto Carioti

L'ex premier e leader di Italia Viva attacca i dem e Schlein «che sposta il partito sempre più a sinistra». Sul premierato avverte: «usare Mattarella come baluardo dell'opposizione è assurdo e irrispettoso»

Leggo dal suo libro, senatore: «contesto Giorgia Meloni e il suo modo di concepire la politica, Elly Schlein e il suo modo di concepire l'opposizione, Giuseppe Conte che del cambiare idea, schieramento, casacca ha fatto uno stile di vita». Finché ogni partito dell'opposizione va per conto proprio, il governo dorme tranquillo. È questo che vuole?

«Il politico risolve i problemi, trasforma le idee in leggi che incidono nella vita delle persone. Poi ci sono gli influencer, che comunicano alla grande, che sono sempre pronti a dire la cosa giusta che colpisce la pancia delle persone, ma non risolve mai il problema».

Se fa un esempio ci aiuta a capire.

«Prendiamo il caso della protesta dei trattori. Da un lato abbiamo l'Europa, che in questi anni ci ha venduto l'ambientalismo come un'ideologia assoluta, peraltro facendoci perdere fette consistenti di mercato in favore di Cina e India. E che fa marcia indietro appena vede gli agricoltori in piazza, avendo ignorato per anni chi, come noi, proponeva una transizione sostenibile anche a livello economico. Vince chi grida, insomma. Poi c'è l'Italia: il ministro Lollobrigida alza le tasse agli agricoltori e intanto ne sposa la protesta. Il mio governo le aveva abbassate: è questo che dovrebbe fare la politica».

Non ci dirà che la sinistra è immune da questa patologia.

«Si figuri se posso pensare una cosa del genere: certo che anche la sinistra ne soffre. Il Pd di Elly Schlein ha deciso di rinunciare al pragmatismo riformista: sfila ai gay pride, ma non porta a casa leggi sui diritti. Parla di salario minimo, ma non dice una parola sui salari bassi della classe media. Giuseppe Conte, poi, è il camaleonte influencer per eccellenza: è passato dal definirsi populista a progressista, ha utilizzato il reddito di cittadinanza per incamerare consenso, ha prodotto il disastro del superbonus. Però sui social va alla grande».

Voi, invece, dite di voler rimettere la palla al centro: che significa, al di là dello slogan?

«Significa che vogliamo tornare a fare politica, non solo tweet che collezionano like. E se Giorgia Meloni dorme tranquilla, lo deve proprio alla fallimentare strategia del Pd: dal capolavoro di Enrico Letta, che ha vivisezionato l'opposizione mettendo veti dettati dal rancore, a Elly Schlein, che ha spostato sempre più a sinistra il partito».

Dopo il 7 ottobre, voi di Italia viva non siete mai scesi in piazza nelle manifestazioni pacifiste che chiedono il cessate il fuoco immediato ad Israele. Pd e Cinque Stelle c'erano. Cosa non condividete di quelle adunate?

«Sembra di essere tornati alla nostalgia dell'Unione sovietica, fra elogi a Lenin e Goffredo Bettini che suggerisce di recuperare la scintilla della Rivoluzione d'ottobre. Noi abbiamo scelto di non essere ambigui: ho detto chiaro alla Knesset, da premier, che bisogna lavorare sull'idea dei "due popoli, due Stati", ma non si può non stare nettamente dalla parte di Israele contro il terrorismo di Hamas. Noi siamo saldamente dalla parte dell'occidente, lasciamo le altre opposizioni alla loro ambiguità».

A proposito di ambiguità: da sinistra vi accusano di fare sponda con la maggioranza sul premierato. La proposta del governo pare definita, più o meno. La voterete?

«Mi sono giocato tutto con il referendum del 2016. L'elezione diretta del premier, il sindaco d'Italia, era nel programma del Terzo Polo. Le dirò di più. È una proposta storica del Pds. Io, a differenza di altri, non cambio idea solo perché sono - e resto saldamente - all'opposizione del governo. Lo hanno fatto con me, quando nel 2016 tutta la destra si schierò contro il referendum, non lo farò io con loro. Serve ridare voce ai cittadini e garantire stabilità. Detto questo, la riforma è pasticciata e la maggioranza la sta gestendo in modo confusionario: abbiamo presentato degli emendamenti, vedremo cosa sarà accolto e cosa no e faremo le nostre valutazioni».

Il resto dell'opposizione è preoccupato per la riduzione dei poteri del presidente della Repubblica. Voi no?

«Usare il presidente Mattarella come baluardo dell'opposizione è assurdo e irrispettoso: lo dice uno che ha voluto l'attuale presidente al Quirinale e che, proprio per rispetto dell'istituzione, ha combattuto per evitare che sul Colle andasse la dottoressa Elisabetta Belloni: rispettabilissima, ma pur sempre la direttrice dei servizi segreti. È ovvio che con una riforma costituzionale cambieranno i poteri del capo dello Stato. Ma il punto è un altro: anche il cancellierato con la sfiducia costruttiva, proposto dalla sinistra, riduce i poteri del capo dello Stato. Solo che col cancellierato i poteri tolti al presidente nella formazione del governo finiscono al parlamento, con il premierato vanno ai cittadini».

Lei dice di non credere che il governo presenterà una riforma per separare le carriere dei magistrati. Carlo Nordio promette di farla, e di intervenire anche sull'obbligatorietà dell'azione penale. Se il ministro dovesse smentirla, che farete?

«Ho molta stima - lo dico da tempi non sospetti - del ministro Nordio: un autentico garantista. Ho meno fiducia in un pezzo della sua maggioranza: le idee giustizialiste sono parte del dna di Fratelli d'Italia. Spero che Nordio mi smentisca: l'Italia ha bisogno urgente di una riforma della giustizia organica. Si mandi avanti chi è bravo, non chi è iscritto a Magistratura Democratica. I magistrati che sbagliano dovrebbero pagare come ogni cittadino. Se il governo avrà il coraggio di fare tutto questo, noi, restando all'opposizione, ci saremo».

Lo stupro di Catania dimostra che in Italia c'è un problema di gang criminali giovanili e c'è un problema di immigrazione subita e non gestita. Nel Pd faticano a fare i conti con queste verità e non vanno oltre le accuse al patriarcato. Lei?

«Quello che è accaduto a Catania è un crimine orribile, doppiamente perché compiuto ai danni di una ragazzina di 13 anni. Mi auguro che i responsabili scontino fino in fondo la loro pena. La sicurezza sta diventando un problema serio in questo Paese. Baby gang, aggressioni, furti: le nostre città sono percepite come fuori controllo e le donne si sentono sempre più insicure. Quando qualcuno a sinistra dice che è solo una percezione, è fuori dalla realtà: pure se fosse così, se una donna si sentisse insicura quando attraversa sola una stazione, avremmo lo stesso davanti un compito che lo Stato non sta assolvendo».

Che propone, quindi?

 «Servono maggiori forze dell'ordine, maggior controllo del territorio. Servono più "legge e ordine", modello Tony Blair: non importa da dove vieni o quale è il colore della tua pelle, devi rispettare la legge».

Un tema su cui lei accusa spesso il governo è quello delle tasse. Resta il fatto che questo esecutivo ha tolto il reddito di cittadinanza e non sta deviando dalla linea tracciata da Draghi, come riconoscono anche nella Ue e come conferma l'andamento dello spread. Lei che avrebbe fatto di diverso?

«Il governo non ha rinnovato lo sconto sulle accise, ha alzato l'Iva sui pannolini e sui prodotti per l'infanzia, ha alzato l'Irpef agricola: e vuole farci credere che non ha aumentato le tasse? Bene sul reddito di cittadinanza, ma qui c'è un problema di classe media sempre più povera, di salari bassi e ultra-tassati, di costo della vita. Io sarei partito da questo. Invece adesso, da Fdi, dicono di voler anche controllare i social network delle partite Iva...».