Renzi: Sullo stadio non mi balocco, sospendete la gara o ci si fa male

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colloquio con Matteo Renzi di Claudio Capanni per "La Nazione"

ll senatore di lv: «Commisso? Simpatico, ma la Fiorentina non è un giocattolo. Giusta la battaglia Ho già parlato con la premier Meloni e il ministro Fitto, l`emendamento sulle curve è in arrivo»

Senatore Matteo Renzi, Commisso l`ha messa Insieme a tutti gli altri politici che si `baloccano` con la Fiorentina. Cosa risponde?

«Dire che i politici sono tutti uguali è una frase populista. La può dire uno delle Piagge, di Gavinana o del New Jersey sempre una frase populista rimane. Rocco fa benissimo a fare quel che vuole e a dire quel che vuole. A me non cambia niente perché io non mi balocco: faccio la battaglia contro i soldi pubblici allo stadio anche se è impopolare».

La città come la pensa?

«Ho le spalle grosse, non mi impaurisco se la piazza viene aizzata contro di me. Ripeto il concetto:155 milioni di euro delle nostre tasse devono andare per le case popolari, per le scuole non per la Fiorentina. In tutto il mondo gli stadi vengono costruiti o ristrutturati dai privati, non dalle tasse del contribuente. E siccome io a Firenze sono nato, vivo e pago le tasse ho il diritto di dire che non voglio che il Comune indebiti i miei figli quando lo Stadio può essere rimesso a posto dal privato. Come peraltro Commisso aveva proposto di fare quattro anni fa. La soluzione è replicare il modello Viola Park del bravo sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini: il privato mette i soldi, il Comune i permessi.

Perché, come dice Commisso, non ha parlato quattro anni fa?

«A me Rocco sta simpatico però temo che non ricordi bene. Quando la Fiorentina presentò quel progetto, io feci l`emendamento in Senato per eliminare il potere di veto delle Sovrintendenze. Altro che zitto, ho fatto un emendamento. Non voglio far polemica con lui perché io tifo per il presidente della Fiorentina chiunque sia. lo tifo Viola da quando sono nato: non ho mai tifato Napoli o Milan. Ho sofferto e pianto per la partita di Cagliari nel 1982, per l`infortunio ad Antognoni con il Genoa, per Baggio alla Juve, per la serie B degli anni Novanta e per la serie C degli anni Duemila, per lo scandalo Ovrebo contro il Bayern e per tanti campionati deludenti. Sono stato tifoso viola coi Pontello, coi Cecchi Gori, coi Della Valle, con Commisso. Ma essere tifoso non mi impedisce di dire una verità scomoda: i soldi del contribuente devono andare per case popolari, scuole e ospedali. Non per lo stadio che deve essere pagato, e patrimonializzato, dal privato».

Commisso ha detto che non metterà un euro. Un bluff o è serio?

«Dovete chiederlo a lui. La mia posizione non cambia perché sono un senatore che si preoccupa dell`interesse pubblico, non delle dichiarazioni di un privato. Il bilancio della Fiorentina è un modello solido, a differenza di altre squadre di A. Merito di una dirigenza competente e di qualche cessione importante. Sono i proprietari della Viola a dover decidere. Quel che è certo è che continuo la mia battaglia contro i soldi pubblici al Franchi: magari rimarrò da solo, ma è una battaglia giusta».

Lei ha lanciato la proposta al governo di buttare giù le curve, rimuovendo il vincolo. Meloni che ne pensa? È riuscito a parlarne?

«Ho posto il tema alla premier e al ministro Fitto la settimana scorsa. Sono intervenuto in Aula e ho riscosso molti consensi da tutte le parti politiche quando ho chiesto: ma vi sembra possibile che sia monumento nazionale la Curva Ferrovia? Vogliamo dire che le scale elicoidali del Nervi o la Torre di Maratona sono monumento nazionale? Ci sto. Ma chi dice che la Curva Ferrovia è monumento nazionale, racconta una barzelletta. Le curve si possono buttar giù senza problemi: io presenterò in Aula un emendamento ad hoc. E vedremo chi sta con chi».

Non rischiamo uno stadio a `due velocità` come fu per Il teatro del Maggio?

«C`è anche questo rischio. Con due differenze. Che sul Maggio si poteva procedere "a pezzi" perché c`erano tante sale diverse. Lo stadio invece è un unicum. Non è che fai 70 metri con uno stadio e gli ultimi 40 metri con il vecchio Franchi perché hai finito i soldi. E poi sul Maggio Nardella ha potuto finire i lavori perché aveva un Governo fino al 2016 che lo ha riempito di soldi. Il finanziamento del Maggio, che sta dentro il patto per Firenze siglato nella sala delle Udienze, è solo un pezzo delle risorse ingenti che allora abbiamo dato alla città»,

È giusto andare avanti col progetto col veto sui 55 milioni?

«Tecnicamente un autogol. La gara per lo stadio va sospesa in autotutela perché i soldi non ci sono. E il vicepresidente del Consiglio, Salvini ha già detto che non metteranno risorse pubbliche per coprire i 55 milioni mancanti».

Senza quei soldi cosa succederà?

»Se questi soldi non arrivano chi è responsabile verso l`azienda che vince la gara? Fossi sindaco o premier suggerirei ai dirigenti grande cautela prima di firmare gli atti.

Quindi dove trovarli?

«A mio avviso Nardella deve prendere atto che i soldi europei non ci sono e battere cassa al Governo per Firenze chiedendo di avere le stesse risorse per altri progetti e facendo togliere il vincolo delle curve. Può farcela, tutta la città deve dargli una mano in questa direzione. Ormai Dario è alla fine di un ciclo di vent`anni in Palazzo Vecchio: cinque da consigliere con Domenici, cinque da vicesindaco con me, dieci da sindaco. Capisco che stia legittimamente immaginando il suo futuro personale, è fisiologico. Ma non può indebitare le nuove generazioni per un puntiglio ideologico o esporre il Comune a potenziali risarcimenti milionari».