Renzi: “AI Governo serve un Patto per l'Italia come fece Ciampi"

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Intervista di Maria Teresa Meli, “Corriere della Sera”, 2 luglio 2022.

Matteo Renzi, il governo è a rischio?
«Rischia il Paese, non il governo. Abbiamo inflazione, guerra, siccità, crisi energetica, carenza di materie prime e problemi legati al cibo. Serve un Patto per l'Italia per i prossimi dodici mesi e Draghi deve fare come Ciampi trent'anni fa. Tutti insieme: partiti, associazionismo, sindacati, categorie e imprese. La situazione è molto più seria di come viene raccontata».

Il M5S si sfilerà?
«Parlare di cose serie e di grillini nella stessa intervista è una contraddizione. Il grillismo è nato contro la casta e muore perché i suoi dirigenti litigano sul terzo mandato. Delle armi in Ucraina non interessa a nessuno, tanto che in Parlamento votano tutti allo stesso modo. Se lei fa un giro in Aula vede che ai grillini della geopolitica non interessa nulla: interessa solo capire che faranno da grandi. Non mi scandalizzo: la politica è anche questo. Nella Prima Repubblica però c'era una dignità della politica che affiancava la caccia al seggio. Adesso vedere questi ex idealisti tenere un Paese fermo per le loro ansie personali è indecente. Draghi che sta al telefono durante la visita al Prado nel summit Nato ispira un sentimento di umana solidarietà: poveretto».

Così per Draghi è difficile riuscire a fare qualcosa...
«Più difficile di prima ma non impossibile. E questo era comunque il vero motivo per cui Draghi andava mandato al Quirinale. Hanno pesato le miopie di alcuni leader politici e l'arroganza di alcuni consiglieri del premier che hanno sbagliato tutto».

Conte è più di lotta che di governo.
«Conte, semplicemente, non è. Se esce dal governo il Movimento finisce a Di Battista che è più abile come leader di protesta. Se rimane al governo vedrà i sondaggi crollare mese dopo mese, col paradosso che chi di sondaggi si è alimentato nella propria narrazione finirà col restarne schiacciato. Conte aveva un futuro solo restando a Palazzo Chigi. Ha seguito chi come D'Alema e Travaglio gli ha consigliato la prova muscolare contro di me. Ha perso lui. Adesso se non fa ulteriori errori può aspirare a un seggio da deputato come indipendente».

Se Draghi avesse chiesto a Grillo di fare fuori Conte sarebbe grave?
«Se lo ha fatto, ha sbagliato. Anche perché non deve perdere tempo: per far fuori Conte basta lasciarlo lavorare. Il premier si occupi di chiedere il Mes sulla sanità, di abbassare le tasse al ceto medio, di creare posti di lavoro. Conte non va attaccato, basta lasciarlo fare. E comunque Palazzo Chigi ha smentito».

La scissione M5S cambierà la geografia politica?
«No, ma basta parlarne. E facciamo un progetto per l'Italia per mettere in sicurezza il Paese, dai cantieri al Pnrr. Poi la campagna elettorale, ma prima salviamo il futuro dei nostri figli».

Un nuovo invio di armi in Ucraina farà esplodere tutto?
«La questione Ucraina merita una riflessione geopolitica, non un chiacchiericcio interno di quattro improvvisati. Il mondo sta cambiando, c'è uno spostamento a est dell'asse globale, con la Russia serviranno generazioni per riaprire un dialogo, Biden ha complicate elezioni midterm, l'Europa rischia di essere la vittima collaterale di questo conflitto. Io vorrei parlare di questo, non di mozioni grilline».

È pronto a un accordo con Di Maio e Sala?
«Fantapolitica. Beppe Sala sta nel centrosinistra. Vedremo se darà una mano alla politica nazionale. Per adesso lasciamogli fare il sindaco. Di Maio invece è quanto più lontano ci sia da me, sotto tanti punti di vista: dal reddito di cittadinanza alle politiche per la scuola noi parliamo lingue diverse. La verità è che Italia Viva farà una scommessa riformista contro populisti e sovranisti. Se saremo soli punteremo al 5%. E saremo decisivi anche nella prossima legislatura. Se ci saranno altri, vedremo. Ma noi intanto partiamo».

Calenda dice che lei andrà con il Pd.
«Calenda difficilmente azzecca le scelte politiche. Ancora ricordo quando voleva obbedire a Salvini nel 2019 e andare a elezioni anticipate, che avrebbero consegnato ai sovranisti il Paese, il Quirinale e la gestione di pandemia e Covid. O quando nel 2021 faceva interviste per dire che era da irresponsabili aprire la crisi. Non è cattivo, Carlo: quando è tranquillo è un piacere parlarci. Quando invece si lancia in previsioni alla divino Otelma non ne azzecca una. Io a differenza sua faccio politica da anni. E amo la professionalità di chi fa politica, senza isterie e scatti umorali».

Prossimamente farà ancora politica o cambierà mestiere?
«Chi vuole che cambi mestiere sogna di non avermi tra i piedi perché sa che se siamo in campo facciamo la differenza. Oggi tutti a dire "meno male che c'è Draghi e non Conte". Ma un anno e mezzo fa quanto fango ci hanno buttato addosso? Si mettano il cuore in pace: ho fatto politica in questa legislatura e la farò anche nella prossima. È vero: sto antipatico all'80% degli italiani. Ma c'è anche un 20% di italiani che mi stima e mi vuole bene. Se riusciamo a prendere una piccola parte di questo 20% saremo decisivi da qui al 2028».

Ha denunciato di nuovo i pm di Firenze a Genova?
«Sì. Nulla di personale, sia chiaro. Ma chi ha letto il libro "Il Mostro" si rende conto che ciò che mi è successo in questi anni è impressionante. Non faccio guerre. Ma se qualcuno indaga su di me senza rispettare la legge e la Costituzione vado fino in fondo. Chi è pulito non ha paura. E spero che tanti giovani leggano il libro per capire che quello che è accaduto a me non deve più accadere a nessuno».