Renzi: «Pd succube dei 5 stelle. Meloni incapace di governare»

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Intervista a Matteo Renzi per «La Stampa» dell'11-02-2024.

 Di Elisabetta Pagani

Meloni è la prima influencer di questo Paese, brava a comunicare, incapace di governare». E ancora: «Ha paura di fare un dibattito con me e sceglie Schlein». La segretaria dem? «Abbiamo ben poco in comune». E anche con il Pd, che definisce «succube dei Cinque Stelle». «Sono contento di essere distinto e distante da Meloni e Salvini» ma anche da «Conte e Schlein». E se Prodi sogna le alleanze, lui, Matteo Renzi, dice che «ci sono due modi di guardare alla sinistra in Italia e in Europa. C'è quello di Tony Blair, in cui sto io, e quello di Corbyn o Mélenchon, che non vincerà mai. Credo che Romano dovrebbe avere più chiarezza su questo».

Il senatore di Italia Viva arriva a Torino, intervistato dal vice direttore de La Stampa Gianni Armand-Pilon, poco dopo aver saputo di essere stato querelato dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.

La sua campagna contro Delmastro le è costata una querela per diffamazione.

«Gli sto solo chiedendo di dire la verità sulla sparatoria di Capodanno. Di fare il test del Dna, visto che sulla pistola sono state trovate altre tracce oltre a quelle di Pozzolo e del caposcorta, e di riferire in Parlamento. Trovo ridicolo che ci si senta diffamati a fronte di una interrogazione parlamentare. Ricevere una querela per questo è una medaglia al merito, me la appunto sulla camicia. Con Delmastro ci vedremo in un'aula di tribunale, ma ribadisco, l'aula in cui deve venire è quella del Senato, a dimostrare ancora una volta la straordinaria incompetenza dei collaboratori di Giorgia Meloni».

In Europa ci sono le elezioni, con chi si allea?

«Mi candido in tutti i collegi. L'Europa ha bisogno di una scossa e io ci metto la faccia. Sta perdendo ogni credibilità, siamo spettatori del derby tra Usa e Cina, non tocchiamo palla in Africa e in Medio Oriente. Mi accusano per i miei rapporti con il mondo arabo ma sono anni che dico che, contro gli estremismi, bisogna sostenere le leadership arabe riformiste. Tornando alle Europee, noi per ora andiamo da soli».

Emma Bonino vi ha rivolto un appello. E organizzerà una convention sugli Stati Uniti d'Europa, ci andrà?

«Sì, se Bonino va avanti sulla proposta degli Stati Uniti d'Europa noi ci siamo. Su queste cose la pensiamo come loro, ma se non possiamo fare un ragionamento più ampio le nostre idee sono forti abbastanza da poter andare da soli».

Fa bene Schlein a candidarsi come capolista in tutti i collegi?

 «Non tocca a me dirlo. Quando io ho avuto la responsabilità del Pd non mi sono candidato e abbiamo preso il 41%. Ma oggi il Pd è la sesta stella del grillismo. Il cognome Meloni ci sarà alle Europee, non so se quello della premier o della sorella. Lei è capa del governo e la sorella del partito, una cosa che può succedere solo in Italia o in Corea del Nord. Credo che Meloni abbia lanciato una sfida a Elly che Elly non dovrebbe buttare via, fossi in lei mi candiderei. Meloni dice: "io scelgo te come mia avversaria". A me non chiede di fare un dibattito in tv. Io ho il 3%? Vero ma a ruoli invertiti io l'ho fatto con lei. Meloni ha paura del dibattito con me e sceglie Schlein. Per me fa bene a fare il dibattito perché non è detto che le vada male».

Non sta facendo un complimento a Schlein...

«Schlein è stata brava al question time. E anche Boschi: ha fatto 4,5 milioni di visualizzazioni su Instagram facendo a Meloni l'elenco di tutte le tasse che non ha tagliato. Una cosa che non è finita sui tg Rai».

Il governo non ha abolito la Fornero, non ha bloccato l'immigrazione, non ha tolto le accise sui carburanti ma i sondaggi dicono che Meloni rimane forte, anzi cresce.

«Meloni guadagna a scapito di Salvini e Tajani. I sondaggi fotografano l'istante, non tutto il film. Ora è così ma il consenso, e io sono un esperto in materia, lo perdi all'improvviso. Meloni non sa governare ma è molto brava a comunicare. Si presenta come una underdog ed è in Parlamento da quando c'era Cirino Pomicino. Con lei l'Italia sta peggio di prima. Dal 2016 a oggi le spese di Palazzo Chigi sono passate da 12 a 21 milioni ma il salario delle persone non è aumentato così».

Il ministro Nordio le piace. Chi invece le piace meno?

«Lollobrigida. Ne abbiamo chiesto le dimissioni. Nessuno lo attacca perché è l'uomo delle nomine, i 5 Stelle hanno fatto accordi con lui sulla Rai. Ma non è capace di fare il ministro. Ha aumentato l'Irpef agli agricoltori. E poi la vicenda del treno fermato… L'arroganza delle istituzioni».

Lei non è mai stato arrogante quando era al potere?

«Lo sono stato anche quando non ero al potere. Ma una cosa è l'arroganza come tratto personale, e lì mi prendo le mie critiche. Un'altra l'arroganza delle istituzioni. Che è l'uso dei treni a fini personali. O Meloni che dice "non ho mai detto che dobbiamo uscire dall'euro" quando invece lo ha urlato! L'unica opposizione siamo noi, gli altri sono inconcludenti. Conte fa accordi con Lollobrigida sulla Rai, il Pd è impegnato in un congresso permanente e in aula l'ho attaccato perché è diventato grillino sull'abuso d'ufficio».

Il Pd è succube dei 5 Stelle?

«In questa fase sì, spero si svegli. Se devo difendere io i sindaci del Pd significa che il partito si è schiacciato sulle posizioni di Scarpinato e Travaglio».

Prodi dice che con qualcuno bisogna allearsi.

«Con questa legge elettorale è vero ma nel 2022 è stato Enrico Letta a non volerlo. Nel 2027 vedremo cosa accadrà».

A Firenze cosa succede?

«Noi abbiamo la candidatura molto forte di Stefania Saccardi. Il Pd deve decidere se sedersi attorno a un tavolo o andare dritto rischiando di perdere la città. Se li conosco, andremo con due candidature diverse».

 Cosa la accomuna a Schlein?

 «Ho rispetto per una ragazza che ha vinto dall'interno le proprie battaglie. Come Meloni. Ma se mi dice cosa condivido delle sue idee, dico ben poco».

Prodi si metterà le mani nei capelli.

«Ho molto rispetto per Prodi. Credo ci siano due modi di guardare alla sinistra. Il primo è: "Io sto con Blair", e quello sono io, una posizione che oggi in Italia è considerata di centro. E poi c'è la sinistra di Mélenchon o Corbyn. È una sinistra a cui bisogna dire con forza "con voi non si vincerà mai", e credo che Romano dovrebbe avere più chiarezza su questo».