Renzi: Sulla giustizia Meloni ha paura

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L'intervista a Matteo Renzi per La Stampa del 29-11-2023

di Federico Capurso

Il leader di Italia viva Matteo Renzi sta andando a Miami, in Florida, ma prima di partire lancia un invito a Giorgia Meloni a riprendere in mano la riforma della Giustizia, finita in un cassetto: «Noi siamo disponibili a collaborare», assicura. Ma tutto è fermo da troppo tempo e adesso l'impressione dell'ex premier è che «Meloni ha paura».

Di cosa avrebbe paura?

«Questo dovrebbe chiederlo alla presidente del Consiglio».

Lei che idea si è fatto?

«Mi chiedo che senso abbia una premier che prima annuncia la riforma della giustizia e poi sconfessa il suo ministro inchinandosi alle correnti e ai pm. Ora, all'improvviso, il ministro della Difesa evoca strani movimenti nella magistratura. Mi ero accorto di un certo nervosismo di Meloni, giovedì in Senato, ma adesso è evidente che a Palazzo Chigi serpeggia qualcosa che non va. Il tempo è galantuomo, capiremo meglio nei prossimi mesi».

Ha ragione Crosetto quando dice che il pericolo maggiore per il governo arriva dalla magistratura?

«Crosetto è una persona che stimo. Se ha parlato, avrà avuto le sue ragioni, ragioni che io posso immaginare ma non conosco. Certo che anche la tenuta della maggioranza non mi sembra granché».

Schlein sostiene che il governo vede nemici e complotti ovunque, mentre l'Anm lancia un allarme democratico, dopo la dichiarazione di Crosetto.

«Difficile dare torto a Elly su questo. E mi colpisce perché, negli ultimi mesi, penso che sia la prima volta in cui la penso come lei. Meno male che c'è l'Anm che invece sull'allarme democratico ripete il solito noioso, insopportabile, insignificante ritornello. Ma quale allarme democratico? La Meloni ha vinto le elezioni e ha il diritto di governare. Se non le riesce - come io credo non le stia riuscendo - tocca agli elettori stabilirlo. Non alle correnti dei magistrati».

Che segnale dovrebbe dare Meloni sulla riforma della giustizia?

«Decidersi. Lei continua a fare la vittima su tutto, gioca a fare la Cenerentola che lavora mentre tutti intorno le danno contro. Le serve questa narrazione e dobbiamo essere onesti: per un anno ha funzionato alla grande. Ma ora i nodi vengono al pettine. Giorgia sa scrivere post e tweet fantastici, ma non riesce a scrivere i decreti, le leggi, le riforme. Per essere una statista devi fare le riforme, altrimenti sei solo una influencer. Vediamo come deciderà di ripartire dopo Natale».

Sarebbe pronto a collaborare e a votare a favore della riforma Nordio?

«La nostra volontà c'è dal primo giorno. Quello che manca non è la nostra disponibilità: manca la riforma. Tutte le cose che Nordio diceva prima di essere ministro erano ampiamente condivisibili, ma nessuna di queste sta diventando realtà. Lui è un galantuomo ed è una persona straordinaria. La squadra di governo, invece, è una zavorra per tutti».

Si aspettava di più dal ministro della Giustizia?

«Chi ha fatto studi giuridici conosce la massima: "Ad impossibilia Nemo tenetur". Nessuno può realizzare cose impossibili. E per Nordio fare le riforme con questa maggioranza che sta insieme più sul potere che sulle idee sta diventando oggettivamente impossibile».

È d'accordo sulle pagelle per i magistrati e sulla stretta per i giudici fuori ruolo, previsti negli ultimi due decreti attuativi della riforma Cartabia?

«Non mi convince la riforma Cartabia tanto che ci siamo astenuti. Tuttavia sono contento della proposta del mio amico Enrico Costa sulle pagelle per i magistrati. Mi permetto di essere meno ottimista di lui sul risultato. Quanto ai fuori
ruolo, finché i magistrati saranno capi di gabinetto nei ministeri e capi del legislativo non cambierà mai nulla. La vera invasione di campo la compie il potere giudiziario incidendo sul potere esecutivo, non il legislativo sul giudiziario».

È saltato invece il test psicoattitudinale per i magistrati in ingresso. Lei sarebbe stato favorevole?

«Ci sta. È previsto per altre categorie di funzionari pubblici. E se parla con molti magistrati sono i primi a dirti: introduciamolo anche per i colleghi. Ma vedendo come si muovono in queste ore nei palazzi della politica le dico che il test psicoattitudinale non serve solo ai magistrati».

Passando a un altro tema, ha visto che questa domenica, a Firenze, Salvini ha organizzato un evento con i sovranisti europei?

«Salvini riunisce a Firenze tutti coloro che in Europa sono giudicati "impresentabili". Detto che Firenze nella sua storia ha visto di tutto, e certo non si impressiona per questo festival del populismo, fa impressione vedere come i sovranisti si riuniscano nella città che è per definizione una delle città più universali del mondo. Ma Salvini mi pare che stia ancora ripassando la geografia, più che studiare la storia».

Visti i suoi rapporti con l'Arabia Saudita, invece, come accoglie la vittoria della candidatura di Riad per l'Expo?

«Le cose che dicevo isolato quattro anni fa sull'Arabia Saudita adesso le dicono tutti. Un politico per me ha il dovere di vedere le cose prima degli altri. Quel Paese sta vivendo una trasformazione impressionante e per come li conosco so che
siamo solo all'inizio. Non mi stupisce il trionfo di Riad».

E come ha preso la sconfitta italiana?

«Sono sconvolto per la Caporetto diplomatica di Roma. La Farnesina ha fatto una figuraccia che non merita. Forse Tajani dovrebbe seguire qualche dossier anziché vivere in campagna elettorale permanente. Penso sia chiaro a tutti
che Meloni non ha alcun peso nelle dinamiche internazionali: viene bene nelle foto, ma quando si tratta di fare sul serio l'Italia viene sorpassata persino dalla Corea. E siccome l'ultimo Expo l'abbiamo organizzato noi, dopo che se lo era conquistata da sola Letizia Moratti, da italiano oggi dico che il nostro Paese non si merita figuracce come questa. Si può perdere, ci sta. Ma arrivare terzi con 17 voti significa fare la figuraccia diplomatica più meschina della nostra storia recente. Quanto a Roma, fossi in Gualtieri, mi darei una smossa: la città non va, è tempo di cambiare. Spero che la sconfitta dell'Expo serva a invertire la rotta»