Bonus 80 Euro

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Gli 80 euro sono stati non solo un marchio di fabbrica del governo dei Mille Giorni, ma la più grande operazione di sinistra mai fatta in Italia. Dal 2014 in poi, il Partito Democratico ha recuperato circa 10 miliardi ogni anno e li ha distribuiti tra 11,3 milioni di italiani che con uno stipendio inferiore a 1.500 euro al mese avrebbero seriamente rischiato di essere risucchiati nella zona povertà.

80 EURO: UN AIUTO CONCRETO

Dal maggio 2014 nelle buste paga dei lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 1.500 euro ci sono 80 euro netti in più. Al mese e per sempre. 960 euro all’anno che per chi percepisce redditi medio bassi fa la differenza. Un’entrata stabile, un sostegno concreto, checché ne dica chi non ha mai dovuto fare i conti a fine mese per far quadrare il bilancio di una famiglia.

80 EURO E RIDUZIONE DELLE TASSE

Il bonus è stato sempre riconfermato leggi di Bilancio e se il Pd tornerà al governo l’intenzione è quella di estenderlo anche a tutti i figli minorenni: 80 euro per ciascun figlio minorenne. Perché aiutare il ceto medio non è una mancia, non è uno slogan. E’ semplicemente una cosa giusta.
Nel governo dei Mille Giorni gli 80 euro sono stati il cuore e il punto di partenza di un’operazione molto più vasta di riduzione delle tasse e di aumento del potere d’acquisto degli italiani. Un’operazione di crescita ed equità sociale che il Partito Democratico vuole portare avanti.

TANTE CRITICHE, TUTTE INFONDATE

Eppure gli 80 euro sono stati una delle misure dei Mille Giorni per cui il Partito Democratico ha ricevuto più critiche. Hanno provato a far credere che si trattasse di una misura spot, di un bonus una tantum. Alla fine, visto che gli 80 euro continuavano ad arrivare mese dopo mese costituendo il più grande incremento di stipendio mai ottenuto dal ceto medio, taluni politici ipermilionari si sono messi a insultare il Pd e oltre 11 milioni di italiani parlando di “mancia elettorale”. Oggi, però, nessuno dei partiti in campo per le Politiche 2018 si sogna di toglierli. Anzi, hanno tutti dichiarato di volerli mantenere!

FAKE NEWS SUGLI 80 EURO

A un certo punto il M5S ha addirittura accusato il Partito Democratico di aver dato gli 80 euro per farseli poi restituire. Una fake news bella e buona, diffusa a pochi giorni dal voto per le amministrative del 2016, che avuto come unico effetto quello di diffondere il panico tra i cittadini. Cos’era successo in realtà? Che chi aveva guadagnato di più di 1.500 euro, andando oltre la soglia annua dei 25 mila euro, ha dovuto restituire il bonus. Mentre un milione e mezzo lavoratori hanno scoperto di averne diritto e lo hanno incassato (ma questo Grillo e i suoi si sono ben guardati dal dirlo) con l’effetto che i soldi restituiti ai cittadini (599 milioni) risultarono di più di quelli che i cittadini, senza requisiti, dovettero restituire allo Stato (507 milioni).

BONUS 80 EURO ANCHE A FORZE ARMATE E POLIZIA

Già con la legge di stabilità 2016 il bonus 80 euro è stato allargato anche chi presta servizio nelle forze armate e dell’ordine e nei Vigili del fuoco.

BONUS 80 EURO AI DISOCCUPATI: REQUISITI

Anche i lavoratori che hanno percepito la disoccupazione NASpI , la Dis-coll (indennità di disoccupazione per i lavoratori parasubordinati), l’indennità di mobilità ordinaria, disoccupazione edile, oppure la cassa integrazione guadagni, la malattia o la maternità hanno diritto al bonus 80 euro. L’Agenzia delle Entrate ha infatti spiegato che tra i beneficiari del bonus 80 euro rientra anche chi usufruisce di prestazioni a sostegno del reddito perché considerati redditi appartenenti alla stessa categoria di quelli sostituiti o perso.

CONSUMI IN CRESCITA GRAZIE AGLI 80 EURO

La prova che gli 80 euro hanno funzionato e continuano a funzionare sta nei dati sui consumi. Dati prodotti dalla Banca d’Italia, non dal Pd! Questi dati ci dicono che il 90% del bonus è stato speso in consumi; che i consumi sono aumentati di circa 3,5 miliardi di euro, vale a dire che il 40% dell’aumento totale delle spese delle famiglie nel 2014; che gli italiani hanno speso il 20% in più in generi alimentari e il 30% in più per mezzi di trasporto, pari a circa il 50-60% del bonus totale. Infine, che l’incremento maggiore dei consumi si è registrato per le famiglie a basso reddito (80%). Una misura di sinistra, appunto.