Canone RAI

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La storia del canone Rai qualcuno potrebbe definirla una “storia all’italiana” nel senso peggiore dell’espressione. Dal 2016, però, si è trasformata esattamente nel suo contrario: una buona storia italiana da cui altri paesi possono prendere ad esempio. Scopriamo insieme perché.

Sappiamo bene che pagare canoni, tasse, imposte non è piacevole per nessuno, ma diventa addirittura insopportabile quando sappiamo che in troppi evadono e pochi pagano. Questo è quanto accadeva al canone Rai.

L’obbligo di pagare un ‘canone’ per il possesso di «uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo» non è una novità legislativa degli ultimi anni: nasce con un regio decreto del 1938.

Con gli anni, però, complice la difficoltà dei controlli che potevano venir fatti solo entrando in casa dell’utente per verificare se ci fosse o no un apparecchio radio o televisivo, sempre più ‘furbetti’ decidevano di non pagare il canone.

Insomma, la solita storia: la legge c’è, l’obbligo di pagare pure, ma l’evasione è diffusa. Si va avanti così per decenni. Fino a quando non arriva il governo Renzi e allora le cose, finalmente, cambiano.

I governi a guida Pd sono riusciti non solo a recuperare molto dall’evasione fiscale, ma anche a dare concretezza a un principio sano, basilare per una società equa: pagare tutti per pagare meno. L’esempio è del canone Rai vale per tutti: dall’evasione generalizzata al pagamento in bolletta. E così oggi si paga meno e si paga tutti. E se ciò che dobbiamo pagare è equo e soprattutto se ci offre un servizio, una prestazione, se è utile a noi e alla comunità, allora pagare sarà meno spiacevole e più consapevole.

Canone Rai: pagare tutti, pagare meno

Come è stato possibile lo spiega Matteo Renzi: “Pagare meno, pagare tutti: si può fare. Noi lo abbiamo fatto. Il canone Rai costava 113 euro. Ma molti facevano i furbi. Il Governo dei #millegiorni ha messo una regola semplice: ha costretto tutti a pagare. Ma abbiamo abbassato il costo da 113 euro a 100 euro e adesso 90 euro. Più del 20% di riduzione. Oggi sono arrivati i dati ufficiali: prima pagavano 16 milioni di persone, adesso pagano 22 milioni di persone. Non è fantastico? Se paghiamo tutti, paghiamo meno. C’è chi vive di chiacchiere e chi passo dopo passo prova a cambiare: questa è in fondo la differenza tra populisti e politici”.

Questa è una sintesi del post sulla riforma del Canone RAI fatto da Matteo Renzi il 10 maggio 2017 su Facebook. La riforma del Canone RAI era già stata annunciata un mese prima durante il #MatteoRisponde, la diretta social con la quale Renzi rispondeva sui canali YouTube e Facebook a tutte le domande che gli venivano fatte settimanalmente, annunciando cosa sarebbe cambiato per tutti i cittadini.

Canone Tv, in Italia si paga meno

La cosa che non tutti sanno è che il canone italiano, con i suoi 90 euro annui attuali, non solo è ben sotto la media europea (127,6 euro), ma è anche meno costoso di quello applicato in paesi vicini, come la Croazia, la Francia, l’Austria, la Germania, il Belgio.

Pagare il Canone Rai

Le modifiche alla modalità di pagamento e all’importo del canone RAI arrivano con la legge di stabilità approvata il 22 dicembre 2016.
Due le novità più rilevanti: il canone si paga con la bolletta della luce e la quota è tagliata.

Canone Rai in bolletta

Per pagare il canone Rai non ci sono più i classici pagamenti con bollettino postale. I cittadini ricevono un addebito nella bolletta elettrica con l’importo indicato nella fattura e specificato con una voce distinta.

Canone Rai costa meno

Riforma Canone Rai, i risultati
Rossella Orlandi, ex direttrice dell’Agenzia delle Entrate, ha evidenziato gli straordinari risultati della riforma: “Dai primi risultati disponibili – ha riferito durante un’audizione alla Camera dei deputati – è comunque evidente come nel 2016 ci sia stato un notevole recupero di gettito, da 16,5 milioni di abbonati nel 2015 si è passati a circa 22 milioni di soggetti addebitati nel 2016, che ha già consentito, tra l’altro, una significativa riduzione dell’importo del canone annuo per i cittadini, passato da 113,5 euro nel 2015 a 100 euro nel 2016 e a 90 euro nel 2017″.

Le fake news sul Canone RAI

Le fake news hanno colpito anche sul Canone Rai: ai soliti gufi, non sembrava possibile che la buona politica fosse riuscita al tempo stesso a far pagare tutti e a far pagare meno.
Sui social sono circolate false notizie sul vero importo da pagare. Come la bufala sull’aliquota Iva che graverebbe sul canone: il canone Rai è esente dall’Iva per legge e lo dimostrano le bollette dell’imposta.

Chi deve pagare il Canone Rai

«Chiunque detenga un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive» deve pagare il canone RAI.
L’importo va pagato anche se si usa la tv solo come monitor per il computer o per vedere dvd; allo stesso modo va pagato se si ha un apparecchio ma non si guarda mai la Rai o si ha un contratto per la visione di trasmissioni tramite satellite o via cavo: il canone, infatti, è dovuto per il ‘possesso’, al di là del fatto che uno guardi Rai o altri canali.

Canone Rai esenzione

La legge di stabilità ha anche introdotto il principio “presunzione” del possesso degli apparecchi tv: dal primo gennaio del 2016 la detenzione di un apparecchio si presume nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la residenza anagrafica.
Chi possiede solo un computer privo di sintonizzatore TV non deve pagare il canone.

Dichiarazione Sostitutiva Canone Rai

Ogni cittadino, sotto responsabilità penale in caso di falsa dichiarazione, può presentare una certificazione entro il 31 gennaio di ogni anno di non detenzione degli apparecchi ed essere esentato dal pagamento del Canone. (“Dichiarazione sostitutiva di non detenzione” della televisione)

È previsto il pagamento del canone anche con il modello F24:

  • quando nessun componente della famiglia anagrafica, tenuta al versamento del canone, è titolare di contratto elettrico di tipo domestico residenziale;
  • per chi abita nelle isole non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale, ossia: Ustica, Tremiti, Levanzo, Favignana, Lipari, Lampedusa, Linosa, Marettimo, Ponza, Giglio, Capri, Pantelleria, Stromboli, Panarea, Vulcano, Salina, Alicudi, Filucudi, Capraia, Ventotene.