Renzi: "Così riporteremo Draghi a Palazzo Chigi"

Intervista di Mario Neri, “Il Tirreno”, 28 agosto 2022.

Matteo Renzi oggi pomeriggio alle 18 interverrà al Principe di Piemonte a Viareggio

«lo sono preoccupato per la passione del Pd per le tasse. Letta da premier aumentò l`Iva e se in campagna elettorale come primo atto chiedi di alzarle significa che vuoi perdere»

«Non mi fa paura la fiamma ma Letta che aumenta le tasse»

Non lo preoccupa la Meloni della fiamma, ma quella che potrebbe «sfasciare i conti pubblici». E lo allarma pure «la passione del Pd per le tasse». Renzi ne parlerà oggi (ore 18) al Principe di Piemonte a Viareggio. 
Renzi, FdI prima dice sì al rigassificatore di Piombino, poi corregge il tiro chiedendo compensazioni per il territorio. Giani dice sì, ma chiede garanzie sulla sicurezza. Lo stesso il Pd. Per voi va fatto senza se e senza ma?
«Siamo seri. È ovvio che vada garantita la sicurezza e vadano previste compensazioni. Chi dice il contrario è un pazzo. Ma non deve essere la scusa per non fare nulla. Il rigassificatore è fondamentale per il Paese e va autorizzato subito. Diverso è il ragionamento del Pd che chiede di fare una valutazione d`impatto ambientale non prevista nel decreto che farebbe saltare tutti i tempi. Il Pd non ha il coraggio di dire sì ma non ha nemmeno la forza di dire no: è diventato il partito del grande boh. Sono molto convinto che il rigassificatore sia decisivo e da sempre sono abituato a scelte difficili e impopolari:l a stessa cosa è avvenuta quando sono andato in Salento per sbloccare il Tap senza il quale oggi saremmo in emergenza. E ho preso gli insultiper le trivelle che oggi consentono ai lucani di avere il gas gratis. Un politico deve avere coraggio».

Ha scelto di non candidarsi nel collegio uninominale del Senato a Firenze in cui è stato eletto. Perché?
«Mi candido sul proporzionale in Lombardia, Toscana e Campania. E del resto per tirare su la lista lo faccio volentieri. Nel mio seggio voterò volentieri Stefania Saccardi. E giovedì primo settembre riuniremo tutti gli amici toscani alla Sala Rossa del Palazzo dei Congressi a Firenze, dove

lanciai la mia prima candidatura. Ma da Carrara adArezzo, dall`Abetone all`Argentario farò una campagna elettorale bella tosta».

Ma Candida Saccardi al Senato e non nel collegio alla Camera di Firenze, dove Nardella ha sponsorizzato Gianassi. Una desistenza per non penalizzare il suo vecchio amico e non innescare una crisi nella giunta Giani?
«Nessuna desistenza. Peraltro alla Camera candidiamo labravissima Lucia Annibali, che è personalità di rilievo nazionale. Molta amicizia con Dario ed Eugenio ma siamo in competizione. Loro hanno scelto di allearsi su uno schema manicheo: da una con Di Maio e non con noi. Hanno imbarcato chi diceva no a Draghi e non noi: normale mantenere i rapporti personali ma in campagna elettorale saremo pancia a terra a cercare voti. In bocca al lupo a tutti, ma qui c`è in ballo la possibilità di avere premier Mario Draghi e non Giorgia Meloni. E questa possibilità e più importante di qualsiasi ddesistenza». 

Circolano sondaggi che danno il Terzo Polo in Toscana fra il 9 e l`11%, in alcuni collegi fra il 14-15. Proverete a fare da ago della bilancia per un governo Draghi 2 o di larghissime intese?
«Io non credo ai sondaggi. Io sfaccio politica, non sono un influencer. I conti li faremo alla fine. Certo: Enrico Letta ha detto che noi in coalizione avremmo fatto perdere i voti al Partito democratico. Il 26 settembre credo che tutta Italia capirà che era vero il contrario: e cioè che noi prenderemo molti voti e Letta perderà le elezioni. Però a me non interessa Letta, non interessa la Meloni: a me interessa Mario Draghi alla guida dell`Italia».

Sia lv che Azione hanno nomi importanti in lista. Ma molti eletti potrebbero essere al primo giro. Rischiate di portare in parlamento una classe dirigente senza esperienza?
«No, non è vero. I candidati di Italia Viva vengono da una lunga gavetta, anzi: mi spiace aver tenuto fuori tanti giovani che avrebbero potuto far bene. Ma dopo che abbiamo fatto l'accordo con Azione qualcuno ha dovoto farsi da parte. Avremo un gruppo parlamentare ricco di competenza e serietà. Quando si parla di energia un cittadino parla più volentieri con Calenda che con Salvini. Quando si parla di famiglia parla più volentieri con la ministra Bonetti che con Di Maio»

Letta sta giocando la campagna su uno schema manicheo: da una parte la "nera" Meloni, dall'altra il partito dei democratici e progressisti. Funzionerà?
«
Letta purtroppo ha sbagliato tutto. Prima ha abbracciato lo schema Draghi ma ha imbarcato Fratoianni che ha sempre votato contro Draghi e messo il veto su di noi per antichi rancori Giorgia Meloni. E questa p o ssibi- personali. Ha iniziato con l'agenda Draghi e ha finito con l' agenda Bonelli. Poi ha cercato di recuperare con Conte ma i Cinque stelle a quel punto hanno deciso di mollare il Pd. Con Calenda sappiamo come è andata. Ogni sua uscita diventa un involontrio assist alla Meloni. Le partite si possono perdere ma Letta ha scelto proprio di non giocarla. L'unico modo per avere un governo solido è dare il voto al Terzo Polo».

Toccafondi, vostro candidato alla Camera, dice di essere più preoccupato per il Pd delle tasse che per la fiamma nel simbolo di Fdl non rimossa da Meloni.
«Io sono preoccupato per la passione del Pd per le tasse. Letta da premier aumentò l'Iva e se in campagna elettorale come primo atto chiedi di alzarle significa che vuoi perdere. Quanto alla Meloni: fossi in lei toglierei la fiamma per ragioni storiche e culturali. Della Meloni, però, non mi preoccupa il presunto fascismo mi preoccupa la sua visione del mondo, il sovranismo in chiave no global, una coalizione che vuole sfasciare i conti pubblici con proposte irrealizzabili. Questo mi inquieta. Il fascismo non c'è più: chi dice il contrario demonizza la Meloni e non aiuta il Paese».

Meloni dice: se vinco io, il presidente Sergio Mattarella deve indicare me come premier. Un antipasto di democrazia illiberale o una richiesta legittima di una leader?
 «È del tutto legittimo che Meloni lo chieda. Poi Mattarella farà le sue scelte sulla base del dettato costituzionale: l'inquilino del Colle è un galantuomo e sa benissimo da solo cosa si può fare e cosa no. Se la Meloni vince le elezioni ha tutto il diritto di provarci. Io, però, voglio fare di tutto perché non ci riesca. Giorgia non mette a rischio la libertà, mette a rischio i nostri risparmi».