Edilizia Scolastica

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Nell’epoca della memoria stravolta e mortificata quotidianamente dalle fake news, che inventano ogni giorno false realtà, proviamo a riaprire qualche giornale non di un secolo fa, ma di quattro anni fa: il 2014. Andate in una emeroteca, se preferite avere la carta che vi fruscia tra le mani, o cercate su internet, magari digitando quali parole chiave “matteo renzi edilizia scolastica”.

Scoprirete che il 4 marzo 2014, esattamente quattro anni prima delle elezioni politiche 2018, Matteo Renzi scrive una lettera agli 8mila sindaci italiani.
Lo fa da presidente del Consiglio ma anche da ex sindaco di Firenze, tant’è che inizia scrivendo: “Caro collega, stiamo affrontando il momento più duro della crisi economica. Il più difficile dal punto di vista occupazionale…”.
E prosegue: “ (…) dalla crisi si esce con una scommessa sul valore più grande che un Paese può incentivare: educazione, educazione, educazione.
Investire sull’educazione necessita naturalmente di un progetto ad ampio raggio (…) Ora la vostra e nostra priorità è l’edilizia scolastica. Nessun ragionamento sarà credibile finché la stabilità delle aule in cui i nostri figli passano tante ore della loro giornata non sarà considerata il cuore dell’azione amministrativa e di governo. Non vi propongo un patto istituzionale, ma più semplicemente un metodo di lavoro. Vogliamo che il 2014 segni l’investimento più significativo mai fatto da un Governo centrale sull’edilizia scolastica. Vi chiedo di scegliere all’interno del vostro Comune un edificio scolastico (…) ”.

In quattro anni un lavoro mai fatto prima

Adesso diamo un’occhiata al presente. Quattro anni fa eravamo in piena crisi occupazionale; oggi i dati ci dicono che in Italia ci sono più occupati degli ultimi 40 anni. Quattro anni fa eravamo in piena emergenza edilizia scolastica, figlia di decenni di sostanziale disinteresse politico; oggi la situazione italiana si sta avviando alla normalità e in alcuni casi all’eccellenza.

Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito a un impegno del Governo per la scuola e in particolare per l’edilizia scolastica, quale ma era accaduto prima: in 4 anni è stato fatto molto di più che in 70 anni. Non è retorica, parlano le cifre, parlano i fatti.

Piano 2014-2017

C’è stato un intervento a 360 gradi sul patrimonio immobiliare della scuola italiana, con un piano di investimenti nel periodo 2014-2017 di 9,5 miliardi di euro per la messa in sicurezza, la ristrutturazione, l’adeguamento e la costruzione di nuovi edifici scolastici che ospitano bambini e ragazzi dall’asilo al liceo. Inoltre, dopo 20 anni, è stato riattivato, l’Osservatorio sull’edilizia.

Piano 2018-2020

A fine novembre 2017, è stata messa a punto la nuova programmazione triennale (2018/2020) per l’edilizia scolastica, che riguarda interventi di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, miglioramento dell’efficienza energetica e costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici.

Matteo Renzi firma il più grande intervento per l’edilizia scolastica
Nel 2014 si avvia, grazie al governo Renzi, il più grande piano di interventi in materia di edilizia scolastica.
Si passa da una cifra pari a ZERO lire del 1996 ai 9,5 miliardi di euro stanziati tra il 2014 e il 2018. Agli Enti locali sono già stati assegnati 4,7 miliardi e, proprio grazie a queste risorse, sono stati finanziati più di 12 mila interventi di cui il 65% già conclusi.

Nella seconda metà del 2017 sono state finanziate altre 10 azioni di intervento per una cifra complessiva di 2,6 miliardi di euro che saranno utilizzate per l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza.
Questi interventi fanno seguito alle indagini diagnostiche realizzate nelle Province e nelle Città metropolitane, per valutare la vulnerabilità sismica degli edifici, per le indagini su solai e controsoffitti, per prevenire fenomeni di crollo e per la funzionalità delle scuole nelle aree colpite dal terremoto.

Anagrafe edilizia scolastica nazionale
Lo sapevate che in Italia avevamo l’ Anagrafe dell’Edilizia Scolastica? Peccato che, nata nel 1996, non era mai stata resa disponibile.
Tutto è cambiato, finalmente, con i governi a guida Pd: che ha mappato ben 42. 408 mila edifici che, fino al 2015, non erano stati adeguatamente segnalati.

Oggi, per la prima volta, abbiamo a disposizione una fotografia chiara e completa sullo stato di salute di tutte le strutture scolastiche del nostro Paese e questo consente di realizzare una Programmazione nazionale unica degli interventi basata sulle priorità reali.

L’Anagrafe è utile anche perché fornisce dati relativi alla mobilità, alla sostenibilità e alla qualità delle infrastrutture: trasporto alunni disabili, superamento delle barriere architettoniche, servizio scuolabus, accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici.

L’obiettivo è quello di giungere a una sorta di carta di identità digitale per ogni scuola del nostro Paese che permetta di intervenire tempestivamente con finanziamenti adeguati dove è necessario. Dobbiamo essere consapevoli che gli immobili dve sono le scuole sono vecchi, costruiti prima degli anni ’70, prima, dunque, dell’entrata in vigore delle leggi sul collaudo statico degli edifici e della normativa antisismica: ecco perché l’Anagrafe è fondamentale, così come lo è ristrutturare e costruire nuovi edifici a norma.

Osservatorio Nazionale per l’edilizia scolastica
L’Osservatorio Nazionale per l’edilizia scolastica, attivato dal governo Renzi, ha consentito di realizzare interventi per la messa in sicurezza e a norma, la manutenzione, il decoro e il ripristino funzionale, la riqualificazione energetica e la ristrutturazione degli edifici scolastici, ma anche per la costruzione di nuove strutture ispirate a criteri innovativi e sostenibili dal punto di vista energetico e dei materiali.

È stata creata anche una vera e propria task force (composta da tecnici specializzati) che ha il compito di presidiare i cantieri attraverso sopralluoghi periodici.
Inoltre nelle scuole sono stati designati i responsabili della sicurezza, raccolti nell’Anagrafica nazionale.

Architettura scolastica
Pensate a come è cambiato un telefono dal vecchio apparecchio degli anni Venti del Novecento ai moderni smartphone di oggi. Poi pensate a un’aula scolastica di metà Ottocento, subito dopo l’unità d’Italia e pensate a un’aula di oggi. La struttura è la stessa: banchi e sedie, cattedra, lavagna. In realtà, oggi sappiamo che quel modello può e deve essere aggiornato, poiché c’è un legame molto stretto tra l’apprendimento e gli spazi scolastici. Un’architettura scolastica innovativa migliora anche gli standard scolastici.

I governi a guida Pd hanno stanziato 300 milioni di euro per la realizzazione di scuole innovative dal punto di vista delle strutture, dell’efficienza energetica, delle dotazioni tecnologiche e dell’impiantistica.

Inoltre, sono stati stanziati 20 milioni di euro per la realizzazione di 8 scuole altamente innovative: una sarà progettata da Renzo Piano, ispirandosi ai civic center, e una da Mario Cucinella che, per la prima volta, sperimenterà una modalità di progettazione partecipata grazie alla collaborazione di un gruppo di studenti.