Emergenza siccità in Italia
“Siamo un paese straordinario ma fragile…”, così il grande architetto Renzo Piano parla del nostro Paese nel discorso “Il rammendo delle periferie”.
Lo sappiamo perché purtroppo lo abbiamo visto troppe volte. L’Italia, il Paese più bello e straordinario al mondo, ha in sé molte contraddizioni. Paesaggi e luoghi meravigliosi che devono fare i conti con l’instabilità del suolo, la criticità sismica, il pericolo alluvioni.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a terremoti devastanti che hanno distrutto tesori inestimabili.
A un certo punto però abbiamo smesso di pensare solo a ricostruire e abbiamo iniziato contemporaneamente a dare risalto alla più grande azione di prevenzione che sia mai stata pensata.
Non possiamo vivere in Italia e non curarci di come la lasceremo alle future generazioni. Intervenire prima ci serve per evitare disastri poi.
Tantissimi sono stati gli investimenti e i campi d’azione dei governi Renzi e Gentiloni. Dalla siccità al problema delle emissioni, dalle fonti rinnovabili al piano Italia Sicura.
Territorio e ambienti vanno difesi, tutelati e aiutati. Sono elementi imprescindibili per l’uomo che una vera forza riformista deve porre al centro della sua agenda. Finalmente ora gli obiettivi sono chiari, moltissimi cantieri sono stati aperti, l’Italia è ora un Paese diverso e innovativo.
Il 2017 è stato un anno difficile dal punto di vista ambientale. Ricordiamo tutti le immagini di quest’estate del lago di Bracciano a secco e da cui non poteva più essere prelevata acqua per il fabbisogno di Roma. Ricordiamo la paura per un possibile frazionamento nell’uso dell’acqua.
Sono situazioni che non possono essere ignorate. Se analizziamo i dati ce ne rendiamo subito conto:
il 2017, secondo l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (CNR-ISAC), ha fatto registrare, per il nostro Paese, un’anomalia di 1.3°C al di sopra della media del periodo di riferimento convenzionale 1971-2000. Il 2017, quindi, sarà ricordato come il quarto anno più caldo dal 1800 ad oggi, insieme con gli anni 2001, 2007 e 2016.
Non c’è solo l’Italia però: è tutta l’area del Mediterraneo a destare preoccupazione. E’ considerata dagli scienziati una delle regioni più esposte all’instabilità climatica. Senza un cambio di rotta, alcune aree del pianeta rischiano di diventare inabitabili, costringendo milioni di persone a spostarsi e accelerando crisi, conflitti e terrorismo, soprattutto nei paesi più vulnerabili.
Aiuti alle imprese
Una parte consistente degli interventi governativi riguarda gli aiuti a tutte quelle imprese che hanno sofferto per avversità atmosferiche eccezionali e calamità naturali tra cui la siccità. Esse potranno accedere tramite il Fondo di solidarietà nazionale, previa richiesta alla propria Regione, ad alcuni aiuti concreti laddove le avverse condizioni incidano sulla produzione lorda vendibile annuale in misura non inferiore al 30%. Il governo viene incontro a chi lavora duramente e subisce ingenti danni.
#ItaliaSicura
Che cos’è? E’ un piano di investimenti che riguarda principalmente il dissesto idrogeologico e l’ammodernamento della rete idrica nazionale, per evitare ed eliminare sprechi e malfunzionamenti.
E’ stato elaborato dopo la consultazione con moltissimi esperti e comprende 9.397 opere e interventi per 27 miliardi d’investimenti. Per i prossimi 15 anni sono già stati reperiti 9 miliardi, ed è già stato elaborato un piano finanziario fino al 2023.
Piano nazionale degli invasi
Per la siccità in particolare è stato creato il Piano nazionale degli invasi che ha come obiettivi la realizzazione di 2.000 nuovi piccoli e medi invasi in 20 anni con un investimento di circa 20 miliardi. Bisogna intervenire ora per rendere efficiente e moderna la nostra rete idrica.
Accordo di Parigi: cos’è
Barack Obama, ex presidente degli Stati Uniti, in occasione del suo intervento a “Seeds&Chips” a Milano disse: “l’Accordo di Parigi è stato un momento di azione collettiva senza precedenti […] ha creato un impalcatura, un’architettura, un meccanismo […] gli Stati Uniti e l’Europa devono dare il buon esempio…”
L’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici firmato nel 2015 da 195 paesi è stato il prima grande passo avanti per la consapevolezza di un mondo che sta cambiando.
Nello stesso anno 193 paesi dell’ONU hanno formato anche l’Agenza globale per lo sviluppo sostenibile 2030.
Gli obbiettivi dell’Accordo di Parigi
Entrambi impegnano l’Italia a lavorare per ridurre le emissioni di gas, soprattutto anidride carbonica, e a puntare sempre di più sulle energie rinnovabili.
Tutelare l’ambiente significa anche tutelare la salute, la sicurezza; significare puntare sulle tecnologie e sull’innovazione. Significa creare un legame tra uomo e territorio che lo circonda. Significa occuparsi dei luoghi in cui viviamo e che spesso diamo per scontati.
Strategia 2050
L’Italia inoltre si impegna ad adottare entro un anno la “Strategia 2050: per un l’Italia a zero emissioni e resiliente”, che includa diverse azioni:
- raggiungere zero emissioni nette al 2050 partendo dalla nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN), compresa l’uscita dal carbone nel settore elettrico entro il 2025;
- arrivare rapidamente alla fine dei finanziamenti pubblici ai combustibili fossili e introduzione, entro il 2020, di un prezzo minimo della CO2 (carbon floor price), per favorire la decarbonizzazione dell’economia;
- assistere le comunità in transizione energetica verso una riqualificazione delle abitazioni delle famiglie a più basso reddito attraverso risorse stanziate in un fondo ad hoc;
- portare in tutte le città italiane entro il 2030 il livello di inquinamento atmosferico in linea con i limiti richiesti dall’UE attraverso piani di rigenerazione urbana e stop al consumo di suolo per fare da volano all’edilizia compatibile con l’ambiente;
- incentivare la mobilità elettrica anche attraverso incentivi all’acquisto di auto elettriche e ibride. Ogni Comune deve essere dotato, entro il 2023, di stazioni di ricarica;
- sostenere con nuovi fondi il lancio di piste ciclabili, nuovi sistemi di car-pooling e car-sharing e di un piano per mezzi di trasporto pubblico a zero emissioni;
- stabilire un “Fondo per le città ecologiche”
Eccellenza italiana
Quando l’Italia fa l’Italia non ce n’è per nessuno.
Abbiamo raggiunto in anticipo l’obiettivo fissato dall’Unione Europea sull’utilizzo delle fonti rinnovabili. Nel 2017 abbiamo raggiunto e superato il target del 17%, previsto per il 2020.
Siamo secondi dopo Lussemburgo!
Bonus e Finanziamenti
Le detrazioni fiscali del 65% previste per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici privati, dal 2017 riguarderanno anche gli istituti autonomi per le case popolari.
Si introduce un sistema di incentivi e detrazioni tra il 50% e l’85% delle spese sostenute per la messa in sicurezza e del 100% sulla valutazione del rischio sismico.
Con la nuova manovra viene inoltre introdotto, dal 2018, il bonus verde urbano: una detrazione del 36% delle spese sostenute per la sistemazione del verde.
Per valorizzare il patrimonio dei Piccoli Comuni a rischio idrogeologico c’è il Fondo per finanziare investimenti negli anni 2017-23 con 100 milioni di euro.
Secondo i dati del Servizio studi della Camera e del Cresme quest’anno le varie forme di incentivazione produrranno 28 miliardi di investimento e 400mila posti di lavoro.
Ne è prova il decreto del 23 giugno 2016 relativo alle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. Un investimento di oltre 400 milioni di euro annui per 20 anni per un totale di circa 9 miliardi di euro.