1. Ventotene
È facile buttare addosso all’Europa tutte le colpe, le colpe di tutto. Più difficile è cercare di costruire un’Europa diversa, più attenta ai valori e meno alla grande finanza. Noi ci stiamo provando, con tutta l’energia di cui disponiamo. Rispetto chi sa solo dire no, chi sa solo lamentarsi, chi sa solo urlare che va tutto male. Ma noi stiamo provando a cambiare, concretamente, passo dopo passo. Anche in Europa.
Il vertice di oggi con Hollande e Merkel a Ventotene va in questa direzione.
Abbiamo scelto il luogo di Spinelli e dei suoi compagni di confino e prigionia, il luogo nel quale nacque il Manifesto per gli Stati Uniti d’Europa mentre il fascismo aveva esiliato e imprigionato questi profeti dell’unità europea. Credo sia un simbolo in cui tanti italiani possano riconoscersi. Metteremo un fiore sulla tomba di Spinelli e poi lavoreremo a bordo di una nave italiana, la Garibaldi, che è in prima fila nel coordinamento delle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. Due simboli in uno: i valori ideali, l’impegno concreto.
Davanti ai problemi uno deve scegliere: trovare un buon colpevole o trovare una buona soluzione.
Noi lavoriamo per risolvere i problemi. E allora vogliamo che l’Europa del dopo Brexit, l’Europa colpita al cuore dal terrorismo rilanci un ideale forte di unità e di pace, di libertà e di sogno, di dialogo e di identità.
Ecco perché dobbiamo investire nella difesa comune, nell’innovazione digitale, nelle scuole e nella cultura. L’Europa è la madre affettuosa dei nostri valori, non la custode algida di regole burocratiche difficili da accettare. Questa sfida non è facile da vincere per l’Italia. Ma non siamo più quelli a cui ridono dietro. Adesso tocca anche a noi, proviamoci, tutti insieme. Perché usando le parole finali del Manifesto di Ventotene: “La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa e lo sarà!”
2. Olimpiadi
Che spettacolo meraviglioso sono state le Olimpiadi. E non solo perché lo sport è capace di emozioni per cui una sera senti i tuoi figli adolescenti che ti dicono: “Ehi babbo, la finale di Paltrinieri si guarda insieme. Metti la sveglia alle tre di stanotte che ci alziamo” o perché il volley ti rapisce al punto da restare incollato fino all’ultima schiacciata, fino all’ultimo muro. Non solo perché quando senti l’inno di Mameli e vedi il tricolore lassù in cima ti senti fiero di appartenere a una comunità di donne e di uomini. E non solo perché grandi eventi cambiano il volto delle città rendendole più efficienti e più pulite come avvenuto praticamente sempre, a cominciare dalla strepitosa esperienza di Barcellona 1992.
Le Olimpiadi sono state uno spettacolo meraviglioso perché dimostrano che lo sport e i suoi valori sono elementi chiave della nostra vita, sono parte della nostra anima.
Una certa cultura vorrebbe trasformarci in esseri senz’anima, impauriti e terrorizzati. Incapaci di emozioni e di slanci. Noi siamo altro, siamo altrove. Siamo qui e ora.
Lo sport lo dimostra, giorno dopo giorno.
E forse i greci con la loro saggezza, che interrompevano persino le guerre durante i Giochi Olimpici, lo avevano capito prima di tutti.
Indipendentemente dalle medaglie (tante!), dall’ottimo lavoro del Coni, dalla qualità dei nostri atleti ciò che va sottolineato oggi è il valore dello sport come elemento costitutivo delle nostre comunità. Io ci credo davvero, ci credo tanto. E nei primi giorni di settembre illustreremo le misure di rilancio per oltre cento milioni di euro in molti impianti sportivi delle nostre città. Dopo quindici giorni di emozioni per tutti i cittadini, adesso è il tempo delle azioni concrete dei politici. Il Governo risponde presente!
3. Tasse
Ad agosto si parla di tanti temi, alcuni interessanti altri incomprensibili e giustificati solo dalla penuria di notizie diverse. Ma quello che non riesco a capire – lo confesso – è il dibattito sulle tasse.
I fatti. Abbiamo cancellato l’aumento di una tassa aeroportuale, evitando un incremento che avrebbe molto danneggiato i nostri scali. E dunque anche il nostro turismo. Avevo annunciato questo provvedimento nel corso di una recente visita in Abruzzo e a luglio il nostro intervento è diventato legge. Alla luce di questa decisione il capo di RyanAir Michael O’Leary e il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio hanno fatto una conferenza stampa insieme dove RyanAir ha annunciato che avrebbe investito in Italia più di un miliardo di euro. Che sono tanti soldi. E, aggiungo io, tanti posti di lavoro.
In qualsiasi Paese una notizia del genere sarebbe salutata con un sobrio evviva.
E da noi, invece? Polemiche per una settimana!
Io allora faccio un post su facebook. Semplice. Dove spiego che secondo me ridurre le tasse è una priorità per l’Italia. E che noi siamo il primo governo che sta davvero riducendo in modo organico e sistematico, passo dopo passo, la pressione fiscale. L’ultima volta che lo Stato ha aumentato una tassa è stato nell’ottobre 2013, quando l’IVA è passata al 22%.
Da allora fortunatamente l’Italia ha cambiato verso, anche perché abbiamo ottenuto il risultato record in termini di recupero dell’evasione fiscale: 14,9 miliardi di euro.
Qualcuno non ci crede? Bene, numeri alla mano.
Per ora abbiamo – sino ad oggi – ridotto le tasse a:
- Ceto medio, con gli 80 euro in busta paga
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Imprenditori, con gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato previsti dal JobsAct, con l’Irap costo del lavoro e con l’azzeramento dell’Imu sugli imbullonati (530 milioni in meno per imbullonati).
A margine: +499mila posti di lavoro in più da febbraio 2014 ad oggi. Meno tasse, più investimenti anche sulle risorse umane, e avanti così! - agricoltori, eliminando Imu e Irap agricola (401 milioni di tasse in meno per l’agricoltura, e questo è strategico per il settore)
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Famiglie, togliendo la Tasi sulla prima casa (Oltre 19 milioni di famiglie hanno detto addio all’Imu sull’abitazione principale con un risparmio medio che va dai 172 ai 205 euro, a seconda delle categorie).
Tutto finito? Macché. Autorevoli esponenti della maggioranza (precisamente esponenti della minoranza del mio partito) intervengono per dire che bisogna smetterla di ridurre le tasse. Perché una parte dei politici italiani pensa che ridurre le tasse sia un errore.
Ricapitoliamo. Noi stiamo riducendo le tasse.
Per i cittadini le stiamo riducendo troppo poco invece per (alcuni?) i politici le stiamo riducendo troppo. Non è fantastico?
Quelli che per anni hanno parlato e comunque aumentato le tasse lasciamoli parlare ancora. Non disturbiamo i loro monologhi.
Noi possiamo e dobbiamo fare una sola cosa: continuare a ridurre le tasse per i cittadini, fare di tutto per incentivare il lavoro e produrre ricchezza, perché solo così riparte la nostra economia. Tutto il resto è solo noia (o bufale: qualcuno ha provato a diffondere la notizia che all’importo del canone rai in bolletta fosse applicata l’iva, roba da matti).
Video
Se non avete niente di meglio da fare, ma proprio niente eh!, potete cliccare su questi video. Sono i più recenti di agosto.
- L’intervista di ieri alla Versiliana con Del Debbio
- L’intervista di qualche giorno fa alla Festa dell’Unità di Villalunga in Emilia Romagna, con Enrico Mentana
- Il mio comizio alla Festa dell’Unità
Un sorriso,
Matteo
www.bastaunsi.it
Post Scriptum
Mi è molto dispiaciuta la polemica per me incomprensibile con l’Anpi rilanciata dai giornali in queste ore. Ho dunque invitato il presidente dell’associazione Smuraglia alla Festa dell’Unità di Bologna o di Reggio Emilia per un confronto pubblico sui contenuti del referendum. Il Pd – e il sottoscritto – non hanno mai paura del confronto
Qui intanto un breve frammento dell’intervista alla #Versiliana. Vi svelo un segreto: la democrazia non è sotto assedio in Italia. Se vince il no, rimane tutto com’è adesso, se vince il sì saltano delle poltrone e si semplifica l’Italia. E sono convinto che molti cittadini, al di là di cosa decideranno di votare alle elezioni, sapranno scegliere e capire che quei senatori dell’opposizione che stanno facendo campagna per il no lo fanno per difendere il loro posto in Parlamento.
Chi vuole cambiare vota Sì, chi vuole mantenere le cose come sono vota No. La maggioranza dei cittadini ancora non conosce il quesito referendario. Ci sono quelli che pensano che sia sulla legge elettorale, quelli che pensano sia sul governo, quelli che pensano sia sulla Corte Costituzionale.
Intanto sta ripartendo l’attività dei Comitati “Basta un sì” dopo la pausa di Ferragosto. Stiamo per entrare nel vivo della campagna elettorale.
Abbiamo il compito di coinvolgere più persone possibili. Parlandoci di persona, e diffondendo info e articoli in rete:
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C’è un grande bisogno di dire tutta la verità, solo la verità, nient’altro che la verità. Tutto qui. Non è un referendum sulla destra o sulla sinistra, sul nord o sul sud, ma semplicemente sull’Italia. Non ci credete? Leggete il quesito, eccolo qui: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”.
Chi vota sì, cambia. Chi vota no, lascia le cose (e le poltrone) come sono. Vi aspetto su www.bastaunsi.it dove troverete il botta e risposta, le domande frequenti, le false ragioni del no e tante news aggiornate ogni giorno.
Grazie anche a chi sta dando una mano a livello economico, partecipando al finanziamento dal basso: siamo quasi a centomila euro che utilizzeremo per raggiungere quanti più cittadini possibili, dicendo semplicemente solo e soltanto la verità. Del resto basta un sì!