Enews 548, lunedì 29 ottobre 2018

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1 – Il mondo chiede Italia
Sono reduce da un viaggio nella più grande metropoli del mondo. Che non è New York, che non è Tokyo, che non è Città del Messico, che non è Shangai: si chiama Chongqing ed accoglie oltre 30 milioni di residenti in Cina.

Quando ti allontani dal tuo Paese, anche solo per qualche giorno, e lo vedi da lontano, vivi la stessa esperienza che ti capita al museo quando ti allontani un po’ dal quadro per coglierne meglio il significato.
E ti ricordi che tutto il mondo chiede più Italia. L’Italia dei prodotti di qualità, certo. Ma anche l’Italia dei valori. E l’Italia delle intelligenze. A Chongqing ho visitato l’Istituto Galileo Galilei voluto dal Presidente Ciampi grazie alla straordinaria qualità della Scuola Sant’Anna di Pisa: il mondo ha bisogno di investire sulla ricerca, l’innovazione, l’educazione, la cultura. E questi valori nel mondo si chiamano Italia.
Anche se siamo tutti troppo presi dalle nostre piccole polemiche quotidiane per rendercene conto, non perderò mai la fiducia nelle immense possibilità dell’Italia, nonostante tutto e nonostante tutti.

2 – Di Maio attacca Draghi
Purtroppo tocca occuparsi delle vicende del Governo. Perché davanti a quello che accade ogni giorno, non reagire colpo su colpo sarebbe complice. Ovviamente visto tutto quello che ogni giorno ci regala il nostro Esecutivo, abbiamo l’imbarazzo della scelta.
Tornato in albergo – ad esempio – ho aperto i siti italiani e ho visto la notizia: Di Maio attacca Draghi. Cioè, ripeto: Di Maio attacca Draghi. Che detta così farebbe quasi ridere, se solo non fosse drammaticamente vera. Proviamo a usare un minimo di logica.

  1. Il Governo Italiano ha fatto un pasticcio che ha chiamato “Manovra del Popolo”. Da quel momento i mercati non credono più al Governo italiano e rischiamo di pagare tanti soldi in più di interessi e non solo di interessi. Tutta colpa del Governo e delle dirette Facebook dei giovani strateghi.
  2. Mario Draghi interviene per calmare le acque, auspica un accordo e fa un appello a evitare di usare parole fuori posto. Perché – spiega Draghi – sono le parole ad aver fatto danni fino ad oggi, non le leggi (anche perché la legge di bilancio ancora non c’è, non l’hanno neppure presentata, al momento)
  3. E che ti combina l’ineffabile Gigino? Anziché cambiare la Manovra del Popolo, l’atto più masochista mai fatto da un Paese occidentale negli ultimi quindici anni, Di Maio attacca. Attacca i mercati? Attacca i compagni di strada? Attacca i burocrati? Macché, attacca Draghi, uno dei pochi che ha autorevolezza e credibilità per dare una mano. L’unico che stava cercando di aiutarlo. Persino Il Fatto Quotidiano (sic!) è costretto a riconoscere che stavolta Di Maio non ha capito nulla. Stavolta.

3 – Il Senatore semplice e la manovra.
Il problema non è il 2.4%. Il problema è che le misure annunciate dal Governo fanno a cazzotti con la realtà. Insieme a Padoan abbiamo proposto un’alternativa (qui la versione breve, qui la versione lunga). Potremmo dimezzare lo spread e ridurre le tasse, dando un sospiro di sollievo a imprenditori, lavoratori, famiglie. E potremmo restituire fiducia all’Italia: c’è un sacco di gente che sta portando fuori i soldi, all’estero. Va bloccata questa tendenza. Perché se non si restituisce fiducia oggi, arriva la recessione domani. E fare sceneggiate come questa di un improponibile eurodeputato leghista conferma il livello di cialtroneria di questo Governo.
Intanto oggi riunisco le categorie del mio collegio elettorale per raccogliere proposte e suggerimenti in vista della discussione in Aula. Faccio il rappresentante del mio territorio, come è giusto che sia. Appuntamento alle 18 in Via Faenza presso Istituto Lorenzo de’ Medici, ovviamente a Firenze: chiederò consiglio alle espressioni del mio territorio su come modificare la legge di bilancio.

4 – La Tap e la Penale
Intanto il Governo ha giustamente dato il via libera al TAP.
Il TAP è quell’opera pubblica che noi abbiamo sempre difeso, prendendoci insulti in Puglia da parte di molti (tutti i Cinque Stelle, molti purtroppo anche PD).
Come per ILVA, tuttavia, si va avanti. Anche lì: prima ci hanno insultato e poi hanno proseguito sulla nostra strada.
Per giustificare la Retromarcia al Popolo, Conte e Di Maio hanno detto che ci sono penali per 20 miliardi di euro da pagare. Affermo qui pubblicamente che il Premier e il VicePremier stanno mentendo. È falso. Non ci sono penali da 20 miliardi di euro da pagare per il TAP. Hanno sbagliato dossier: quello con la penale è il contratto di Autostrade, non il TAP. Non a caso di revoca ad Autostrade non parlano più da settimane. Lo hanno detto solo per prendere applausi nei giorni del funerale di Genova. Ma poi non hanno fatto nulla. Una bieca e vergognosa strumentalizzazione del lutto nazionale.
Il TAP serve all’Italia. Per questo è giusto andare avanti.
I Cinque Stelle avevano garantito: bloccheremo l’opera in 15 giorni.
Qui Di Battista, qui il ministro Lezzi (quella dei condizionatori).
Hanno preso i voti su quella promessa.
Dopo sei mesi hanno cambiato idea.
Noi abbiamo perso le elezioni, l’Italia ha perso tempo, Di Maio ha perso la faccia.

5 – Il condono
Sul condono fiscale, segnalo quest’articolo, che riguarda il contenzioso fiscale e non ha alcun tetto.
Sul condono edilizio, continuo a non capire come facciano i Cinque Stelle a volerlo per Ischia. Di Maio stesso, peraltro, adesso rischia di iscriversi al PD. Pensate di aver letto male? Guardate qui. Io non capisco come possano i parlamentari Cinque Stelle votare un DOPPIO CONDONO. Hanno gridato per anni onestà e arrivati al Governo fanno ciò che neanche Berlusconi è riuscito a fare? Ma ci rendiamo conto? Non lo capisco. Che dite: sbaglio?

6 – La funzione del Ministro dell’Interno
A proposito di Salvini. Un’altra ragazza, Desirèe, è morta tra atroci violenze, uccisa presumibilmente da un giro di spacciatori, nel cuore di Roma. Ovviamente Salvini ha pensato bene di trasformare quest’omicidio nell’ennesimo derby pro o contro immigrazione. È sconvolgente pensare che siamo abituati all’idea di un Ministro dell’Interno capace di abbassare i toni, di calmare il clima, di sedare gli animi. Salvini invece accende sempre la miccia. Esaspera, provoca, incita allo scontro. È un atteggiamento sbagliato per un leader politico ma è un atteggiamento addirittura folle per chi siede – pro tempore – al Viminale. Mi colpisce che pochi commentatori notino come la funzione del Ministro dell’Interno sia quella di ridurre i reati, non di postare contenuti incendiari sui social. E aggiungo: nel caso di Desirèe, come nel caso di Pamela, il dramma che tutti nascondono è una volta di più la droga prima che l’immigrazione. È vero che molti spacciatori sono immigrati e dunque si tende a sovrapporre i due problemi. Ma parliamoci chiaro: esiste un’emergenza droga della quale quasi ci si vergogna a parlare. Tutti i titoli, i post, i servizi sui migranti e nessuno che pone l’accento sul dramma della droga. Ripeto la mia personalissima opinione: il dramma di questo Paese non è l’immigrazione, è l’illegalità. Questi sono i numeri della presenza di immigrati in Italia rispetto all’Europa. Eppure abbiamo l’inquilino del Viminale che continua a gridare all’emergenza. Prende consenso sul breve periodo, crea tensione sul medio periodo.
In Italia diminuiscono i reati ma aumenta la tensione, la paura, l’inquietudine. Meritiamo di più.

7 – A Roma il vento sta cambiando…
A Roma si manifesta contro Virginia Raggi, in una settimana per lei molto difficile. Purtroppo la storia ci insegna che la ghigliottina parte da qualche nobile ma poi i numeri veri li fa con i rivoluzionari. Sono i giacobini a finire per primi vittime del clima che hanno creato.
Anche con i Cinque Stelle al Governo sta andando così e Raggi ne è il simbolo.
Davanti a una piazza piena di gente stanca dell’incapacità del Sindaco, Raggi ha preso in giro i contestatori accusandoli di essere organizzati dal PD (magari!) e di essere tutti radical-chic. Ciò che dovrebbe preoccupare la Raggi non è che in piazza ci fosse qualcuno che aveva votato PD, il che sarebbe scontato. Ma in quella piazza c’erano soprattutto molti che avevano votato Cinque Stelle e che sono delusi da questa amministrazione.
Credo che sia iniziato il conto alla rovescia per la fine dell’esperienza Raggi a Roma. E comunque vada a finire il mandato di questo sindaco nessuno potrà giustificare mai il suo NO alle Olimpiadi. Roma era in testa, Roma avrebbe vinto la sfida per aggiudicarsi le Olimpiadi del 2024, Roma avrebbe ottenuto due miliardi di euro dall’organizzazione e una visibilità internazionale senza precedenti, Roma avrebbe fatto la differenza come Milano la sta ancora facendo dopo Expo. Il NO della Raggi a quel progetto è più grave delle buche, del degrado, degli autobus che bruciano in centro come in periferia, dell’immondizia lasciata per le strade). Avremmo vinto, ci hanno impedito di partecipare. Il prezzo di questo NO sarà pagato a lungo dai romani.

Pensierino della Sera. L’odio verbale è una brutta bestia. Ti insultano e ci stai male. Ti offendono e non ti sembra giusto. Poi qualcuno dall’odio verbale passa all’azione. L’invasato filo Trump che ha spedito bombe a Obama, Clinton, Soros, CNN prendendo di mira tutti i bersagli preferiti dalla retorica populista della destra americana va processato e punito senza attribuire responsabilità penali al clima di odio che specie i social rilanciano. Se uno prende la pistola e spara, ne risponde lui, non altri. Come accaduto a Macerata qualche mese fa con il candidato della Lega Traini che ha sparato alla sede del PD e a sei ragazzi di colore. Ma quello che la politica dovrebbe fare è imparare a prendere le distanze nel modo giusto. Mi sarebbe piaciuto vedere Trump che invita Obama alla Casa Bianca per dare insieme un segnale contro la violenza. Mi sarebbe piaciuto vedere un post di Salvini che dopo la condanna di Traini valorizza la lotta contro il razzismo anziché fare post solo quando c’è una vittima italiana e un colpevole immigrato. Mi sarebbe piaciuto vedere un po’ di civiltà. Quella che purtroppo, anche stavolta, è mancata.

Un sorriso,
Matteo
App Matteo Renzi

PS Stanno nascendo tantissimi comitati Ritorno al futuro. È bellissimo vedere il vostro entusiasmo, che dopo la Leopolda sembra esploso in energia e attivismo. Tuttavia stavolta vogliamo privilegiare la qualità delle iniziative alla quantità dei comitati. Per questo dalla prossima enews tutte le settimane vi presenteremo un comitato diverso, raccontandovi le storie di chi lo ha costituito e perché. E presto arriveranno alcune iniziative nazionali proposte dal basso: quella contro la plastica in mare, quella contro chi dice no a tutte le infrastrutture, quella sulla alternanza scuola lavoro, quella sui consumi culturali da parte dei giovani, quella sulla maternità e sui figli. Chi ha voglia di fare un comitato di resistenza civile vada sul sito, vi aspettiamo!