Enews 1002 lunedì 2 dicembre 2024
Buonasera e buona settimana. E buon dicembre a tutti voi.
Qualche breve considerazione ricordando che mercoledì prossimo intervengo in Senato sul decreto Albania, in diretta sui canali social. Per chi vuole essere informato sull’orario segnalo il canale WhatsApp che è il modo più efficace per tenersi in contatto. Ho già parlato più volte di immigrazione in Aula ma stavolta è una volta speciale: siamo in presenza di un decreto legge che è pura propaganda, il governo degli influencer colpisce ancora.
1. Crisi del settore Auto. Partono gli scioperi in Germania negli stabilimenti Volkswagen e si dimette Tavares l’amministratore delegato di Stellantis, quella che una volta era la FIAT. Bisogna avere il coraggio di dire ad alta voce che il green deal voluto dall’Europa è stato per l’auto un errore madornale. E che l’ubriacatura per l’elettrico ha prodotto e continua a produrre notevoli danni al sistema industriale del vecchio continente. Tavares ci ha messo del suo dimostrandosi non all’altezza dell’eredità di Sergio Marchionne, lui sì che era un vero leader. Oggi giudico inutile piangere sul latte versato. Non serve rifare la storia della famiglia Agnelli o delle occasioni perdute dal nostro Paese: il passato è chiaro a tutti, ma oggi servono idee per il futuro. Io sono molto preoccupato per l’indotto, cioè per le piccole e medie aziende che lavorano nella catena dell’automotive. Per questo dico che è tempo di immaginare una realtà più forte di Stellantis, un campione europeo capace di stare nella top five delle grandi aziende mondiali. Non vedo alternative alla fusione Stellantis-Renault. E non vedo alternative al fatto che alla guida di questa realtà ci vada una manager competente e visionario come Luca De Meo, già collaboratore di Marchionne e ora CEO di Renault. Lo so, lo so: quando ci sono vicende come questa funziona chi spara sentenze sul passato. Chi protesta e urla, in questi casi, viene premiato. Io ho un altro stile, per me bisogna sempre fare delle proposte. La mia l’ho lanciata già da qualche settimana: fusione Renault-Stellantis e guida a De Meo. Non rimpiangeremo Tavares. E se la Meloni vuole dare una mano al settore, convinca Musk a prendere qualche stabilimento dismesso e portare qui le fabbriche della sua Tesla. A criticare sono bravi tutti, io preferisco proporre. E se questo non mi porta consensi perché il consenso lo prende chi urla più forte, beh, mi tengo le idee e lascio loro le grida e gli slogan.
2. Raffaele Fitto è il nuovo Vicepresidente della Commissione Europea, di nuovo guidata da Ursula Von Der Leyen. Sperando che Ursula 2 faccia meno danni di Ursula 1: vedendo il disastro della Commissione uscente non dovrebbe essere difficile. Noi sappiamo che per mesi la nostra Premier ha detto che chi non vota Fitto è anti italiano e va contro l’interesse del Paese. Una domanda, allora, nasce spontanea: visto che la Lega di Salvini ha votato contro Fitto, che succede adesso? Possiamo dire che Salvini è anti italiano e va contro l’interesse del Paese? Su, Giorgia, prova a dirlo con noi: Salvini va contro l’interesse del Paese. Intanto buon lavoro al nuovo ministro Foti, esponente di lungo corso del MSI, poi AN, poi Fratelli d’Italia. In questo governo di mediocri, potrebbe persino fare bella figura. Noi, da veri patrioti, glielo auguriamo.
3. Attenzione al dramma siriano. Il fatto che il regime di Assad sia sostenuto da russi, iraniani ed Hezbollah è certo un elemento significativo. Ma quelli che stanno cercando di rovesciare Assad sono, se possibile, peggio. Sono i reduci dell’ISIS, di Al Qaeda, dello Stato Islamico. Trovo sorprendente che nessuno abbia il coraggio di dire forte e chiaro che quelli che stanno cercando di prendere Damasco, dopo aver preso Aleppo, sono i tagliagole contro cui dieci anni fa abbiamo combattuto tutti insieme, a cominciare dalle straordinarie ragazze curde. Trovo giudizi lapidari, sui social ma purtroppo anche in Parlamento, di gente che con la politica estera ha litigato fin da piccolo. In questo derby di carnefici a pagare il conto – al solito – è la povera gente. E mi sia consentito rivolgere un pensiero speciale alla comunità cristiana siriana. Che in questi anni è stata decimata passando da due milioni a mezzo milione di fedeli. Il cristianesimo ha visto nella Siria una delle culle più importanti (ricordate la conversione di San Paolo sulla via di Damasco?) e pensare che oggi Aleppo sia di nuovo città martire dopo tutto quello che per anni quella comunità ha dovuto vivere è devastante. Vorrei che l’Italia prendesse una iniziativa seria, almeno finché abbiamo la presidenza del G7. Invece noto che Tajani continua a dire frasi stile: siamo preoccupati del collasso migratorio. Mamma mia, ma almeno ogni tanto che cambiassero i ghost writer. C’è altro, oltre all’immigrazione. Peraltro i siriani, da sempre, vanno in Germania ma questa è un’altra storia. C’è altro su cui un’azione diplomatica deve far sentire la propria voce. C’è la lotta al terrorismo internazionale, c’è la difesa delle minoranze religiose, c’è l’esigenza di una strategia di pace per l’intero Medio Oriente. Non c’è solo lo spauracchio immigrazione da tenere in piedi a fini elettorali, vivaddio. E non pensate che siccome la Russia sta con Assad, allora dobbiamo stare contro il regime indipendentemente da chi vuole prenderne il posto. Perché facendo questo errore abbiamo sostenuto l’avvento dei Talebani in Afghanistan. La politica estera va maneggiata con cura: spero che ci sia una iniziativa degna di questo nome da parte del nostro Paese e dell’Europa. I siriani non meritano di finire di nuovo così.
Pensierino della Sera.
Ieri ero allo stadio Franchi per godermi Fiorentina-Inter insieme a mio figlio. Sono rimasto come tutti sotto shock per ciò che è avvenuto al centrocampista Edoardo Bove. È sembrato di rivivere tragedie molto recenti, specie per gli appassionati viola. Per adesso nessuna parola, solo un abbraccio affettuoso a Edoardo, alla sua famiglia e a tutta la società.
Un sorriso,
Matteo
PS. Oggi abbiamo salutato Gennaro, uno degli agenti della mia scorta: un tumore lo ha strappato alla sua famiglia all’età di soli 58 anni. Eravamo insieme da oltre dieci anni, fin dall’inizio, dai tempi di Palazzo Chigi. Mi piace ricordarlo con il suo sorriso contagioso, da napoletano vero e verace. E mi piace pensare che la prima foto lassù gliela faccia Tiberio…