Enews 1068 martedì 21 ottobre 2025
Buongiorno a tutti.
È arrivata la Legge di Bilancio meno ambiziosa degli ultimi vent’anni.
Trovo normale che la Meloni cerchi di parlare di altro e rilanci ogni giorno sulle polemiche che leggiamo in queste ore. Se una parte del sindacato dice che lei è una cortigiana, lei attacca Landini. Se una parte del sindacato anziché esprimersi sulle cortigiane la chiamasse a rispondere sulla legge di bilancio, lei andrebbe in difficoltà.
Giorgia Meloni sta governando il dibattito pubblico italiano, ma non sta governando il Paese.
Credetemi, ho visto molte leggi di bilancio. Una roba così mediocre, mai!
Una paccottiglia di misure inutili, talvolta dannose, messe insieme senza uno straccio di visione Paese. Aumenta il debito pubblico, aumenta la pressione fiscale, aumenta il costo della vita. E aumentano tasse sulla casa, sul gasolio, su chi porta investimenti in Italia. Si dice: pagheranno tutto le banche. E non è così, è puro populismo buono per i social. Le manovre si fanno tagliando gli sprechi ma con la Meloni sono aumentati i soldi per il CNEL, per i ministeri, per i consulenti. La revisione della spesa di Yoram Gutgeld, dieci anni fa, liberò trenta miliardi di euro. Oggi solo tasse e mancette.
Dice che aumenteranno stipendi e pensioni. Dalle nostre stime saranno dai 4 ai 6€ al mese. Guardate lo scontrino, la bolletta, il prezzo degli alimentari: vi pare normale un aumento di 6€ al mese?
Qualcosa di buono lo hanno fatto: dopo solo tre anni hanno capito che dovevano ripristinare Industria 4.0. Lo avevo proposto in Parlamento, ricordate? Qui il LINK. Ma non volevano ammettere di aver sbagliato. Dopo tre anni hanno capito che errare humanum est, perseverare diabolicum. E hanno mollato: rimetteranno la misura di Industria 4.0 che il mio governo volle dieci anni fa.
Ma in questo clima di difficoltà, Industria 4.0 non basta. La pressione fiscale schizza quasi al 43%. Il ceto medio soffre. Su questo il centrosinistra DEVE svegliarsi. È a rischio il portafoglio, non la democrazia. Ne ho parlato ieri a Radio Zapping, qui.
Ieri sono stato a Barcellona, a un evento organizzato da El Pais. E mi ha colpito vedere come – nonostante tutti i problemi politici – la Spagna ha un PIL che cresce CINQUE VOLTE più del nostro. E se è vero che come spread siamo migliorati rispetto alla Francia (un Paese allo sbando, come dimostra iconicamente anche la vicenda del furto al Louvre), è anche vero che siamo peggiorati, molto, nella classifica dello spread rispetto ai paesi iberici e alla Grecia. Amici, ci raccontano che va tutto bene, ma non è così. Dobbiamo svegliarci.
E per aiutarci a dare la scossa al centrosinistra serve come il pane Casa Riformista. La questione è semplice: se la sinistra di PD, Avs, Cinque Stelle rimane tutta insieme schiacciata a sinistra, farà il 40% e perderà le elezioni. Se vogliamo creare un’alternativa serve un contenitore riformista. E questo contenitore riformista deve caratterizzarsi sulle idee: sicurezza, stipendi, innovazione, tasse, cultura.
Dopo il risultato della Toscana c’è grande energia e sono molto felice. Nascono tanti eventi spontanei sul territorio, arrivano email a gogo di disponibilità ([email protected]) e si muovono tanti amici. Ieri si è svolta una interessante iniziativa con tanti amministratori guidati dall’assessore di Roma, Onorato. Sono tutti segnali che io giudico molto positivi. Questa casa è un cantiere dove chiunque può (e deve) dare una mano. Serve che tutti portino voti e nessuno metta veti. E nessuno deve mettere il cappello su un lavoro che è corale e di squadra. Contano le idee, non i nomi. Per questo continuo a chiedere a tutta Italia Viva di lavorare con generosità a questo progetto.
Casa Riformista ha fatto il 4.5% in Calabria. Poi abbiamo ottenuto l’8.9% in Toscana. Adesso il prossimo step è la Campania dove corriamo col simbolo di Casa Riformista e vogliamo fare un bel risultato per mostrare che questi dati sono una tendenza nazionale, non solo un risultato locale.
Un sorriso,
Matteo


