Enews 670, martedì 1 dicembre 2020

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Enews 670, martedì 1 dicembre 2020           

Buongiorno a tutti, ben trovati!

1. America is back. What about Italy?
Inizia oggi, col mese di dicembre, la grande stagione del primo G20 a presidenza italiana. Mai il nostro Paese ha guidato questo consesso. E mai il G20 ha conosciuto un periodo così intenso e difficile. La pandemia sta cambiando molto anche nelle relazioni internazionali. La vittoria di Joe Biden è stata giustamente accompagnata dal grido “America is back”, ma - allo stesso tempo - l’iniziativa storica di Trump, conosciuta come la pace di Abramo, segnerà i prossimi decenni. Quale sarà ruolo della Cina nello scenario tecnologico e ambientale del futuro? Quale partita giocherà la Russia? Come affrontare le sfide che vengono da Africa e Sud-Est? Come prepararsi a un prossimo attacco nel settore della cyber security? Di tutti questi temi dovrebbe discutere il dibattito pubblico anziché essere concentrato sulle piccole cose. E abbiamo bisogno di una forte leadership europea sui temi che ho appena evidenziato. Spero che il G20 ci aiuti a fare un passo in avanti anche nella qualità della nostra discussione politica: ne ha bisogno l’Italia, ne ha bisogno l’Europa

2. Parliamo di vaccini non di cenoni.
Da qualche mese, stiamo dicendo sempre la stessa cosa. Usciremo dalla crisi quando avremo messo in atto un piano serio di distribuzione del vaccino. Solo il vaccino e i farmaci possono salvarci da questa devastante pandemia. Per farlo, non basta che gli scienziati facciano bene il loro lavoro: occorre anche che ci sia una logistica degna di questo nome. E che la distribuzione sia efficace: tutto deve girare alla perfezione. Per intendersi, non come con i tamponi o come nel caso dei banchi a rotelle. Per questo, abbiamo fatto presente in tutte le sedi che la priorità immediata per la politica è questa: organizzare la distribuzione del vaccino utilizzando le eccellenze italiane di questo settore, prima tra tutte l’Esercito. Su questo sarà misurata l’efficacia della risposta alla pandemia, non sulle surreali discussioni sul numero dei partecipanti al cenone o sull’orario delle Messe. 

3. 300 consulenti? No, basta 1 governo.
L’altro punto centrale è la capacità di esecuzione per spendere bene i soldi europei: 200 miliardi che dobbiamo investire adesso o mai più. Leggo di task force, cabine di regia, nuove assunzioni, addirittura 300 consulenti da far lavorare a Palazzo Chigi. Come ho detto personalmente al Premier, nel corso di un colloquio nel suo ufficio, per spendere bene i soldi europei non servono 300 consulenti, ma basta 1 governo. Non servono migliaia di progetti, ma serve una visione. Non occorrono complicate task force, ma ci vuole la forza di chi ha un’idea e la sa realizzare. Per dare una mano, Italia Viva presenterà in tutte le sedi le proprie proposte sul Mes e sui fondi europei: sono soldi che potrebbero aiutare il Paese a crescere. Non usarli, o usarli male, sarebbe un autogol storico. Non servono mille progetti, basta avere una visione dell’Italia da qui a dieci anni: infrastrutture, sostenibilità non solo ambientale, innovazione digitale, identità culturale, bioscienza e sanità, cyber security. Oggi il quotidiano "la Repubblica" ci dice che ci sono cinque nuovi milioni di poveri: la povertà si sconfigge solo con la crescita economica e riaprendo le scuole, non con i sussidi e i decreti.




Pensierino della sera. Una parte della maggioranza ha lanciato la proposta di introdurre una patrimoniale. A me sembra un clamoroso errore. Stiamo aumentando in modo impressionante il debito pubblico, almeno abbassiamo le tasse. Se aumenti il debito pubblico e vuoi pure aumentare le tasse, condanni al fallimento le prossime generazioni. Abbiamo un PIL che crollerà ben oltre il 10% alla fine dell’anno: smettiamola con il chiacchiericcio, sblocchiamo finalmente i cantieri e preoccupiamoci di abbassare le tasse, non di alzarle.

Un sorriso,

P.S. Molti amici mi sottolineano la doppia morale dei Cinque Stelle. Sullo scandalo Casaleggio (leggi qui) la rilevanza mediatica è stata ben diversa dal non-scandalo Open. Sulle gravissime vicende della famiglia di Beppe Grillo il silenzio ha avvolto i principali talk, a differenza di ciò che era accaduto per le nostre famiglie coinvolte in vicende molto meno rilevanti. Io credo che non dobbiamo arrabbiarci per la (loro) doppia morale ma mantenere lo stesso stile: rimanere garantisti, sempre, anche con gli avversari. Dire che ciascuno risponde per sé, non per i figli o i genitori. E chiedere per la First Lady il rispetto che non hanno avuto per Agnese: ricordate quante polemiche ha dovuto subire mia moglie semplicemente per il maglioncino che usava? Nonostante ciò che abbiamo dovuto soffrire, per colpa della propaganda grillina e leghista, noi oggi non chiediamo che lo stesso vergognoso trattamento sia riservato a altri: anzi. La politica non si fa così, a colpi di odio sui social. Chiamateci pure ingenui: siamo semplicemente persone civili