Enews 683, martedì 26 gennaio 2021

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Enews 683, martedì 26 gennaio 2021        

Sono ore delicate per il nostro Paese.
Il Presidente Conte ha preso atto di non avere i numeri e si è dimesso.

Dopo giorni di fango contro di noi, tutto è più chiaro.
Non è Italia Viva ad aver aperto una crisi: è l’Italia che deve affrontare una crisi da far tremare i polsi.
Siamo tra i peggiori al mondo come PIL nel 2020, come rapporto popolazione/decessi per Covid, come numero di giorni di scuola persi dai ragazzi.
Il Recovery Plan è l’ultima occasione: va colta adesso. Per il momento non è all’altezza delle nostre aspettative e soprattutto dei bisogni dell'Italia.

Chiediamo un salto di qualità nella gestione della Res publica.
Significa scommettere su progetti che fanno crescere i posti di lavoro, come tutte le associazioni di categoria hanno chiesto in questi giorni al Governo, non che garantiscano sussidi.
Significa cambiare passo nella gestione dei vaccini: la struttura del Commissario mostra evidenti ritardi, come già era accaduto per le mascherine, per i tamponi, per i banchi a rotelle.
Significa avere una visione da qui a 30 anni, non da qui a trenta minuti.
Significa essere garantisti, non giustizialisti.

Il Governo Conte era nato per mandare a casa Salvini. Rivendico quella scelta. E ancora ricordo i “No, giammai” del gruppo dirigente del PD che preferiva le urne a un nuovo Governo. Cambiando idea hanno permesso di evitare un esecutivo sovranista. Anche allora fummo criticati come lo siamo oggi. Forse in questa fase il massacro mediatico che abbiamo subito è stato persino peggiore. Ma voglio che tutti coloro che leggono le Enews sappiano che chi sta in Italia Viva e chi la sostiene sceglie di lottare per il bene comune, non di appiattirsi sui luoghi comuni.
Noi non abbiamo paura di dire la verità anche se per quella verità i professionisti delle fake news ci attaccano ovunque. Ma la politica è difendere delle idee, non cercare degli incarichi. E chi sta con noi deve ricordarsi che non rinunceremo mai al coraggio delle battaglie scomode e alla libertà delle proposte difficili.
Ora possiamo finalmente fare ciò che serve al Paese, ai suoi insegnanti, ai suoi lavoratori, ai suoi giovani: un governo serio, di legislatura, che dia risposte concrete e non evasive alle sfide drammatiche della pandemia e assicuri la ripresa. Un governo europeista non a parole, ma nei fatti: capace di concretizzare in progetti il gigantesco sforzo del Next Generation EU. Con un documento serio, scritto bene, concreto.

Noi andremo al Quirinale senza pregiudizi.
Per noi la priorità è aiutare i cittadini a uscire da questa fase di stallo e di difficoltà non solo economica.
Sprecare i soldi del Recovery, perdere tempo sui vaccini, ritardare il ritorno a scuola, vivere di sussidi sarebbero errori imperdonabili.
Noi ci siamo.
Lo abbiamo dimostrato con questa lettera inviata a Conte di più di un mese fa alla quale nessuno ha dato risposta.
Lo abbiamo dimostrato con le dimissioni delle ministre e del sottosegretario: unico partito che rinuncia agli incarichi, anziché cercarli.
Lo abbiamo dimostrato con un comportamento cristallino durante la crisi mentre tutti ci attaccavano.

Arriva un momento in cui la verità si afferma sulle veline. E in quel momento diventa chiaro a tutti che la politica è una cosa diversa dal populismo.
Italia Viva sarà sempre la casa di chi rifiuta le veline, di chi rifiuta il populismo.  
Se vi va di darci una mano, questo è il momento.

Un sorriso,

P.S. Vorrei dire grazie a Teresa, Elena, Ivan. E dire grazie a tutte le parlamentari e i parlamentari che hanno sopportato le pressioni di questi giorni. Nei primi giorni della crisi tutti ci hanno attaccato, adesso piano piano sta venendo fuori la verità e cioè che le nostre proposte non erano utili a Italia Viva ma utili all’Italia. Ieri ho condiviso con i colleghi questa poesia di Hermann Hesse. Lo faccio anche con voi, amici delle Enews. “Di nient’altro viviamo, se non dei nostri poveri ma splendidi sentimenti. Ogni sentimento cui facciamo torto è una stella che spegniamo”. Grazie a chi ha tenuto in vita quei sentimenti, contro i risentimenti degli altri. Grazie a chi ha scelto di non spegnere la stella.