Enews 728, venerdì 27 agosto 2021

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1. Il ritiro delle truppe alleate e le modalità con le quali il ritiro sta avvenendo costituiscono un disastro per la credibilità dell’Occidente. E lasciano terreno ai tagliagole e ai terroristi. Non occorreva essere esperti di politica estera per capire che questa scelta avrebbe complicato e non rasserenato il quadro internazionale. La tragedia dell’aeroporto fa male al cuore, molto male al cuore. Ma dobbiamo essere intellettualmente onesti: non è che l’inizio. Gli estremisti islamici che i Talebani dicono di voler condannare a parole sono gli stessi che nella precedente esperienza di governo talebana hanno trovato rifugio grazie alle sponde di Kabul. Oggi la priorità è l’evacuazione, certo. Ma la verità è che, da quando abbiamo scelto di lasciare l’Afghanistan, il mondo è un posto meno sicuro. E che questa consapevolezza deve portare a una svolta almeno tre player istituzionali: il G20, che non può occuparsi solo di economia (bene l’attivismo di Mario Draghi in questa direzione, bene il lavoro di Elena Bonetti al G20Women di Santa Margherita Ligure); la NATO, che sta facendo figuracce sul terreno e non può limitarsi a fare improbabili conferenze stampa; l’Europa, che rischia di non toccare più palla se non alza la voce e non si ritaglia un ruolo.

2. Nel frattempo, i talebani fanno una cosa che mi colpisce molto: proibiscono la musica. Voi direte: "ma che te frega della musica quando ci sono le bombe?". Certo, le immagini dei corpi smembrati all’aeroporto sono fonte di dolore e lasciano sbigottiti. Ma l’idea che sta alla base dell’estremismo non vuole farti solo paura con il terrore. Quando non ti uccide, l’estremismo vuole farti vivere nel terrore, senza gioia, nell'angoscia. Senza la musica, senza la cultura, senza la bellezza. È una forma di tortura anche questa. È un punto che mi colpisce molto: per questo, dopo il Bataclan, facemmo l’operazione "Un euro in sicurezza, un euro in cultura". Riprenderemo questa discussione. I talebani uccidono il comico Nazar Mohammad: non possono tollerare che si balli, che si canti, che si rida, che si studi. Siamo davanti a una battaglia militare ma anche a una gigantesca battaglia culturale.

3. Parleremo di questi temi e di molto altro a Ponte di Legno, dal 1 al 3 settembre. Seguiteci anche in streaming. Saremo con 500 giovani da tutta Europa per la terza edizione della Scuola di Formazione Politica. Sono così orgoglioso dei nostri ragazzi, di chi sta dandoci una mano nell’organizzazione (anche con un piccolo contributo economico, se possibile), di chi non si arrende al populismo. "Meritare l’Europa" è organizzata con i nostri amici di ReNew Europe e del Partito Democratico Europeo (quello europeo, non quello italiano). Nei prossimi giorni comunicheremo il programma della tre giorni.

4. In queste ore di dolore è bello pensare al messaggio di speranza che arriva dalle Paralimpiadi. L’Italia sta andando alla grande, e sono felice. Ma sono ancora più felice del messaggio educativo e culturale che arriva da questi atleti, eroi della quotidianità. Guardate, ad esempio, questa intervista a Francesco Bocciardo su "il Secolo XIX" di oggi. Dopo l’esperienza di Rio 2016, chiedemmo a Bebe Vio di accompagnarci alla Casa Bianca durante l’ultimo State Dinner: è importante dimostrare, anche con gesti simbolici, che queste donne e questi uomini sono un pilastro della nostra comunità, per la loro forza d’animo, per il loro coraggio, per la loro bellezza.




Pensierino della sera. Enzo era un uomo della mia era, che ha scelto con Simonetta, sua moglie, di adottare una bambina. Andando in India per portare a casa, finalmente, la piccola Mariam, è stato contagiato e il Covid se l’è portato via. Per chi crede, qui c’è un bellissimo pensiero di saluto che Lorenzo e Paola, due amici di Enzo e Simonetta, gli hanno dedicato. Che la terra sia lieve per Enzo e per tutte le persone generose che si spendono per gli altri e con gli altri.

Quanto al Covid: è una strada ancora lunga, come ha spiegato il professor Fauci qualche giorno fa. Ma è una strada molto più pianeggiante dei mesi scorsi, quando invece dovevamo scalare montagne impervie. Abbiamo il vaccino, fondamentale. Io sono tra quelli che pensano che la terza dose sia inevitabile e necessaria e prima si parte meglio è. Ma, indipendentemente da questo mio giudizio, non dimentichiamo che stanno finalmente arrivando i monoclonali di cui abbiamo parlato anche nei nostri incontri con il professor Rappuoli. Torneremo su questo argomento perché è decisivo. E perché dimostra, una volta di più, che sulla sanità vanno messi più soldi, anche utilizzando il Mes.

Un sorriso,


P.S.
Vorrei ringraziare dal profondo del cuore i giornalisti che stanno seguendo la tragedia afghana. Chi rischia la vita per informarci dai teatri di guerra merita un abbraccio infinito da parte di tutti. Come ci riempie il cuore di gratitudine e orgoglio vedere un giovane diplomatico, in questo caso il nostro console a Kabul Tommaso Claudi, essere in prima linea con dedizione e coraggio. Diplomatici, medici, giornalisti, volontari. E naturalmente i nostri militari. Quanta straordinaria bellezza anche nel dolore.

Ieri abbiamo presentato il libro in Sardegna. Da settembre ripartiremo con tante serate di presentazione. Chi ha voglia di organizzare un evento scriva pure qui. Per acquistare "Controcorrente" clicca qui. Per tenerti aggiornato sui prossimi eventi di presentazione di "Controcorrente", clicca qui.