Enews 796, mercoledì 1 giugno 2022

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Buongiorno a tutti e buon mese di giugno!
Inizia il mese più caldo dell’anno, dicono gli esperti. Speriamo che qualcosa riesca miracolosamente a raffreddare gli animi.

1. Sulla guerra innanzitutto. Dopo 100 giorni, urlo ancora più forte lo stesso concetto del 24 febbraio: serve un inviato speciale che chiuda il conflitto per via diplomatica. Altrimenti nessuno vincerà sul terreno e tutti perderanno sia in termini di vite umane che di costi economici che di conseguenze di lungo periodo (migrazione, carestia, climate change, energia, ecc…). Serve la diplomazia. E lo dice chi, come me, non ha dubbi nell’attribuire la responsabilità di questa terribile catastrofe alla Russia, senza giustificazionismi di sorta. Ma serve la diplomazia, se vogliamo la pace.

2. La diplomazia è una cosa seria. Pensare di ridurla a una serie di visite mediatiche in Polonia o Russia è ridicolo. Pensavo che Salvini lo avesse capito, dopo l’esito del viaggio in Polonia. Invece, insiste a confondere la politica estera con l’Interrail. Mi hanno chiesto: "gli italiani devono preoccuparsi se Salvini va in Russia?" Ho risposto di no, al massimo devono preoccuparsi se torna, non se va. Ma, battute a parte, la sostanza è che questo tempo esige serietà, non populismo di bassa lega.

3. Anche in America non scherzano. Dopo la strage di Uvalde, Texas, hanno chiesto a Trump come fare per evitare le stragi nelle scuole. E lui ha risposto: "basta armare le maestre". Io penso che siano alla follia. Le stragi si evitano impedendo ai diciottenni di comprare fucili come fossero a far la spesa a supermercato. Non armando le insegnanti per rendere la scuola un poligono. Il Canada lo ha capito, gli Stati Uniti che aspettano?

Il libro continua ad andare.
Prossime tappe: Vicenza venerdì sera, Torino martedì 7.

Qui il link per acquistare "il Mostro"

Continuano anche le presenze sui media: stasera, alle 18, sono su www.repubblica.it, con Gerardo Greco e Annalisa Cuzzocrea.

Intanto, i giudici di Genova hanno “stranamente” dato ragione ai colleghi fiorentini, dicendo che un sms o un Whatsapp o un messaggio di post elettronica non sono comunicazioni o corrispondenza. In realtà, ci sono decine di sentenze in cui la Cassazione chiede di considerare Whatsapp come posta privata. Ma, quando il Whatsapp è quello di un parlamentare fiorentino, evidentemente le sentenze si interpretano. Buttandola sul ridere, potrei dire che nel 2022 per i giudici di Genova si definisce comunicazione o corrispondenza solo il piccione viaggiatore, i segnali di fumo e l’alfabeto Morse. Ma, siccome voglio essere serio, aspetterò la sentenza della Corte Costituzionale e tornerò alla carica con una nuova denuncia. Nel frattempo, denuncerò di nuovo i giudici di Firenze per aver nuovamente fatto circolare il mio estratto conto bancario, inviandolo al Copasir, dopo che la Cassazione aveva chiesto di non trattenerlo. Se pensano di fermarmi, non mi conoscono. O, più semplicemente, non hanno letto “Il Mostro”. A proposito: secondo voi, il Pm di Genova che ha chiesto l’archiviazione dei suoi colleghi in sei giorni, a quale corrente apparteneva? Vi do un indizio: capitolo 3 del libro, cordone sanitario… che meraviglia il magico mondo delle coincidenze.

Bellissima iniziativa di Italia Viva sul fisco a Milano: qui la relazione di Luigi Marattin, qui una foto in cui Beppe Sala fa uno spiegone a me e a Yoram Gutgeld, l’uomo della spending review, durante la scorsa legislatura. Sono così fiero di parlare di contenuti e non di slogan!




Pensierino della sera. C’è una tennista toscana e che è in semifinale al Roland Garros. Si chiama Martina Trevisan. Ha fatto un miracolo. E magari ne farà ancora. Ma la più grande vittoria è stata sconfiggere l’anoressia. Martina Trevisan forse vincerà uno dei tornei del Grande Slam, prima o poi: glielo auguro. Ma credo che con la sua vita sua un bellissimo messaggio di speranza per le tantissime ragazze alle prese con disturbi alimentari. Martina ce l’ha fatta, colpo su colpo, quindici su quindici come dicono i tennisti. Potete farcela anche voi, ragazze. Dovete farcela anche voi. Dobbiamo farcela, tutti insieme.


Un sorriso, 


P.S. Voglio precisare un punto importante. La storia de “Il Mostro” non riguarda me, ma riguarda le istituzioni di questo Paese. Se quello che scrivo è vero, è un problema. Messe in fila queste cose fanno accapponare la pelle. Chi arriva alla fine del libro lo regali a un amico cui sto antipatico. Cancellate il nome Matteo Renzi: il vostro amico forse non cambierà idea su di me, ma cambierà idea sulla politica italiana degli ultimi dieci anni. Se invece qualcuno pensa che abbia scritto il falso, dica pubblicamente cosa non gli torna. Sono pronto a un dibattito all’americana con chiunque, da Conte a Meloni, da Letta a Salvini. Ci staranno? E naturalmente aspetto l’invito di Lilli Gruber per un confronto sul libro con Travaglio, invito che casualmente non è ancora arrivato. Buon ponte amici, viva la Festa della Repubblica!!!