Enews 799, lunedì 13 giugno 2022

Buonasera e buona settimana.  

Referendum. Oggi leggo tanta ironia contro chi è andato a votare per il referendum sulla giustizia, pur sapendo che raggiungere il quorum era praticamente impossibile, dopo che i quesiti più sentiti (dall’eutanasia alla cannabis, fino alla responsabilità civile) erano stati respinti. Mi sembra ingeneroso. Ci sono sette milioni di italiani che hanno chiesto di dare priorità a una riforma della giustizia vera. Prenderli in giro con le ironie di queste ore solo per attaccare uno dei promotori è assurdo. Se volete prendervela con Salvini, avete mille motivi per farlo: io stesso non gli risparmio nulla durante gli eventi di questi giorni, a cominciare dalla storia del viaggio in Russia.

Ma basta con le ipocrisie:

1. C’è stato un silenzio di tomba sul referendum per mesi da parte di quegli stessi media che oggi gridano al flop. Lo denunciava giustamente oggi Nicola Porro.

2. L’ultimo referendum abrogativo è stato sulle trivelle sei anni fa. Non ha raggiunto il quorum nemmeno quello, fermandosi al 30%. Ma nessuno ha gridato al flop, anzi: tutti a dire che c’era comunque una parte del Paese che voleva più attenzione all’ambiente.

3. Bene, c’è una parte del Paese che vuole più attenzione alla giustizia. Sono sette milioni di persone. Se pensate di cavarvela prendendole in giro, non avete colto quanto grave sia la situazione.

Noi continueremo la nostra battaglia per una giustizia giusta. E milioni di persone che hanno votato sì sanno che daremo loro una casa seria e decisiva per il futuro del Paese. Continueremo la nostra battaglia non solo attraverso il libro (che per la terza settimana è in top ten e per la terza settimana è primo in saggistica) ma anche e soprattutto in Parlamento. Una riforma ci vuole. E non è la riforma Cartabia. Ne parleremo lunedì prossimo con Carlo Nordio Castenedolo (Brescia). E ne parleremo giovedì in Senato.  

Amministrative. Sono contento dei risultati di Italia Viva. Siamo decisivi nell’elezione al primo turno di tanti sindaci, da Bucci a Genova fino a Giordani a Padova. Dove non andiamo al ballottaggio facciamo risultati splendidi a cominciare da Cosimo Ferri a Carrara (17%). La generosità di Ferri gli sta facendo fare un risultato strepitoso.

Bene anche i candidati che sosteniamo con scelte civiche, da Flavio Tosi che a Verona fa il 25%, fino a storie meno conosciute ma presenti in tutta Italia da Guidonia a Chiavari. Queste elezioni segnano al primo turno una vittoria sostanziale del centrodestra (da Palermo, dove la sinistra doveva aprirsi anche al centro, anziché rinchiudersi nell’asse coi grillini, fino all’Aquila), ma dipingono soprattutto un quadro nel quale il grillismo è finito, con le liste di Conte che fanno il 5% a Genova, il 4% a Taranto oppure l’1% a Padova.

Se fossi ancora un dirigente del PD, mi porrei il tema di fare un’alleanza col centro riformista (che fa buoni risultati sia coi nostri candidati che con quelli di PiùEuropa/Azione) anziché coi grillini. Staremo a vedere. Comunque, intanto complimenti ai tanti iscritti a Italia Viva che hanno vinto la sfida nel proprio comune dal Piemonte alla Basilicata, dalla Toscana fino alla Campania e alla Sicilia. E complimenti ai tantissimi che in queste ore stanno avendo la gioia personale di essere eletti in consiglio comunale. Più ci buttano giù nei sondaggi, più cresciamo tra gli eletti. Con queste elezioni Italia Viva sorpassa i Cinque Stelle come numero di sindaci eletti (ormai un centinaio), ma soprattutto pone le basi per sorpassare i cinque Stelle come voti alle prossime politiche. Lasciamo loro i sondaggi, teniamoci le elezioni vere.


Un sorriso,