Enews 865 giovedì 23 febbraio 2023

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Buongiorno a tutti.
È ormai un anno che il mondo vive con il fiato sospeso per la guerra scaturita dall’invasione russa in Ucraina.
Chi un anno fa pensava che tutto si sarebbe risolto nel giro di qualche giorno è stato smentito innanzitutto grazie al coraggio e alla resistenza del popolo ucraino.
Quanto sarebbe utile e necessario un dibattito serio non solo su ciò che è accaduto ma soprattutto su ciò che dovrà accadere. Quando finalmente infatti arriverà il dopo guerra, avremo un mondo diverso e con l’ingresso dell’Ucraina anche un’Europa diversa. Ma questa lunga guerra sta spostando equilibri, sfere di influenza geopolitica, rapporti decennali. E tuttavia ogni discussione sul dopo si scontra con il dramma dell’oggi. Anche se i media se ne occupano meno, in Ucraina si continua a morire, da una parte e dall’altra, con i soldati che cadono ogni giorno, anche nei momenti in cui si parla di altro. Ricorda molto la prima guerra mondiale, ciò che sta accadendo: armi totalmente diverse, è ovvio. Ma è una guerra di logoramento, una strage infinita, un corpo a corpo bestiale con un numero di vittime impressionante e sottaciuto. Domani saremo in piazza per una fiaccolata a sostegno del popolo ucraino con gli altri amici di Renew Europe.
 
Von Clausewitz diceva che “La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi”. I fatti di questi mesi sembrano dargli ragione. Molto più umilmente io la penso diversamente: credo infatti che la guerra sia la negazione della politica. Se ci fosse stata più politica, non saremmo arrivati alla guerra. E occorrerebbe molta capacità politica per bloccare l’invasione e arrivare a una tregua. Saranno i leader internazionali in grado di riuscirvi? Speriamo. Nel frattempo siamo dalla parte del popolo ucraino senza alcuna incertezza o retropensiero: sono le donne e gli uomini di Kiev che sono stati invasi e coinvolti in una guerra folle. Negarlo significa negare la realtà.
 
Sintesi sui vari temi aperti.
·      Partito Unico. Ieri ci siamo visti con parlamentari italiani ed europei, consiglieri regionali, membri del comitato politico del Terzo Polo, portavoce. Sintesi semplice: noi siamo pronti a fare il partito unico anche in tempi stretti, se si predilige la strada dell’accelerazione. L’importante è che sia un progetto culturalmente aperto, serio e rigoroso e il percorso sia un percorso partecipato, democratico, che comincia dal basso, dai territori.  Per noi il quando non è un problema: si può fare anche nel giro di qualche mese, ma va fatto bene. E che non sia imposto dall’alto ma essere condiviso anche da chi è in prima linea sul territorio. Quello che è certo è che la costruzione della casa dei riformisti deve portarci ad avere un grande risultato alle Europee del 2024. Perché serve a Renew Europe, ma soprattutto perché serve all’Italia e serve all’Europa.

 

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·      Giustizia. Mi è stato chiesto di condividere l’esposto denuncia che ho inviato alle principali Autorità del mondo Giudiziario italiano. Io non mollo su un punto: quando uno è convinto di aver subito una ingiustizia, non fa gli show o le polemiche mediatiche. Prende carta e penna e scrive denunce. Chi mette in fila i 20 punti della mia denuncia contro Luca Turco, procuratore facente funzione di capo a Firenze, si rende conto che io sono semplicemente animato da un desiderio di giustizia. Quello che è successo a me non può succedere ad altri. Io metto la mia visibilità e il mio coraggio a servizio di una battaglia che ormai non è più per me (nel mio caso anche i muri ormai hanno capito che cosa è successo, persino gli avversari più ostici sono costretti a riconoscere la verità) ma è per gli altri.
·      ONG. Oggi in Senato si vota un decreto legge che trasuda populismo e non affronta i veri punti della crisi migratoria e del declino demografico. Tutto sommato era logico che questa destra portasse un simile provvedimento, anche solo con l’obiettivo di rinsaldare la maggioranza, ma è appunto uno specchietto per le allodole. Il problema di questo Paese non sono le navi che salvano i migranti in mare né si può pensare di risolvere i problemi drammatici dell’immigrazione cambiando porto e luogo di sbarco. Davanti a problemi mondiali il populismo offre slogan, ma la politica dovrebbe offrire soluzioni. Inizierà mai il Governo Meloni a scegliere la politica anziché il populismo? Bella domanda… al momento sembra proprio di no.
 

Si chiama Maria Clotilde, è un’atleta, italiana, tira di scherma. Ai mondiali in Francia le assegnano la vittoria. Lei spiega che il punto non è valido. Si azzera il verdetto. E alla fine lei perde. Io credo che sia difficile trovare un altro esempio di come tanti pregiudizi sugli italiani e sui giovani evaporino un secondo dopo aver ascoltato la storia di Maria Clotilde. Il problema è che le storie belle non se le fila nessuno. Noi italiani sembriamo aver bisogno sempre di flagellarci. Ma quando incontriamo persone come Maria Clotilde neanche le valorizziamo come pure sarebbe nostro dovere fare. Nel mio piccolo voglio dirla in modo semplice: sono orgoglioso che lo sport italiano sia rappresentato da persone come Maria Clotilde. Sono orgoglioso che l’Italia sia rappresentata da persone come Maria Clotilde.
 
 
Un sorriso,
Matteo
 
Ps Sulla Cancel Culture si sta esagerando. L’ho scritto qui. Chi vuole cancellare i capolavori letterari del passato a mio giudizio è culturalmente assimilabile ai talebani che distruggono le statue del Budda. Esagero? Vi leggo volentieri: [email protected]