Enews 983 lunedì 22 luglio 2024
Buonasera,
1. La Casa Bianca.
Joe Biden ha abbandonato la campagna per le Presidenziali.
Biden ha fatto la cosa giusta. L’ha fatto tardi, ma l’ha fatto.
Il dibattito della CNN ha mostrato che non è in grado di svolgere altri quattro anni alla Casa Bianca.
La vera domanda ora riguarda i democratici: sceglieranno la candidatura che ha più chances di vincere o quella che è più forte per tenere unito il partito?
La domanda sembra banale, ma è una grande domanda politica. Per battere Trump oggi serve un’impresa. Riusciranno i democratici a costruire una proposta credibile da qui alla convention di Chicago? Le divisioni che in controluce si possono leggere anche da lontano tra la posizione dei Clinton e quella di Obama/Pelosi riflettono questo dubbio. Si va sul sostegno per molti aspetti naturale a Kamala Harris o si sceglie la carta fuori dal mazzo per provare a rovesciare la narrazione di Trump? E nel caso come si fa visto che i tempi sono strettissimi?
Per chi ama la politica americana queste sono ore drammatiche e bellissime.
2. L’autonomia differenziata.
È cominciata la campagna di raccolta firme per il referendum contro l’autonomia differenziata.
È una legge che intralcia con la burocrazia le aziende del nord e che alimenta le diseguaglianze specie sanitarie al sud. Se raccoglieremo mezzo milione di firme e si andrà al referendum a quel punto potrà accadere di tutto. Perché la Meloni dovrà fare una campagna elettorale disperata contro il quorum. E se si raggiunge il quorum il Governo va a casa. Giovedì 25 alle ore 11:00 a Napoli organizziamo un primo momento di incontro con i consiglieri regionali di tutta Italia, ospite del capogruppo di IV Tommaso Pellegrino, alla presenza del Presidente Vincenzo De Luca. Qui il link. E naturalmente potrete seguire in streaming la diretta dell’evento.
3. Il centrosinistra.
Prosegue il dibattito dopo la mia intervista al Corriere della Sera: mi piace quando discutiamo di politica.
Ho ascoltato per un mese in una lunga campagna di ascolto le dettagliate analisi di iscritti, dirigenti, eletti, non eletti. Dopo aver ascoltato tutti ho fatto ciò che deve fare un leader politico: ho indicato una strada.
Un politico che non indica una prospettiva ma si limita a inseguire gli altri è un influencer, non un politico.
E io sono diverso. Ho sempre proposto sentieri stretti, non autostrade. Ma mettendomi in cammino io per primo, senza lasciar andare gli altri.
L’ho sempre fatto, mettendoci la faccia.
L’ho fatto candidandomi io, quando gli altri trovavano mille motivi per non candidarsi.
L’ho fatto rischiando in prima persona, sempre.
Oggi la mia tesi è molto semplice: il fallimento del Terzo polo ha spalancato le porte al bipolarismo.
Tutto nasce dal fallimento del Terzo polo. Ecco perché non posso accettare le tesi assolutorie di chi dice che la rottura del Terzo polo ci vede tutti responsabili. Manco per idea, amici cari. È l’ora di finirla con questo populismo qualunquista. Ci sono singole responsabilità politiche e personali grosse come una casa. E chi continua a dire che le colpe sono uguali mente sapendo di mentire.
Ma parliamoci chiaro: se il Terzo polo non ha trovato il suo spazio alle Europee, figuriamoci cosa accadrà alle politiche.
Penso di poterlo dire in modo libero visto che io ho preso oltre duecentomila preferenze personali in quattro circoscrizioni: le Europee hanno fatto vedere chi prende i voti e chi vive di veti.
Se c’è il bipolarismo bisogna scegliere: o di qua o di là.
Contano i voti e non i veti.
Elly Schlein lo ha capito.
Da qui alle elezioni lo capiranno tutti: quelli di destra, di sinistra, di centro. Tutti.
Poiché ho fondato Italia Viva nel 2019, l’ho portata alla crisi di governo del 2021, ne ho assunto la presidenza in assemblea nel 2022, ho vinto il congresso del 2023 ebbene ho il DOVERE di fare una proposta, non solo il diritto.
Per me essere riformisti significa incidere nella realtà. Per incidere bisogna stare a destra o a sinistra. Io voglio fare l’ala blairiana della coalizione di centrosinistra. Rispetto chi non la pensa come me, ma intanto dico la mia, forte e chiaro.
Qualcuno pone temi politici e dice: io con il centrosinistra non verrò mai. Posizione nobile e legittima. La mia è un’altra. Nelle sedi istituzionali di Italia Viva ciascuno si esprimerà in modo libero.
Qualcuno pone temi regolamentari e dice: io voglio fare un altro congresso. Posizione nobile e legittima. Per Statuto il congresso viene convocato dall’Assemblea. E il 28 settembre si tiene l’Assemblea.
Sui temi politici sono sempre felice di ascoltare e confrontarmi. Ma quando c’è da scegliere, per me si sceglie. Non pretendo di avere l’unanimità. Non l’ho avuta quando mi sono alleato con i grillini per bloccare Salvini, non l’ho avuta quando ho proposto Draghi, non l’ho avuta sull’elezione di Mattarella. Un leader ha il compito di vedere prima le cose che accadranno: io dico che è il momento di scegliere e io starò con il centrosinistra. E aggiungo dicendolo adesso, luglio 2024, che quelli che oggi fanno i puristi del terzopolismo tra qualche mese busseranno alla porta del centrosinistra o del centrodestra. Perché piaccia o non piaccia alle prossime politiche o di qua o di là.
Sui temi formali e regolamentari non spendo una parola di più. Perché le regole non si cambiano a piacere.
Chi vuole un congresso può chiederlo nell’Assemblea già convocata.
Ma avendo ormai una certa esperienza voglio essere molto chiaro e sorridente: la discussione non è sulle regole. E nemmeno, tanto per cambiare, su di me, sul mio carattere, sulla mia leadership. Sono anni che quando c’è un passaggio delicato si parla di me, del mio carattere, del modo con il quale propongo le mie idee.
Quelli che parlano delle regole o del mio carattere fingono di non vedere che la questione è tutta, esclusivamente, politica.
Tra di noi ci sono due linee.
Quelli che condividono la mia intervista e vogliono rappresentare l’ala moderata e riformista del centrosinistra.
E quelli che non la condividono perché pensano sia ancora possibile ricostruire con Calenda il Terzo polo e mantenerlo autonomo dai due poli.
Tutto qui: la questione è politica, altro che polemicuccia sulle regole interne.
E quando c’è la politica, io non mi tiro mai indietro.
Ho fatto una proposta difficile ma giusta per il mio Paese.
Nelle scelte fondamentali (Papeete, Draghi, Mattarella) io ho sempre messo avanti il mio Paese al mio interesse. E così farò anche stavolta lavorando per un’alternativa a questo Governo che brilla per incapacità.
Vi leggo: [email protected]
Un sorriso,
Matteo