Enews 992 martedì 17 settembre 2024
Buongiorno a tutti.
1. Cara Vecchia Europa: cambia!
Più giro per il mondo, più mi rendo conto di come l’Europa abbia bisogno di una scossa. Di una vera e propria sveglia.
Oggi Ursula von Der Leyen ha annunciato la nuova squadra di Governo.
Tutti i media italiani sono concentrati su Fitto. E io auguro di cuore buon lavoro a Raffaele: è un avversario politico ma siamo stati tra i primi a difenderlo dagli attacchi ideologici, sia in Italia che all’estero. Dobbiamo e vogliamo fare il tifo per lui nell’interesse dell’Italia e dell’Europa.
Tuttavia il tema non è semplicemente Fitto.
Il tema è che o la Commissione cambia passo o l’Europa finisce nel dirupo.
Draghi lo ha detto chiaramente ma mi pare che non sia così evidente agli addetti ai lavori.
La Commissione VDL2 dovrà fare meglio della Commissione VDL1, dicono tutti. Per forza: fare peggio del primo mandato della Von Der Leyen è tecnicamente impossibile. Ho detto in tutte le salse quello che pensavo della leadership di Ursula in questi anni: abbiamo creato le condizioni per il suicidio economico dell’Europa e continuiamo a fischiettare. Ora: o si cambia o siamo spacciati. Dunque la notizia di oggi non è la nomina del Commissario italiano (auguri!) o francese o spagnolo. La notizia di oggi è che dopo anni di immobilismo l’Europa si gioca il tutto per tutto. Saremo all’altezza di questa sfida?
2. Un evento per chi ha dubbi e mal di pancia.
Politica interna. La scelta estiva di aprire al centrosinistra non è una scelta facile, come ho spiegato da Paolo Del Debbio in questo video che trovate su YouTube. E so che molti amici hanno dubbi e mal di pancia. Bene: c’è un evento ad hoc per tutti quelli che non sono convinti. È la festa di compleanno di Italia Viva, venerdì 20 settembre alle 18:00 a Milano, nel mitico Teatro Parenti che per noi è un pezzo di cuore. Per mezz’ora racconteremo che cosa è successo nei primi cinque anni, dal 2019 al 2024. E per un’altra mezz’ora racconteremo il futuro che ci aspetta, i prossimi cinque anni. Preparatevi che sarà una serata davvero speciale. Per chi vuole prenotarsi, qui il link. Ci sarà anche la diretta X, Youtube e Facebook per chi non è a Milano.
Nel frattempo segnalo per l’agenda:
. Oggi alle 17:09 a Il pomeriggio di Rai Radio 1 con Simona Arrigoni
· Domani alle 11:00 a Napoli, con ENZO DE LUCA, sull’AUTONOMIA.
· Domani alle 13:00 da Napoli, a L’ARIA CHE TIRA in collegamento.
· Giovedì alle 15:00 in Senato, interrogo il Ministro Piantedosi sulla sicurezza (questi vedono complotti e intanto crescono i reati…).
· Sabato 28 settembre alle 10:30 a Roma, Assemblea Nazionale.
· E la scuola di formazione Meritare l’Europa giunta alla edizione numero 5: tantissimi nuovi ragazzi, giovanissimi, si sono prenotati, che meraviglia! Ci sono ancora dei posti liberi, ma suggeriamo di prenotare velocemente. Gaeta ci attende!
3. Il garantismo tra Toti e Salvini.
Ricevo email che mi provocano sul tema garantismo. E mi dicono che non ho difeso Toti in Liguria e Salvini in Parlamento.
Amici cari, vediamo di chiarirci. Essere garantisti significa volere il rispetto delle procedure e soprattutto della Costituzione.
Il garantismo serve ad assicurare il diritto della difesa, spesso compresso, e la parità delle parti.
Il garantismo è quello di chi chiede di fare i processi nelle Aule dei tribunali e non nelle redazioni.
Siamo d’accordo su questo?
Bene. A noi ne hanno fatte di tutti i colori (Il Mostro per chi avesse perso la memoria). Eppure mai e poi mai mi è passato lontanamente nella testa di patteggiare. Io che sono garantista NON PATTEGGIO: faccio ricorso, faccio appello, vado in Corte Costituzionale, vado in Cassazione. Combatto come un leone con le armi del diritto.
Se Toti ha deciso di patteggiare avrà avuto i suoi motivi e io non giudico nessuno. Ma non accetto che mi si dica che noi non siamo stati garantisti con Toti o con altri. Il garantista chiede che l’indagato – imputato sia messo in condizioni di difendersi alla pari. L’imputato ha diritto di patteggiare ma per me questa scelta non è il massimo della coerenza. All’inizio della nostra incredibile vicenda un amico mi ha suggerito di pensare al patteggiamento perché se avessimo patteggiato – mi diceva – a catena tutto si sarebbe risolto e “loro” si sarebbero calmati. Non so chi fossero i “loro”, so che per calmarmi ci ho messo venti minuti io, venti minuti di insulti al mio amico latore della “proposta indecente”. Per me chi è certo di avere ragione è meglio che non patteggi.
Su Salvini. Qui il discorso è più complicato. Ricordiamo i fatti.
Salvini fa la stessa cosa con due navi diverse: la Diciotti nel 2018, Open Arms nel 2019. Blocca gli sbarchi sostenendo che così facendo stia difendendo i confini. In realtà non è così, per me. Perché nelle stesse ore si continua a sbarcare in Italia e Salvini blocca due navi per attirare l’attenzione mediatica e giocare la carta della strumentalizzazione politica, in Italia e in Europa. Io intervengo in parlamento criticando la Lega e il Governo, guidato – vale la pena di ricordarlo – da Giuseppe Conte e con Toninelli responsabile della Guardia Costiera.
Si tratta di un reato? Non lo so e non tocca a me dirlo. Quello che è certo è che politicamente la scelta del Governo su Diciotti e Open Arms è incivile e disumana. Puoi pensarla come vuoi sull’immigrazione ma ricordo che quando i nostri colleghi parlamentari salirono sulla Diciotti per ispezionarla e dare solidarietà ai migranti alcune donne non avevano neanche gli assorbenti: è difesa dei confini, questa? Dai, siamo seri.
Dopodiché in questa storia l’ipocrisia del Movimento Cinque Stelle è incredibile. Hanno votato i decreti Salvini, hanno salvato Salvini dal primo processo, lo hanno mandato a processo per il secondo episodio solo perché era cambiata la maggioranza: le Aule parlamentari in questi anni non hanno mai visto nulla di così IPOCRITA come l’atteggiamento di Conte e dei suoi sull’immigrazione. Sono pronto a qualsiasi dibattito all’americana, con documenti e numeri alla mano. Ma ovviamente nessun grillino accetterà di confrontarsi su questo: si limiteranno a dare lezioni di sinistra a distanza.
Torniamo a Salvini. Perché noi abbiamo votato a favore del processo? L’autorizzazione a procedere verso un ministro non è come per un deputato o senatore sull’articolo 68 della Costituzione. Il processo lo chiedono i magistrati, nella loro autonomia. Personalmente non capisco perché se c’era un reato, ne risponda il solo Ministro dell’Interno e nessun altro suo collega in Consiglio dei Ministri? Perché nessun tecnico o funzionario è responsabile insieme a lui? Ma queste scelte le fanno i magistrati. Noi parlamentari dobbiamo valutare solo se esista o meno un interesse pubblico nazionale che giustifichi la scelta e sia tale da rendere il Ministro non giudicabile. Se tu per un superiore interesse nazionale fai una scelta che può violare delle leggi, la Costituzione dice che il Ministro non deve essere giudicato penalmente. È un superiore interesse nazionale costringere qualche decina di migranti a differenza di tutti gli altri che stavano entrando nel territorio nazionale, a restare a bordo di una nave? Per me no. Era pura strumentalizzazione politica adatta a prendere i like su facebook e su twitter. Non difendeva i nostri confini, Salvini, difendeva i suoi sondaggi. Non so se questo sia reato, so che politicamente è una scelta per me incivile. E l’ho sempre detto, ovunque. Vi leggo: [email protected]
4. Oggi il Consiglio regionale toscano ha approvato a maggioranza una mozione di Italia Viva, del nostro Stefano Scaramelli, che impegna la Regione a spendersi per la candidatura della Toscana alle Olimpiadi 2040: un’idea lanciata da Italia Viva e che ha visto da subito l’adesione di Eugenio Giani.
Dopo la brutta pagina del ritiro di Roma, deciso in un garage da Alessandro Di Battista e dal suo meccanico, l’Italia potrebbe di nuovo avere una bella chance. Lavoriamo uniti per questa opportunità!
Un sorriso,
Matteo
PS. Per il momento sono riusciti a abbuiare tutto sulla vicenda Ales, bravissimi. Ma prima o poi scopriremo se davvero con la cultura qualcuno – e chi – ci ha mangiato. E mangiato troppo, a occhio. Noi non abbiamo fretta, il tempo è galantuomo.