Liguria, Renzi: “Questa Regione soffre, la vera alternativa è Massardo. Dico no a populisti e sovranisti"

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Intervista su "il Secolo XIX",  19 settembre 2020.            

«Tranquilli, dal renzismo si guarisce, basta un doppio tampone e via».

Non perde mai il gusto della battuta, Matteo Renzi. E in Liguria, dove viene a sostenere Aristide Massardo, sembra più un allenatore delle giovanili che un mister alla vigilia della partita decisiva: «Non guardiamo ai sondaggi, al consenso dei like - ripete ai candidati riuniti al Banano Tsunami - pensiamo a piantare dei semi, a portare avanti delle idee e a divertirci». Ma il leader di Italia Viva si fa serio quando parla di Salvini o del Pd, che «non so come fa a votare uno come Sansa».

Renzi, Salvini ha detto che spera di tornare a Genova da premier. Non c`è questo rischio, se vince in Liguria e nella sua Toscana?

«Nelle ultime ore le spara grosse, al massimo in questa bellissima città torna da turista. Ieri ha detto anche che i soldi per la sanità vanno presi dai risparmi degli italiani e non dal Mes. E questa la sua ricetta. Meno male che grazie alla nostra "mossa del cavallo" un anno fa, non ci sia riuscito e gli italiani ora hanno 209 miliardi del Recovery Fund da spendere. Quanto alle regionali, si eleggono i governatori, non si cambia il governo».

Era proprio impossibile convergere su un candidato come Ferruccio Sansa?

«Era assolutamente possibile convergere su Massardo, un professore che studia e fa progetti. Dallìaltra parte c'è un giornalista del Fatto che ha fatto del giustizialismo la sua cifra e ha contestato il riformismo. Io sono disponibile a fare il governo con i grillini per mandare a casa Salvini. Non voglio morire sovranista ma nemmeno diventare giustizialista e populista».

Italia viva ha un anno di vita, è ancora convinto della scelta di un anno fa?

«Convintissimo, e la vicenda del matrimonio tra Pd e M5S in Liguria è la conferma della nostra scelta. In una delle regioni più problematiche per la viabilità il Pd sceglie l`alleanza con chi non vuole la Gronda e le infrastrutture strategiche per il porto. Capisce bene perché dovevamo dar vita ad un progetto riformista».

Alle prossime Regionali quale risultato sarà considerato soddisfacente per voi?

«Quello che permette, attraverso noi, di frenare l`avanzata del sovranismo. Dimmi chi escludi e ti dirò chi sei, diceva un grande genovese come Don Gallo. Ma invece che parlare di sondaggi e risultati vorrei parlare di progetti per il futuro: il miglior risultato di IV è creare posti di lavoro e crescita, lasciandoci alle spalle la stagione dell`assistenzialismo».

Berlusconi ha detto, a questo giornale, che "Renzi ha grande intelligenza politica ma non ci si può dialogare finché fa la stampella di questo governo". Esiste la possibilità di un polo dei moderati (anche con Calenda)?

«Faccio i miei migliori auguri al Presidente Berlusconi, da cui mi dividono tante cose e che non ho mai votato ma a cui riconosco di essere stato un premier tra i più vicini alle persone. Il polo dei moderati è una ricostruzione giornalistica al pari del rimpasto: questa legislatura durerà fino al 2023 all`unica condizione che faccia le cose perbene e nell`interesse degli italiani. Ci sono riformisti a destra e a sinistra e chi è riformista sta con noi».

Cinque anni fa in Liguria la sua candidata Lella Paita fu bersagliata da Cofferati e parte del Pd. Ora siete riusciti a fare un governo con i 5 stelle, ma non a ricomporre quello scisma, perché?

«Cinque anni fa parte della sinistra ha fatto vincere Toti. La Liguria sarebbe stata una regione più forte nei collegamenti, nella sanità e nell'economia se non ci fosse stato il fuoco amico e il massacro mediatico e giudiziario di Lella. Abbiamo provato a costruire una alternativa a Toti ma di fronte alla scelta di un candidato come Sansa che è no Gronda, vuole chiudere le Rs a, racconta bugie come i trasporti gratis per tutti non potevamo starci. La candidatura giusta è quella del professor Massardo, una persona pacata e competente. Ed è la vera alternativa a Toti, il vero voto utile, quello per i liguri».

Un'eventuale vittoria del No al referendum avrebbe un riflesso sul governo?

«No. Questo referendum non serve a nulla. Ma di una cosa sono certo: dal 22 settembre saranno tutti a parlare di fine del bicameralismo, sia che vinca il sì che vinca il no»