Matteo Renzi sul Riformista: Grazie, Comandante.

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L'articolo di Matteo Renzi sul Riformista del 1-09-2023

Bisognerebbe sempre dire grazie a chi ci ricorda chi siamo. Ciascuno di noi vive momenti di smarrimento. Può capitare agli adolescenti incerti sul proprio cammino, alle persone colpite da crisi di mezza età, agli anziani quando la fragilità li assale. In questi frangenti avere accanto chi ti ricorda chi sei è un dono inestimabile. Avere la possibilità di farsi riportare alla verità della propria persona, della propria storia, della propria vita. Nella vita di una comunità accade lo stesso. La perdita dell'identità, la confusione esistenziale, il non riconoscersi come popolo sono fenomeni frequenti nella vita civica almeno quanto le crisi identitarie colpiscono le persone fisiche. In questi casi un popolo è fortunato quando trova sul proprio percorso degli eroi, degli esempi, delle storie che ricordino chi siamo. L`80° Mostra del Cinema di Venezia ha scelto di aprire con un film che racconta una storia, che presenta un esempio, che ricorda un eroe. E che dunque ci richiama al significato profondo del nostro essere italiani.

Il film è "Comandante" con un Pierfrancesco Favino che si conferma talento purissimo e un regista, Edoardo De Angelis, che è ormai solida certezza del cinema italiano. La sceneggiatura è scritta a quattro mani
da De Angelis e da uno straordinario Sandro Veronesi. E mentre i due scrivevano, il testo del copione diventava più ampio e più bello. Diventava un magnifico libro, per i tipi di Bompiani.

Si racconta la storia di Salvatore Todaro, Ammiraglio della Regia Marina celebre per coraggio, sprezzo del pericolo e carattere. Eroe di guerra compie alcune tra le pagine più dense di significato della nostra marina militare. E tuttavia il gesto per il quale passerà alla storia è il salvataggio dei marinai di una nave belga abbattuta, portato a termine mettendo a rischio la propria vita e quella del suo equipaggio al grido: "Abbiamo duemila anni di civiltà sulle spalle, non rinunciamo a salvare gli uomini in mare". Da Virgilio al Mediterraneo di oggi, sono duemila anni che noi in Italia facciamo così. E ne siamo orgogliosi. I nazisti tedeschi non capiscono e criticano Todaro? Problema loro. Noi in Italia facciamo così. Perché noi italiani abbiamo duemila anni di civiltà sulle spalle che i tedeschi non hanno, che i nazisti non sanno. Noi in Italia facciamo così.

Il film è di qualità. L'emozione è forte. Venezia è Venezia, e questo chiude ogni discorso. Ma il vero valore di questo film è che alla fine ci ricorda chi noi siamo davvero. Per questo che sia sempre benedetto il cinema, il teatro, la letteratura: tutto ciò che chiamano cultura e che dovremmo più banalmente chiamare salvezza. Ho conosciuto la storia di Salvatore Todaro sui libri da ragazzi di Teresio Bosco. Ritrovarlo nella penna di Veronesi e De Angelis mi ha aiutato a ricordarmi chi sono. E soprattutto chi voglio essere. Per questo grazie.