Renzi: "Oggi a Cutro una passerella mediatica. Sulla Guardia Costiera tutto da chiarire"

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colloquio con Matteo Renzi di Eugenio Fatigante per "Avvenire"

Senatore Matteo Renzi, parliamo della tragedia di Cutro. Cosa l’ha delusa soprattutto del ministro Piantedosi? E le assenze in aula di Meloni e Salvini significano qualcosa?

Il ministro in Aula non ha spiegato un punto fondamentale - risponde l’ex premier e leader di Italia viva -: se la Guardia di Finanza esce e poi rientra perché il mare è pericoloso, perché in quel preciso momento le autorità non danno ordine alla Guardia Costiera di uscire per salvare i migranti? Come ho detto in Senato, l’identità italiana ci impone di salvare le persone. E questo non è accaduto. Epoicomesipuòdirecheige- nitori non devono mettere i propri figli su una barca? In Afghanistan una mamma non dovrebbe cercare di dare un futuro alla figlia a cui, anche per colpa dell’Occidente, sono state negate istruzione e libertà? Meloni e Salvini potevano stare in aula anziché rincorrere la passerella mediatica del Cdm a Cutro: loro sono i responsabili delle istituzioni, che stiano nei palazzi delle istituzioni. 

Emergono distinzioni sulla linea da seguire fra esponenti di Fdi e leghisti. 

Meloni scopre sempre di più che fra il blocco navale e il fare c’è di mezzo la realtà del governare. 

La Commissione Ue parla di mezzo miliardo per reinsediamenti e corridoi umanitari. Significa che la linea del nuovo gover- no sta avendo dei riscontri?

È dal 2015 che il tema migratorio è diventato un tema europeo. La promessa di stanzia- re mezzo miliardo al momento è teorica, ma comunque insufficiente. La Meloni però dovrebbe convincere i suoi compagni di partito europeo, che dalla Polonia all’Ungheria sono in prima linea contro l’interesse italiano e europeo alla redistribuzione.

L’eventuale concessione è anche un segno che l’Unione teme un cambio degli equilibri politici nel continente, visto che fra un anno si vota per le Europee?


Può darsi che ci sia anche que- sto tema, ma al momento sono chiacchiere. Nel frattempo la gente muore in mare. Detto questo, il vero tema è una riflessione culturale su quale immigrazione gestire. Le aziende chiedono 200mila migranti, le università attraggono cervelli da tutto il mondo. La nostra storica battaglia sullo Ius culturae per cui chi studia in Italia è italiano è oggi da rilanciare con ancora più determinazione.

L’altro grande tema di questi tempi resta la guerra in Ucraina. Hanno colpito le immagini di Bakhmut totalmente distrutta. E intanto la Ue stanzia ben altri 2 miliardi per munizioni e armi. Fino a quando?

Abbiamo opinioni diverse su questo, come del resto il mondo cattolico ha sempre avuto. Quando ci fu l’intervento militare in Serbia ricordo le accese discussioni in parrocchia e nell’ambito dei miei fratelli scout. Da un anno dico sempre la stessa cosa: l’Ucraina va aiutata anche militarmente a difendersi. Perché se non l’aiutiamo non è che non c’è più la guerra: non c’è più l’Ucraina. Dall’altro lato dico dal febbraio 2022 che l’Europa deve svolgere anche un ruolo diplomatico che in questa fase non ha giocato: siamo i veri sconfitti sullo scacchiere geopolitico. Ma è anche vero che non ci sono alternative al difendere Kiev dall’arrogante campagna russa. Dopo un anno di conflitto, si aprono scenari prima impensabili: quando finirà la guerra avremo un mondo diverso e sarà doveroso e difficile aprire un dibattito su questo, dall’ingresso dell’Ucraina in Ue al ruolo della Cina con Taiwan.

Veniamo all’Italia. Oggi è il primo 8 marzo con tante donne nei posti “che contano”, da Palazzo Chigi al Pd fino alla Cassazione. Pensa di aver contribuito col suo governo “primatista” di donne ministro? E ci sarà una leader donna anche nel Terzo polo?

Sì, sono orgoglioso di aver formato il primo – e per adesso ultimo – governo in cui la metà dei ministri erano donne. Una donna leader del Terzo polo? Le leadership non si impongono e se ci sarà una donna che scalerà il partito unico, lo farà con le sue capacità come hanno fatto Meloni e Schlein. Io personal- mente alla guida del Terzo po- lo vedo bene la conferma di Calenda.

Quale giudizio dà dell’inchiesta giudiziaria sul Covid? È un freno o un incentivo alla commissione parlamentare, che forse avrebbe più senso?

 Sono garantista: Giuseppe Conte come ogni cittadino è innocente fino a sentenza pas- sata in giudicato. Penso però - e lo chiedemmo fin da subito- che una commissione d’inchiesta sul Covid sia necessaria. Troppe cose non hanno funzionato. Dai militari russi a Bergamo, agli acquisiti di mascherine non funzionanti e respiratori cinesi. Serve chiarezza. Lo si deve al Paese. Chi ha paura della verità?

Il Pd avvia un nuovo corso con Elly Schlein alla segreteria: la sua elezione è stata una sorpresa per lei?

All’inizio ero convinto vincesse Bonaccini. Col passare della campagna era evidente che Schlein stesse crescendo. Adesso il Pd è un partito di “sinistra-sinistra” che merita il nostro rispetto, ma è molto lontano dalle nostre battaglie. Alla fine meglio così: distinti e distanti, smetteremo di becchettarci ogni giorno. Ormai siamo due realtà totalmente diverse. Loro fanno il Pd massimalista, noi facciamo i riformisti.

Al di là delle differenze politiche con lei, cosa apprezza della neo segretaria?

Fu il mio Pd a candidare al Parlamento Europeo Elly Schlein grazie alla “rottamazione”. Oggi come allora ne apprezzo la freschezza e la determinazione: sui contenuti però ci divide molto, moltissimo. E soprattutto ci divide l’idea di società. Niente di personale: siamo semplicemente due realtà ontologicamente e profondamente diverse.

Pd e M5s sembrano ora più vicini. Lei ha detto che per il Terzo polo più che una prateria si apre una responsabilità. Fra queste, non c’è anche quella, stando così le cose, di consegnare comunque per anni il Paese al centrodestra unito? Non è il rischio maggiore?

Il nostro obiettivo è quello di portare in doppia cifra il Terzo polo: le europee saranno un primo step fondamentale, saremo determinanti. E non sono così sicuro che la sintonia di Giorgia Meloni con il Paese durerà così a lungo. Gridare dalle fila dell’opposizione è diverso da governare. E le contraddizioni del centrodestra emergeranno.

Crede che ci saranno nuove uscite dal Pd?

A noi non interessa collezionare ingressi di dirigenti del Pd, a noi interessano i voti dei riformisti che non si riconoscono in una sinistra massimalista.

Per chiudere: in parte del mondo cattolico si imputa al Terzo polo una certa distanza da alcune istanze. Cosa risponde?

Rispondo che quando ero al governo sono orgoglioso di aver perso il consenso, ma non la dignità salvando vite in mare. E di aver varato la riforma del Terzo settore e la legge sul “dopo di noi”. Alla Leopolda è nata l’idea dell’assegno unico per i figli, che oggi è legge dello Stato. Il Terzo polo è lo spazio naturale per chi proviene, come me, da una cultura popolare e cattolica. E sarà proprio l’apporto che quella cultura può continuare a dare sul piano valoriale e politico a determinare la riuscita del progetto.