Partito con Calenda? Ci sto, la sfida è quella delle europee

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

colloquio con Matteo Renzi di Fabio Martini per "La Stampa"

Per qualche settimana si è ritrovato "protagonista" del dibattito interno al Pd come eterno "uomo nero" e tuttavia chi lo conosce bene, giura che già da settimane

Matteo Renzi ha recuperato un buonumore che non gli si conosceva dagli anni d'oro, lui annuisce ("E proprio così...") ed è con spirito sulfureo che l'ex presidente del Consiglio fa previsioni con-trocorrente: «La vittoria di Schlein? La peggiore notizia per Conte!». La nuova leader del Pd? «Dovrà decidere se mantenersi fedele al proprio programma, e allora il Pd si spacca. O se tenere tutti insieme, e allora lei perde la sua freschezza. E il dilemma di Elly. Non la invidio».

Meloni prevede un forte antagonismo con Schlein, quasi non vedesse l'ora di confrontarsi con un Pd più ag-gressivo: punta a denunciarne la demagogia e mostrarsi lei più in sintonia con l'interesse nazionale?

"Una sinistra più radicale rende la Meloni più forte. E un dato di fatto. Ci sono due donne alla guida della destra e della sinistra, ma sono due leader che rischiano di estremizzare il confronto. Io penso invece che l'interesse degli italiani sia quello di pacificare, smussare, dialogare. Chi vince deve governare ma con equilibrio e compostezza: lo chiede l'Italia, non il Terzopolo".

Pensa che la permanenza di prefetti al Ministero dell'Interno segnali una tendenza alla "democrazia corporativa". o semplicemente servirebbe più senso politico in quel ruolo?

«Non parlerei di democrazia corporativa ma mi piacerebbe rivedere un politico al ministero dell'Interno. Un politico on la "p" maiuscola. Un eletto insomma, che sappia relazionarsi con la struttura impegnativa del Viminale. Ho stima per Piantedosi, ma la sua frase sui migranti che non devono partire è allucinante e assurda. Ma che ne sa Piantedosi della disperazione di una madre afghana, la cui bimba rischia di vivere imprigionata a vita dentro un burga o di un profugo pachistano che non ha cibo e vive in un campo minato? Pensa che l'appello di un ministro blocchi questa ondata di disperazione? Sono morti decine di bambini e polemizzi con i genitori? Il Governo ha pensato più a fermare le Ong che a fermare gli scafisti. Io non strumentalizzo la strage, ma ricordo che nel 2015 dopo il naufragio nel canale di Sicilia Giorgia Meloni chiese che io fossi "indagato per strage colposa". Non chiedo che la Meloni sia indagata. Mi basterebbe imparasse a chiedere scusa».

In queste ore in tanti ripetono che Pd e Cinque stelle sono destinati ad avvicinarsi: non pensa che invece stia per partire una competizione sullo stesso terreno, tra chiè più "puro" e anche senza esclusione di colpi?

«Sono d'accordo con lei: sarà una competizione durissima. E per questo noi siamo interessati ma distinti e distan-ti. La vittoria di Schlein è la peggiore notizia che Conte potesse ricevere. Saranno alleati ma oggi sono competi-tor. Tra di loro ci sarà una competizione cruenta, pescando nello stesso elettorato. E si pesteranno i piedi presto. E con un'elezione proporzionale alle porte, vedrà che questo farà la differenza. Sì, sarà una sfida a sinistra senza esclusione di colpi».

II nuovo Pd in cosa sarà effettivamente diverso da quello degli ultimi due anni? Potrebbe diventare una Sinistra italiana più grande?

«È un altro Pd. Totalmente un altro Pd Bonaccini avrebbe garantito continuità con l'impostazione di Veltroni. Schlein si sposta a sinistra. Il Lingotto è morto e sepolto. Lei pensi solo a cosa cambierà sulle infra-strutture, sull'energia, sui sus-sidi. Magari funziona ma io non credo che avranno mai un consenso maggioritario con questa piattaforma».

Facile immaginare per voi del Terzo polo un maggiore spazio politico, ma dopo il 25 settembre non pensa che la vostra ambizione di sottrarre voti al Pd sia stata letta dagli elettori laziali e lombardi dei dem come un pensiero esclusivo e strumentale, al punto da rendervi re-spingenti?

«lo penso che la partita si giochi alle Europee. Fino ad allora sono tutte chiacchiere in libertà. Elettori ex Pd ed elettori ex Forza Italia dovranno scegliere. lo non riesumo la teoria fanfaniana dell'avanti al centro contro gli opposti estremismi". Dico che tra lavoro e sussidi, i riformisti scel gono il JobsAct. Tra energia pulita e i no a tutti, i riformisti scelgono il nucleare. Tra il sogno possibile e l'utopia irrealizzabile, i riformisti scelgono la concretezza. Tra quindici mesi vedremo se la mia analisi ha un senso oppure no. Capisco che nella politica di oggi si viva con il senso dell'urgen-te, ma io preferisco accarezzare le ragioni dell'importante senza inseguire l'istante».

Aquando nel 2023 la fusione con Azione? Per favorire la scissione degli elettori Pd, non pensa che sareste più attrattivi se il ruolo di leadership fosse assunto da chi non viene dal Pd? Non pensa che lei e Calen-da fareste cosa giusta nel promuovere una leadership al femminile?

«Calenda ha proposto un percorso dal basso che termina in autunno. Ci sto. Bisogna gestire questa fase con intelligenza politica perché per fare un partito occorre tanta politica. Tanta buona politica. Le leadership femminili: non si promuovono da parte degli uomini. Si affermano da parte delle donne. Lo dimostrano la vicenda Meloni, la vicenda Schlein, ma anche la storia di tante nostre dirigenti nazionali e territoriali».

Il 65% degli iscritti al Pd non ha votato Schlein e assai più del 54% tra gli elettori: questo corto circuito avrà effetti sul nuovo Pd? E l'esser stata eletta dal "popolo" basterà a Schlein per emanciparsi dalla tutela di 3 ex segretari e di 4ex ministri?

«Sono le regole del Pd. Gli iscritti hanno scelto Bonaccini, le primarie no. E che alle primarie siano andati anche elettori grillini è un dato di fatto: i riformisti invece sono rimasti a casa Adesso Schlein dovrà decidere. Non la invidio, ma le faccio i complimenti perché chi vince una consultazione popolare merita sempre stima e applausi. Anche quando non la si pensa come lei».-